Doveva venire fuori, come da tradizione: per quanto l'espressione non abbia proprio moltissimo senso, ogni anno si accende la discussione su quale delle maggiori compagnie presenti abbia "vinto" l'E3 2018, argomento sempre decisamente dibattuto. I dati da raccogliere in questo senso non sono molto espliciti, perché bisognerebbe prendere in considerazione uno spettro ampio di elementi e soprattutto ogni visione sull'argomento è sempre molto soggettiva, dunque è difficile trovare una risposta univoca alla domanda, al di là di manifeste superiorità. Oggi è venuto fuori che Nintendo è stata la compagnia più menzionata su Twitter nel corso dell'E3 e in generale nei discorsi legati alla fiera californiana, ma sul fatto che questa possa essere considerata una prova a favore della bontà del Nintendo Direct all'E3 ci sono dei dubbi.
Si è infatti sicuramente parlato molto di Nintendo in corrispondenza dell'E3 2018, ma spesso non proprio in termini lusinghieri: in pochi hanno perdonato alla compagnia il fatto di aver concentrato praticamente tutto lo spazio previsto alla fiera solo a Super Smash Bros. Ultimate, sicuramente gioco molto atteso ma non tanto da fagocitare l'intera attenzione in quello che resta l'evento di maggior rilievo per l'industria videoludica nell'arco di tutto l'anno. È vero che la dimostrazione del nuovo action è stata molto dettagliata e Nintendo, a differenza di quanto fatto da altri, si è concentrata al massimo sul gameplay vero e proprio, ma la sensazione è che i numerosi scambio sui social in proposito siano stati più di delusione che di effettivo entusiasmo per quanto mostrato nel corso dell'E3 2018.
Che l'E3 2018 sia stata una fiera piuttosto criticata è altrettanto vero: altra imputata di rilievo è Sony, che con il nuovo format scelto per la sua conferenza ha portato più noia che altro, nonostante i pochi giochi su cui si è concentrata siano tutti di grandissimo rilievo. Rispetto agli "E3 dei sogni" visti in passato quello di quest'anno è apparso indubbiamente sotto-tono, anche se c'è da rispettare la scelta di volersi concentrare anche in questo caso più sulla dimostrazione nel dettaglio dei vari giochi rispetto al bombardamento di emozioni a cui normalmente tendono i keynote dei maggiori attori presenti all'E3. Molto più tradizionalista e probabilmente per questo anche più d'effetto è stata invece quella di Microsoft, che proprio grazie al suo approccio classico pare essere quella che a detta di molti potrebbe aver vinto l'E3 2018.
Non c'è niente da fare: si può avere una buona line-up o un genuino approccio pragmatico sulla presentazione di giochi effettivamente in uscita, ma l'E3 è anche l'occasione per sognare ed emozionarsi, dunque l'impostazione classica piena di giochi e annunci riesce probabilmente a penetrare con più forza nell'immaginario comune. L'ha capito Microsoft stessa, che sembra essersi adeguata a questo trend dopo aver adottato approcci diversi e più selettivi in passato, ritrovandosi così a mettere in scena una conferenza classicista in netta contro-tendenza rispetto alla concorrenza, e in qualche modo convincendo probabilmente più degli altri proprio grazie a questa scelta. Dunque: all'E3 vince chi propone il solito vecchio calderone rutilante di giochi per tutti i gusti? È probabile, in ogni caso se si deve stare un'ora e mezza a vedere un evento sui videogiochi, il fatto che la cosa migliore sia vederne tanti e variegati potrebbe essere una semplice conseguenza logica.