Cyberpunk 2077 è diventato Cybercrunch 24/7 in una copertina riadattata da Claudio Palazzesi, critico verso l'annuncio dello studio non solo di aver rinviato la data d'uscita del gioco, ma anche di aver imposto a tutti gli sviluppatori dei mesi di crunch intensissimo, che rendono palese il rischio di burnout per più di qualcuno dei coinvolti.
Anche se in questo caso la critica è evidentemente diretta a CD Projekt Red, la polemica in sé ha radici più profonde e riguarda l'intera industria dei videogiochi, i cui studi di sviluppo da sempre ricorrono a lunghi periodi di crunch per chiudere i giochi nei tempi stabiliti, a fronte magari di mesi buttati per problemi organizzativi dovuti all'incapacità delle figure di comando.
Quello di Cyberpunk 2077 non è quindi un caso unico ma, anzi, la triste norma. Ad esempio è risaputo che Rockstar Games impone un crunch spietato ai suoi dipendenti, così come moltissimi altri studi prestigiosi come Naughty Dog e Bioware. Tra i più virtuosi pare esserci Insomniac Games che, nonostante abbia sempre a che fare con grossi progetti, sembra riuscire a gestirli bene, senza distruggere fisicamente e psicologicamente coloro che ci lavorano.