Anthem tornerà con una versione 2.0 grazie agli sforzi congiunti di BioWare ed Electronic Arts, ma davvero quest'opera di redesign riuscirà a rilanciare il gioco, evitando di bruciarne il lore?
L'annuncio di ieri di BioWare dice che il team si concentrerà nei prossimi mesi nella realizzazione di un redesign a lungo termine dell'esperienza, con un profondo rinnovamento delle meccaniche del gameplay specialmente sul fronte della progressione, delle ricompense e dell'endgame.
Un'operazione di ampio respiro, a cui lo studio dedicherà tutto il tempo e le risorse necessari: un gruppo di sviluppatori appositamente costituito si focalizzerà sul progetto, tenendo in debita considerazione il feedback fornito dagli utenti finora e facendo il possibile per offrire loro ciò che desiderano, seppure in maniera inevitabilmente tardiva.
Nessuno ancora ne parla, ma due punti di questa faccenda ci sembrano molto chiari. Il primo è che né BioWare né tantomeno Electronic Arts vogliono buttare alle ortiche questa nuova proprietà intellettuale, il suo affascinante lore e le indubbie potenzialità dell'esperienza sul lungo termine. Il secondo è che si passerà probabilmente a un modello di business diverso, aprendo finalmente le porte a un'impostazione free-to-play.
Se infatti le tantissime offerte e gli sconti che hanno riguardato Anthem fin dalle prime settimane non sono bastati a rilanciare le sorti di un gioco che nei piani del publisher avrebbe dovuto piazzare quantomeno cinque o sei milioni di copie, è evidente che la gratuità potrebbe consentire al titolo di raggiungere e anzi superare ampiamente questi obiettivi, cercando di razionalizzare i contenuti nel modo migliore possibile.
È proprio su questi aspetti che si giocherà la vera partita, in un attento lavoro di ottimizzazione che punti a utilizzare al meglio gli asset realizzati finora, arricchendo la componente endgame e introducendo un sistema di monetizzazione che proprio su tali basi possa produrre entrate stabili ma in linea con una sensibilità che sarebbe pericoloso stuzzicare con scelte avventate.
Insomma, non sarà una passeggiata ma BioWare ed Electronic Arts hanno il dovere di provarci: la possibilità di recuperare il franchise grazie a una visione inedita aprirebbe le porte a un futuro nuovamente radioso per Anthem, che a quel punto potrebbe assumere i connotati di una piattaforma live, un game as a service, da aggiornare ciclicamente per tenere vivo l'interesse e il coinvolgimento degli utenti.
Sarà così che andranno le cose? Come dovrebbe cambiare l'esperienza di Anthem? Il passaggio al free-to-play si pone davvero come una strada percorribile? Parliamone.