Elden Ring Nightreign è sia simile che diverso dal capitolo sul quale si fonda. Una delle somiglianze, secondo il director Junya Ishizaki, è il livello di difficoltà dei boss.
Poiché si tratta di un gioco multigiocatore, però, il bilanciamento è ancora più importante rispetto al passato.
Il commento del director di Elden Ring Nightreign
"In realtà è difficile rispondere perché Nightreign è stato progettato per essere giocato principalmente multiplayer", ha detto Ishizaki quando gli è stato chiesto di commentare la difficoltà dei boss di Elden Ring Nightreign. "Il bilanciamento - che ha l'obiettivo di rendere i boss del giusto livello di difficoltà - è diverso da quello di Elden Ring, dove l'intento è quello di combattere il boss essenzialmente da soli. È difficile fare un confronto perché il tipo di bilanciamento e la difficoltà sono diversi".
"Detto questo, i boss sono comunque difficili, come in tutti i nostri giochi, e diventano più difficili verso la fine", ha detto Ishizaki. "Quindi, sotto questo aspetto, è più o meno la stessa cosa. Sconfiggere i boss dà un senso di realizzazione. Non saranno sicuramente banali e spingeranno i giocatori a impegnarsi per batterli. Quindi, dovreste aspettarvi una difficoltà simile a quella dei nostri giochi precedenti".
Aggiungiamo che vi sono comunque delle differenze che rendono il gioco più accessibile, in un certo senso. Quando si viene abbattuti durante una boss fight, non veniamo immediatamente sconfitti: il nostro personaggio cade a terra e gli alleati hanno modo di farci tornare in piedi colpendoci e svuotando una barra dedicata. Durante l'esplorazione, però, i nostri alleati potrebbero essere lontani e potrebbero non riuscire a farci resuscitare in tempo: quel che accade è che riappariamo ma perdendo un livello del personaggio (e diventando così più deboli). Possiamo però tornare in punto di morte e riottenere le rune necessarie per il level up.
Il director spiega anche che Elden Ring Nightreign è volutamente stressante ma in modo diverso dal gioco originale.
