Stanotte, nel corso della cerimonia dei Game Awards 2016, Hideo Kojima, lo storico ideatore della serie Metal Gear, ha ricevuto il premio alla carriera come icona dell'industria dei videogiochi.
Per l'occasione ha parlato brevemente sul palco per ringraziare tutti e per presentare il secondo trailer del suo nuovo titolo: Death Stranding.
Applausi a scena aperta, eccitazione palpabile tra la folla e il pubblico a casa, quindi è partito il filmato, che non ha deluso le aspettative, tra scene criptiche e attori di lusso come Guillermo del Toro e Mads Mikkelsen. Tutto bellissimo, l'effetto è stato incredibile, il filmato effettivamente è realizzato in modo magistrale secondo i canoni del formato e tutto quel che volete di positivo si possa dire sull'effetto scenico della presentazione in sé. Ovviamente ne è seguita un'esplosione di hype incontrollabile che sta già facendo urlare molti al capolavoro, con gente nuda che fa sacrifici umani sotto gli altari di pietra di del buon Kojima (si scherza), e con quest'ultimo, evidentemente conscio del suo "potere" su una vasta fetta dell'utenza più tradizionalista del medium videoludico, che alimenta l'hype con grande maestria pubblicando commenti e materiale di lavorazione sul gioco.
Pensando al tutto a mente fredda il problema rimane però sempre lo stesso: va bene, il filmato ci è piaciuto e possiamo passare i prossimi mesi a ragionarci sopra, elaborando teorie su quello che sarà il gioco e sul suo scenario, ma per il resto cos'è che ci ha eccitato tanto? Esplicitiamo: quali appigli ci sono stati dati per ritenere che Death Stranding sarà un capolavoro? Nessuno, verrebbe da dire con grande facilità, ma molti preferiscono fare finta di non accorgersene e alimentare da subito il sogno, ottimo per il morale e la monetizzazione.
Certo, guardando la situazione qualche dubbio è lecito farselo venire, non tanto sul gioco in sé, di cui ancora non si è visto nulla, ma sull'intera comunicazione del gioco. Mettiamo sul piatto tutti i dubbi che rendono di fatto prematura ogni forma di hype:
- Kojima non sta più in Konami. Non vi piace come si è comportata Konami con lui e con il mercato tradizionale negli ultimi anni? Condividiamo, ma ciò non toglie che lo storico publisher giapponese per Kojima significasse non solo soldi, ma anche un team ben rodato capace di produrre senza esitazioni un titolo tripla A. Per Death Stranding Kojima ha dovuto riformare l'intero gruppo. Noi siamo certi delle sua capacità di gestirlo, ma ciò non toglie che ci vuole un certo tempo prima che la squadra carburi completamente.
- Kojima Productions non utilizza più una tecnologia proprietaria (il Fox Engine, rimasto a Konami), ma si appoggia su un motore di terze parti; probabilmente una versione custom di quello con cui Sucker Punch ha realizzato inFamous: Second Son ed espansione. Niente di male, ma tenendo presente il punto precedente, è chiaro che il team di sviluppo dovrà acclimatarsi con questa tecnologia (molto dipenderà dal supporto che gli sarà dato).
- Death Stranding è stato annunciato durante l'E3 2016. Dopo qualche mese è stato presentato un nuovo filmato senza gameplay. Una mossa del genere significa che del gioco non c'è ancora niente di mostrabile al pubblico, ma che si vuole comunque tenere alto l'hype. Per "niente di mostrabile" intendiamo pezzi di gioco completi che possano fungere da demo per gli elementi chiave del gameplay. Giusto così, perché è probabile che per adesso Death Stranding sia formato da tanti cubi grigi, da mesh incomplete e da schermate di codice da rifinire in ogni aspetto. Lo sviluppo di ogni videogioco inizia in questo modo, ma proprio per questo è impossibile trarre conclusioni su Death Stranding, perché ogni idea, anche la più grandiosa, va poi realizzata e di problemi in corso d'opera possono essercene tanti.
Detto questo non vogliamo smontarvi l'eccitazione, ma solo ricordarvi che già in passato sono stati molti i casi di giochi presentati con ottimi filmati in computer grafica o pre-renderizzati che poi si sono fatti attendere per anni o che sono stati inferiori alle aspettative. Anche noi speriamo che Kojima produca un nuovo capolavoro, ma cercate di capire che non dipende solo da lui e, soprattutto, che è proprio quando si portano alle stelle le aspettative che la caduta diventa più rovinosa.
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