Adesso manca solo l'annuncio in pompa magna da parte di Microsoft e ZeniMax, ma ormai l'affare sembra concluso. Sia le istituzioni americane sia quelle europee hanno dato il nullaosta: Bethesda, Id Software, Arcane e Machine Games da qualche ora fanno parte ufficialmente degli Xbox Studios. Si tratta di quello che al momento si può considerare, perlomeno per quanto riguarda l'industria dei videogiochi, l'affare del secolo. In un colpo solo Microsoft assorbe serie del calibro di Elder Scrolls, Doom, Fallout, Quake, Rage e la lista potrebbe andare avanti a lungo. Nomi che da soli valgono i 7,5 miliardi di dollari spesi per l'acquisto. Manca solo una cosa da definire: come si comporterà Microsoft nei confronti di queste amatissime serie?
Si tratta della prima domanda che ci si è fatti una volta che è stato annunciata la trattativa e che sarà il principale argomento di discussione dell'evento stampa che si terrà tra qualche giorno. Come si comporterà Microsoft nei confronti di questi giochi? Li tratterà alla stregue di esclusive o continuerà a pubblicare i giochi di Bethesda su tutte le piattaforme.
Non si tratta di una risposta banale, anche perché il colosso di Redmond non ha una politica unica nei confronti delle sue esclusive. Anzi, come l'essere usciti dalla "guerra delle console" in senso stretto e aver spostato il suo business sul più redditizio settore dei servizi dimostra, l'approccio di Microsoft agli affari è molto pratico: si sceglie la via più redditizia.
Quindi Sea of Thieves sbarca su Steam per poter infrangere i record di utenti contemporaneamente sui server, Minecraft e Minecraft Dungeon vengono pubblicati urbi et orbi per raggiungere i più giovani e persino Ori è arrivato su Switch. E l'esclusività? L'importante è che i conti finali tornino.
E per rendere redditizi 7,5 miliardi di dollari van venduti tanti giochi. Quindi non è escluso che Microsoft, anche dopo aver onorato i contratti in essere, non decida di pubblicare i suoi giochi ovunque. È lo stesso discorso che abbiamo fatto con Sony, che ha deciso di pubblicare alcune sue esclusive su Steam: se un giocatore non arriva su Xbox o Windows Store nonostante qui possa avere Halo, Gears e Fallout "gratis" col Game Pass, allora non c'è nessun modo per raggiungerlo.
E visto che comunque interessa espandere la platea di giocatori coinvolta, l'unico modo che si ha è raggiungere questo genere di giocatori sulla loro piattaforma e magari convincerli ad entrare nel tuo ecosistema.
Cosa ci guadagnerebbe, quindi, Microsoft da un'operazione del genere? Innanzitutto che non avvengano più cose come Deathloop n esclusiva temporale PlayStation, o DLC prima sulle console di Sony e poi che la versione migliore di questi giochi sia quella Xbox. Vuoi provare la beta prima degli altri? Xbox. Giocarlo 6 mesi prima e ottimizzato meglio? Xbox. Collaborazioni con altre serie? Solo su Xbox.
Se queste cose interessano, allora si fanno dare 70 euro e poi decidete voi dove giocare a The Elder Scrolls 6, Starfield e Indiana Jones. Anche su PlayStation.
Una gestione in stile Mojang, a nostro avviso, è quella più probabile, anche alla luce delle parole di Tim Stuart, CFO di Xbox, ricordate proprio oggi da Warren.
Poi è anche vero che se c'è un'azienda che può permettersi una mossa muscolare è proprio Microsoft, un colosso multimiliardario in perfetta salute che potrebbe scegliere di tentare il tutto e per tutto per vincere in questo settore.
In realtà potrebbe esserci anche una terza via, anche questa molto pragmatica e per questo che ci sembra molto in linea con la filosofia della Microsoft di Phil Spencer: decidere gioco per gioco, non precludendosi nulla sin dall'inizio. Starflield, per esempio, è una nuova IP che ha bisogno di un vasto pubblico per potersi affermare e rientrare nei costi di produzione: verrà pubblicato ovunque. The Elder Scrolls 6 sarà un gioco in grado di spostare milioni di utenti e diventare un system seller: lo si pubblica in esclusiva Xbox, magari temporale di un anno.
Cosa ne dite? Secondo voi come agirà Microsoft? Parliamone!