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Lars Wingefors si dimette da CEO di Embracer Group ma non lascia la compagnia

Dopo aver guidato Embracer Group attraverso un percorso estremamente difficile, fatto di investimenti eccessivi e di numerosissimi licenziamenti, Lars Wingefors ha annunciato lascerà il ruolo di CEO.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   11/06/2025
Lars Wingefors

Lars Wingefors si dimette da CEO di Embracer Group: l'uomo che ha guidato prima le mire espansionistiche dell'azienda svedese, per poi condurrla attraverso un lungo e drammatico periodo di licenziamenti, chiusure e cancellazioni, passerà a una mansione differente.

A partire dal 1 agosto, infatti, Wingefors assumerà il ruolo di executive chair del consiglio di amministrazione, rimanendo così coinvolto nelle strategie di lungo periodo del gruppo. A sostituirlo come CEO ci sarà Phil Rogers, già CEO di Crystal Dynamics ed Eidos Montreal.

"Anche se la strada non è sempre stata lineare, sono incredibilmente orgoglioso dei risultati raggiunti grazie al talento dei nostri team, che hanno dato vita ad esperienze straordinarie per i videogiocatori", ha dichiarato Wingefors in un comunicato ufficiale.

Embracer ha perso il 23% sulle vendite di giochi per PC e console nell'ultimo trimestre Embracer ha perso il 23% sulle vendite di giochi per PC e console nell'ultimo trimestre

"Questa nuova fase mi permetterà di concentrarmi su iniziative strategiche, fusioni e acquisizioni, nonché allocazione del capitale, garantendo la crescita e il successo continuo di Embracer. Sono più convinto che mai che il meglio debba ancora venire."

Una leadership controversa

Come certamente ricorderete, la leadership di Wingefors ha portato Embracer Group a effettuare un gran numero di acquisizioni in breve tempo, acquistando studi come Gearbox Software, Saber Interactive, Crystal Dynamics, Eidos Montreal e persino l'editore di giochi da tavolo Asmodee.

Lars Wingefors
Lars Wingefors

Tuttavia la rottura di un accordo da 2 miliardi di dollari con Savvy Gamer Group ha posto improvvisamente fine alle mire espansionistiche della società, che si è ritrovata a dover effettuare un difficile piano di ristrutturazione che si è tradotto nel licenziamento di migliaia di dipendenti e nella chiusura di numerosi studi.