Considerando l'attesa e l'alone di mistero che ancora circonda Final Fantasy VII Remake, qualsiasi minima notizia riguardante il gioco Square Enix viene tenuta in alta considerazione da parte della vasta community di giocatori che sta aspettando questo gioco, figuriamoci quando si parla di elementi strutturali di un certo rilievo. Ha fatto dunque decisamente discutere un dettaglio, emerso in questi giorni, sull'impostazione generale dato al remake del celebre settimo capitolo della saga in questione: in base a quanto emerso attraverso degli annunci di lavoro, sembra che Final Fantasy VII Remake sia destinato ad essere un vero e proprio action game e non un action RPG, come ci si sarebbe potuti aspettare. A dire il vero, qualsiasi componente "action" rappresenta di per sé già una notevole deviazione dalla tradizione dell'originale, che era invece impostato secondo gli stilemi più classici del JRPG, sebbene con alcune peculiarità caratteristiche.
Detto questo, potrebbe non esserci molta differenza tra un'impostazione solamente "action" e una "action RPG" ma bisognerebbe capire di preciso cosa gli sviluppatori intendano con tali definizioni e questo apre già una prima parentesi sulla questione. Intanto, l'intera faccenda potrebbe essere un semplice fraintendimento: una terminologia vaga e standardizzata viene utilizzata solitamente all'interno degli annunci di lavoro, che spesso tendono a enfatizzare le caratteristiche di un prodotto per effettuare una vera e propria promozione alla ricerca di candidati, senza guardare più di tanto alla fedeltà delle descrizioni e all'accuratezza delle informazioni fornite. Tuttavia, bisogna dire che la descrizione del lavoro offerto, nella fattispecie per un VFX designer, sembra proprio enfatizzare la questione del nuovo approccio action, dunque la questione potrebbe avere davvero un certo peso. Detto questo, c'è poi da capire che differenza possa esserci precisamente tra "action" e "action RPG" in questo caso.
I due generi tendono spesso a intersecarsi e fondersi nelle nuove accezioni del gioco di ruolo, ma l'idea fa un certo effetto considerando la tradizione classica della scuola Square Enix, di cui Final Fantasy VII è in effetti un rappresentante, sebbene fra i più tardi e vicini alle nuove influenze emerse in seguito. Il sistema di combattimento del settimo capitolo era basato sull'Active Time Battle a scandire l'azione in turni, discendendo direttamente dal canone classico, e questo ovviamente non può essere considerato action. Una deviazione netta da questa tradizione era d'altra parte ben visibile già dagli scarsi materiali diffusi finora su Final Fantasy VII Remake, ma il passaggio a un action puro sembra tagliare fuori anche le eventuali caratteristiche peculiari del settimo capitolo, che presentava diversi elementi strategici aggiuntivi come l'utilizzo dei Materia Orb da applicare agli slot di armi e armature, i Limit Break e ovviamente la progressione dei personaggi, anche se su questi elementi è possibile effettuare rielaborazioni in linea con un'accezione action.
Fatto sta che un'impostazione del genere potrebbe cambiare radicalmente lo spirito dell'originale, tanto da fa pensare che più che un Remake potrebbe trasformarsi in una sorta di Reboot, forse utilizzabile come base di partenza per una revisione generale dell'intera impostazione di Final Fantasy, che d'altra parte ha già subito variazioni notevoli con Final Fantasy XV. Un'iniziativa del genere potrebbe essere buona per ampliare la base d'utenza e attualizzare il titolo originale, come hanno insegnato operazioni di trasformazione via reboot viste anche per altre serie in questo periodo, ma come potrebbe essere presa dagli appassionati dell'originale? Quello che si chiedeva a Square Enix da Final Fantasy VII Remake era soprattutto la possibilità di rigiocare il grande classico con una nuova veste, in grado di sfruttare l'attuale stato della tecnologia videoludica, ma una trasformazione di un gioco fondamentalmente strategico e riflessivo in un action ha l'aria di uno snaturamento, più che di un'attualizzazione.