Il giornalista videoludico Imran Khan ha preso posizione contro Hogwarts Legacy, affermando che non coprirà il gioco per via delle accuse di transfobia a J.K. Rowling, la detentrice del franchise, nonché autrice dei libri originali che hanno generato l'universo di Harry Potter.
Nello specifico, Khan ha scritto su Twitter: "Ho deciso che non voglio far parte del marketing di Hogwarts Legacy e non lo farò. Invece, ecco un elenco di enti caritatevoli per trans e il modo di aiutare in Texas. Questo è il modo in cui coprire il gioco prima del lancio da adesso in poi."
La posizione di Khan nasce da alcune affermazioni fatte dalla Rowling nel corso degli ultimi anni, considerate transfobiche dalla comunità LGBTQ+. C'è da dire che lui lavora per una testata posseduta da Tencent, non proprio la compagnia più attenta del mondo all'inclusività.
C'è da dire che naturalmente la Rowling guadagnerà da Hogwarts Legacy, visto che è basato su di una sua proprietà intellettuale e che la posizione di Khan è legittima. Va però sottolineato come lei non sia direttamente coinvolta nello sviluppo del gioco, come più volte ribadito da Warner Bros. Oltretutto il rischio in caso di boicottaggio o di insuccesso è che la miliardaria Rowling non ne venga toccata più di tanto, mentre il team di sviluppo, formato da centinaia di persone che vivono del loro stipendio, potrebbe subire un ridimensionamento o addirittura altri contraccolpi.
Inoltre, va detto che il gioco sembra essere stato scritto con un occhio molto attento proprio all'inclusività, ossia gli autori hanno dimostrato con i fatti di non condividere la visione della Rowling. Perché farla pagare a loro?