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Gli sviluppatori della serie Yakuza sono stupiti del fatto che gli altri studi non riciclino quello che fanno

Gli sviluppatori di Ryū ga Gotoku si chiedono perché gli altri studi di sviluppo non riutilizzino le risorse prodotte per velocizzare il lancio dei giochi.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   22/09/2024
Il protagonista di Like a Dragon: Pirate Yakuza
Like A Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii
Like A Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii
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Nelle scorse ore è stato annunciato Like a Dragon: Pirate Yakuza, il nuovo gioco di Ryū ga Gotoku Studio, nonché nuovo spin-off della celebre serie. Visto lo stupore per la velocità con cui è stato realizzato, il giornalista Gene Park del Washington Post ha ritirato fuori un'intervista risalente a inizio anno in cui ha avuto modo di parlare con la software house dei suoi velocissimi cicli di sviluppo, ottenendo un punto di vista interessante sulla questione.

Un sistema rodato

In Ryū ga Gotoku sono stupiti dal fatto che gli altri studi ripartano praticamente da zero a ogni progetto, ossia che non riutilizzino parte delle risorse che hanno prodotto. Loro invece seguono la strada degli spettacoli televisivi e dei film, "che riutilizzano le risorse a ogni possibile occasione."

Ryū ga Gotoku è uno studio davvero prolifico. Probabilmente uno dei più prolifici al mondo, che riesce a coniugare in modo incredibile quantità e qualità. Negli ultimi quattro anni ha lanciato: Isshin Remake, The Man Who Erased His Name e Infinite Wealth. Ora ha annunciato un nuovo titolo, uno spin-off a tema piratesco della serie principale. In tempi in cui i cicli di sviluppo possono arrivare anche a otto anni, si tratta di un risultato incredibile.

Masayoshi Yokoyama, il direttore di Ryū ga Gotoku Studio, ha fatto l'esempio delle serie GTA o Assassin's Creed, che a ogni capitolo "reinventano grosse fette del gioco." Secondo lui "di questi tempi la maggior parte dei giochi non sono dei miglioramenti dei precedenti, ma dei veri e propri reboot."

Per gli Yakuza è stato differente. Molti capitoli sono infatti ambientati nel quartiere di Kabukicho, i cui modelli e texture sono stati riutilizzati più volte. "Il nostro sistema è di costruire i nuovi giochi sui vecchi," ha spiegato Yokoyama, per poi affermare che si tratta di un modello che viene dal cinema e dalle serie TV e che praticamente solo loro nell'industria videoludica hanno adottato.

Va detto che il loro sistema è attuabile anche per come è stata concepita la serie Yakuza. In giochi che cambiano ambientazione a ogni iterazione, come gli assassin's Creed, diventa complicato riutilizzare le risorse allo stesso modo.