Emergono nuovi dettagli sul caso Siri scoppiato nei giorni scorsi, ovvero il fatto che Apple abbia registrato e fatto ascoltare da compagnie esterne a contratto le comunicazioni degli utenti con Siri, l'assistente virtuale di iPhone, iPad e Mac.
Apple, nel frattempo, ha sospeso la pratica in questione ma sono emersi alcuni particolari da un'indagine effettuata da The Irish Examiner sul funzionamento di questo pratica, considerata profondamente invasiva della privacy degli utenti nonché assolutamente opaca, visto che non veniva comunicato chiaramente il fatto che le interazioni con Siri venivano registrate e ascoltate da altri individui.
La testata ha intervistato alcuni lavoratori di un'azienda con sede a Cork, in Irlanda, incaricata di effettuare queste procedure. Sembra che ogni dipendente dovesse ascoltare oltre 1000 registrazioni a turno di interazioni con Siri, contenenti occasionalmente dati e informazioni personali degli utenti.
Il senso della procedura, come riferito da Apple, era il controllo del funzionamento di Siri: gli impiegati dovevano verificare eventuali malfunzionamenti, quando magari l'assistente si attivava senza i giusti comandi, oppure valutare il corretto funzionamento con una sorta di voto da dare alle diverse interazioni in base ai risultati ottenuti.
Si tratta, insomma, di una procedura analoga a quella emersa anche per altri assistenti vocali come Amazon Alexa, Google Assistant e Microsoft Kinect, facendo pensare che sia praticamente uno standard di queste tecnologie, ma ovviamente l'opacità dimostrata nel comunicare agli utenti l'utilizzo delle registrazioni effettuate e l'evidente violazione della privacy hanno scatenato un grande e giustificato polverone.