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Activision denuncia gli autori di due hack di Call of Duty così tossici da aver fatto scappare i giocatori PC

Activision ha scelto di agire con durezza contro gli autori di due hack di Call of Duty così tossici da aver fatto scappare molti giocatori PC.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   09/05/2025
Uno degli operatori di Call of Duty
Call of Duty: Black Ops 6
Call of Duty: Black Ops 6
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Activision ha deciso di trascinare in tribunale gli autori di due hack per Call of Duty, definiti talmente "tossici" da aver indotto molti fan ad abbandonare la versione PC di Call of Duty: Black Ops 6. L'azione legale è diretta contro Lergware e GameHook, due hack per Call of Duty che Activision tenta da tempo di bloccare.

Hack tossici

Entrambi gli hack includono una serie di funzioni definite "tossiche" dagli stessi autori, tra cui la possibilità per gli utenti di espellere altri giocatori dai server multigiocatore, o persino di mandare completamente in crash i server.

GameHook consente inoltre ai giocatori usare i cheat "aimbot", ossia un sistema di mira automatica che consente di centrare sempre gli avversari, ed "ESP Bot", che permette di identificare la posizione dei nemici e permette ai giocatori di vedere attraverso muri o altri ostacoli.

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Nella sua denuncia, Activision ha indicato Ryan Rothholz, conosciuto online come Lerggy, come autore di Lergware, nonché come colui che ha lucrato sull'hack, vendendolo a 25 dollari tramite il suo sito web e aggiornandolo di Call of Duty in Call of Duty. "L'aggiornamento ha portato a un aumento della frequenza degli 'attacchi' ai giocatori online, spingendo alcuni utenti a pubblicare messaggi di avvertimento," ha dichiarato Activision, che ha poi spiegato di aver inviato a Rothholz una diffida, che l'uomo ha pubblicato sul suo canale Discord per deriderla. Alla fine sembrava aver ceduto, ma in realtà "ha semplicemente cambiato il suo alias online e distribuito il suo codice sorgente ad altri hacker".

Activision ha accusato Rothholz di aver quindi creato un nuovo hack per Call of Duty, il summenzionato GameHook, e di aver reclutato altre persone, anch'esse citate nella causa: Collin Gyetvai ("Cid"), di Carbondale, Pennsylvania, e Jordan Newcombe Boothey ("Bossnight55"), di Whyalla Stuart, Australia, per fargli rivendere GameHook, anch'esso disponibile per diversi capitoli della serie, inclusi Modern Warfare 2, Modern Warfare 3, Black Ops Cold War e Black Ops 6, al prezzo di 50 dollari per la versione base, o di 375 dollari per un'edizione a vita, ossia per l'opzione i scaricare i vari aggiornamenti per i prossimi Call of Duty. Secondo Activision, GameHook ha venduto migliaia di copie, producendo dei ricavi significativi, copie chiaramente usate per barare nei Call of Duty.

Visto che i denunciati si sono rifiutati di conformarsi alle richieste di Activision, la compagnia ha deciso di denunciarli, per evitare che ripetano lo stesso schema, ossia di cambiare nome all'hack per riproporlo successivamente.

Ad esempio, nel marzo 2025, Activision ha inviato delle lettere di diffida a Rothholz e agli altri denunciati e, sebbene le vendite online siano state sospese, nessuno si è impegnato a cessare la creazione o la vendita di hack per Call of Duty. Activision non è riuscita neanche a entrare in possesso del codice sorgente di GameHook.

La compagnia è convinta che i comportamenti fraudolenti di Rothholz, Gyetvai e Boothey stiano continuando, sfruttando dei canali privati, come il server Discord di GameHook: "Inoltre, o in alternativa, Activision ha motivo di credere che Rothholz, Gyetvai e Boothey intendano 'ribattezzare' GameHook e offrire gli hack per COD di GameHook o hack simili per COD sotto un titolo diverso, utilizzando alias online differenti"

In ultima istanza, Activision chiede un risarcimento monetario, che potrebbe ammontare a diversi milioni di dollari, e che i denunciati interrompano la loro attività. "La condotta dei Convenuti danneggia la reputazione di Activision e comporta la perdita di una significativa fiducia da parte dei clienti", ha dichiarato Activision. "Infatti, GameHook è stato così frustrante per i giocatori di COD da ricevere notevole attenzione sui social media e, sulla base di informazioni e convinzioni, ha indotto i giocatori a smettere di giocare o a evitare la versione PC di Call of Duty: Black Ops 6."

Insomma, la battaglia di Activision contro i cheater prosegue senza sosta. Probabilmente proseguirà finché si potrà giocare online.