Alzi la mano chi un anno fa avrebbe mai pensato che Cyberpunk 2077 sarebbe stato il mezzo disastro che oggi tutti conosciamo e che allo stesso tempo anche Rockstar Games, casa che da sempre si è dimostrata particolarmente attenta ai dettagli e alla cura delle proprie opere, avrebbe lanciato sul mercato una raccolta così problematica come GTA: The Trilogy - The Definitive Edition? Se avete alzato il braccio, mentite sapendo di mentire, sappiatelo.
Perché la verità è che fino a un anno fa, a parere di molti, sia Rockstar Games che CD Projekt RED erano dei mostri sacri intoccabili. Due compagnie che negli anni avevano ottenuto una fiducia incondizionata da parte di milioni di giocatori in tutto il mondo grazie alla grande qualità della loro opere. Insomma, a meno che non siate muniti di una palla di vetro, era davvero difficile prevedere un loro passo falso, figuriamoci da entrambe. Eppure anche due mostri sacri possono fallire.
Sia chiaro, parliamo di due "flop" di dimensioni differenti. Cyberpunk 2077 è un progetto dagli investimenti faraonici, che avrebbe dovuto rivoluzionare il genere dei GDR e consacrare definitivamente CD Projekt RED nell'Olimpo delle case più grandi e amate di sempre. Il risultato è stato un gioco dal punto di vista tecnico buono su PC ma disastroso su console, con l'aggravante che mancavano (e tuttora mancano) delle feature promesse dagli sviluppatori, un po' come accaduto con No Man's Sky, ma qui il tutto è ingigantito dalla portata del progetto e del nome che c'è dietro.
E GTA: The Trilogy - The Definitive Edition? Da un punto di vista economico e di immagine il tonfo di Rockstar Games è meno pesante di quello di Cyberpunk 2077. Parliamo infatti di una raccolta di remaster, non di un progetto super ambizioso, ma proprio per questo è imperdonabile il modo in cui è stata rovinata la memoria di tre grandi classici come GTA 3, Vice City e San Andreas. Specialmente quando il tutto viene venduto a 60 euro.
In entrambi i casi sono arrivate le scuse da parte di Rockstar Games e CD Projekt RED, ma in molti si sono sentiti presi per i fondelli. Perché lanciare un gioco in quelle condizioni se sai benissimo che è un disastro? La risposta è semplice: non si poteva fare altrimenti. Cyberpunk 2077 era un progetto che stava assorbendo come una spugna i fondi di CD Projekt RED, un ulteriore rinvio sarebbe stato un danno all'immagine incredibile, avrebbe fatto fuggire gli investitori e prosciugato le finanze della compagnia. Insomma, non importa in quali condizioni, doveva uscire entro la fine del 2020. Discorso differente di GTA: The Trilogy - The Definitive Edition. La raccolta per ovvi motivi non stava prosciugando le finanze di Rockstar Games, ma doveva uscire comunque per forza di cose entro la fine di quest'anno, per non pestare i piedi alla re-release di GTA 5 e al tempo stesso per non essere fagocitata dalle numerose uscite del 2022, una delle annate videoludiche più affollate di sempre.
Insomma, a parer loro, meglio uscire subito, anche in condizioni pietose, chiedere scusa e promettere update che chissà se arriveranno mai. Cyberpunk 2077 è ancora lontano dall'essere perfetto e di recente CD Projekt RED ha rimandato sia l'upgrade gratuito next-gen sia le patch e altri contenuti previsti per la fine dell'anno, il che non fa ben sperare. Anche Rockstar Games ha promesso una serie di update per risolvere le magagne di GTA: The Trilogy - The Definitive Edition, ma considerando la mole di problemi che affliggono la raccolta, chissà quale sarà il risultato finale e chissà per quanto tempo bisognerà aspettare.
Insomma, giochi pubblicati entro le scadenze limite, scuse fatte e piani per gli update annunciati. Tutto a posto no? Beh, nì. Sono state delle figuracce che, in misura differente, danneggiano la reputazione anche di due mostri sacri come CD Projekt RED e Rockstar Games.
In particolare il tonfo di Cyberpunk 2077 è stato uno dei più clamorosi e rumorosi degli ultimi anni, viste le ambizioni e la portata del progetto, e recuperare la fiducia non sarà facile. E Rockstar invece? In questo caso parliamo di una casa che la sua reputazione se l'è costruita in decenni di successi. Per quanto sgradevole, questo passo falso verrà dimenticato non appena vedremo un trailer di GTA 6. Ma che dico, basterebbe un teaser trailer di un pelo del naso del protagonista di GTA 6 e amici come prima, no?
C'è da dire che, guardando anche casi meno eclatanti di aspettative disilluse o giochi problematici, la colpa è in parte anche di noi giocatori: questa mania di preordinare o preacquistare a scatola chiusa, magari perché affascinati da un trailer montato ad arte, per "imperdibili" bonus di prenotazione o per una fiducia incondizionata verso aziende che alla fine dei conti hanno a cuore prima di tutto i profitti (come è naturale che sia), incentiva il verificarsi di situazioni simili. Ma questo è un argomento da approfondire in separata sede, magari sarà per un altro "Parliamone".
Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.