Ghost of Tsushima ha colpito molto Toshihiro Nagoshi, il director della serie Yakuza per Sega, che ha riferito come gli sviluppatori giapponesi escano sconfitti da un confronto con Sucker Punch, considerando che un gioco del genere sarebbe dovuto provenire da loro.
In effetti, Ghost of Tsushima è stato accolto molto positivamente in Giappone, con vendite oltre le aspettative in tale area geografica e la conquista del perfect score nei voti di Famitsu, tanto per fare due esempi. Nagoshi dimostra di essere rimasto davvero colpito dal nuovo gioco PS4 da parte di Sucker Punch, come riferito durante un livestream ufficiale di Sega.
"Ad essere onesti, noi in Giappone siamo stati battuti", ha affermato il director di Yakuza, sorridendo. "Chiaramente abbiamo perso. Onestamente, questo è un gioco che doveva essere sviluppato in Giappone", ha spiegato Nagoshi, riconoscendo anche il fatto che gli sviluppatori americani, evidentemente, hanno effettuato delle ricerche approfondite per riprodurre al meglio l'ambientazione.
Ma lo sviluppatore Sega ha anche approfondito ulteriormente la sua posizione su Ghost of Tsushima, spiegando gli aspetti che l'hanno particolarmente colpito: "La modalità Kurosawa non cambia solo la colorazione ma ha anche un approccio tecnico al cambio del frame-rate per combaciare con i vecchi film", ha spiegato, inoltre c'è un particolare che ha colpito Nagoshi più di altri elementi, ovvero il protagonista Jin.
Secondo l'autore di Yakuza, il fatto di aver scelto un personaggio così poco appariscente come protagonista è strano e molto interessante: "tutto questo denaro e tempo di sviluppo è stato concentrato su questo tizio di mezza età", ha affermato Nagoshi, ma non in senso negativo. Il fatto è che la scelta di un protagonista dipende spesso da considerazioni che invadono anche il campo del marketing e delle ricerche di mercato e l'aver fatto emergere un personaggio non particolarmente bello e fascinoso come Jin è straordinario.
Nagoshi prende inoltre Ghost of Tsushima come esempio per scardinare un pregiudizio che spesso è diffuso in Giappone, sull'incapacità degli stranieri di riuscire a cogliere precisamente alcune tradizioni ed elementi del gusto nipponico, affermando che "quella ipotesi è un errore".