Non sembra conoscere tregua l'ondata di polemiche che sta investendo Epic Games Store a seguito dei sempre più numerosi accordi di esclusiva siglati negli ultimi mesi. L'ostruzionismo di una parte del pubblico, già emerso poco prima della pubblicazione di Metro Exodus, è tornato prepotentemente d'attualità con la presentazione ufficiale di Borderlands 3 e la successiva conferma che l'edizione PC godrà di un'esclusività temporanea della durata di sei mesi.
Come spesso accade in rete, il dissenso legato a una ben precisa scelta di carattere commerciale è stato portato all'eccesso, sfociando nella moltitudine di recensioni negative affibbiate ai precedenti capitoli della saga di Borderlands su Steam. Randy Pitchford ha provato a sdrammatizzare con qualche battuta singolare, ma la situazione è rapidamente sfuggita di mano costringendo la stessa Steam a intervenire con un nuovo sistema orientato a contrastare il fenomeno del review bombing.
Sui recenti accadimenti che hanno coinvolto Epic Games Store si è espresso anche Imran Khan, senior editor di Game Informer, evidenziando su Twitter il paradosso del fenomeno: "i fan di Steam si rendono conto che il review bombing di giochi come Borderlands su basi ideologiche rende l'Epic Store una soluzione migliore agli occhi degli sviluppatori?". Recentemente il CEO di Epic Games, Tim Sweeney, aveva confermato che il team vorrebbe introdurre il supporto facoltativo di questa funzionalità, ma almeno per il momento gli utenti non sono in condizione di recensire i prodotti disponibili nel catalogo; ciò significa che un meccanismo come quello scaturito su Steam, su Epic Games Store non attecchirebbe nemmeno. Quella di Khan è evidentemente una provocazione, lo ha specificato anche nei commenti sotto al suo post, ma dà l'idea della piega abbastanza assurda che sta assumendo il dibattito nell'ultimo periodo.
Sta di fatto che una parte del pubblico PC non ha per niente gradito la strategia con cui Epic ha lanciato la tanto sbandierata sfida a Steam. Le argomentazioni su cui poggiano le critiche dell'utenza muovono sostanzialmente in due direzioni: in primo luogo la necessità di dover scaricare un nuovo client per poter fruire delle esclusive al day one, e in secondo luogo la carenza di funzionalità che il nuovo Store palesa se messo a confronto con il navigato rivale. A ben vedere ci sembra giusto sposare soprattutto questa seconda osservazione, tenendo conto del fatto che Epic Games Store ha davvero la necessità di ricevere miglioramenti all'interfaccia e un ampliamento di funzionalità per proporsi come degna alternativa agli occhi del consumatore medio. Con ogni evidenza Epic avrebbe fatto meglio a lanciare fin dall'inizio una piattaforma più completa e rifinita, ma va detto che l'azienda si sta già muovendo per rilasciare novità e aggiornamenti a cadenza periodica che dovrebbero ridurre il gap con la concorrenza.
Che in definitiva sia questo (e non gli accordi di esclusiva) il vero problema che deve fronteggiare Epic Games Store lo pensa anche Richard Geldreich. L'ex dipendente di Valve è intervenuto su Twitter descrivendo i difetti della nuova piattaforma ma dando atto a Epic di aver "risollevato le sorti del gaming su PC" nell'ottica di chi i videogiochi li realizza. Come avrete già avuto modo di leggere, lo sviluppatore ha rimarcato che la percentuale trattenuta da Valve su qualsiasi prodotto inserito nel catalogo di Steam - pari al 30% dei ricavi complessivi - sia da considerarsi un vero e proprio abuso ai danni delle software house. L'importanza di Epic Games Store risiederebbe dunque nel fatto stesso di offrire agli addetti ai lavori un'alternativa conveniente e più equilibrata.
Voi cosa ne pensate delle recenti polemiche che hanno investito Epic Games Store? La presenza di un nuovo competitor è quello di cui ha bisogno il settore PC? Parliamone.