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Se GTA 6 facesse crescere il prezzo dei videogiochi tripla A a 100 dollari sarebbe un problema, per un analista

Per l'analista di Circana Matt Piscatella, un prezzo di base di 100 dollari per i giochi tripla A sarebbe un problema ulteriore, non la soluzione.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   20/01/2025
La protagonista di GTA 6
Grand Theft Auto VI (GTA 6)
Grand Theft Auto VI (GTA 6)
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Mat Piscatella, analista della compagnia Circana che si occupa di raccogliere ed elaborare i dati del mercato videoludico USA, fornendo ogni mesi rapporti sul suo andamento, ritiene che se il prezzo dei giochi tripla A raggiungesse davvero i 100 dollari per colpa di GTA 6, non solo non rappresenterebbe una soluzione per i problemi dell'industria, ma sarebbe anche un ulteriore problema per la stessa.

L'imbuto

Il ragionamento di Piscatella nasce dal rapporto "State of Video Gaming in 2025" in cui l'analista di Epyllion, Matthew Ball, definisce benefico un potenziale aumento dei prezzi causato dal successo di GTA 6, che ridurrebbe il numero di copie da vendere di ogni gioco per raggiungere il punto di pareggio.

Per l'analista di Circana però, la tesi di Ball è semplicemente "ridicola":
"Sta ottenendo così tanta attenzione, ma è ridicola." Ha scritto su Bluesky commentando uno dei tanti resoconti giornalistici del rapporto di Ball. "Non c'è bisogno di fissare il prezzo base di un qualsiasi gioco a 100 dollari. Le edizioni speciali, le edizioni da collezione, le edizioni gold / silver, ecc. fanno già la stessa cosa, e una grande percentuale degli acquirenti le acquista al lancio a prezzi più alti."

Per Piscatella, l'obiettivo vero dovrebbe essere quello di: "allargare l'imbuto il più possibile, ottimizzando al contempo i ricavi prodotti al lancio. Non si ottiene un simile risultato fissando un prezzo base così alto da restringere l'imbuto. Non ha semplicemente alcun senso. Per niente. Semplicemente non ce n'è bisogno."

Il punto di vista di Piscatella è chiaro: un prezzo di 100 dollari farebbe guadagnare di più su ogni copia venduta, ma ridurrebbe il pubblico potenziale dei videogiochi, restringendo di conseguenza il mercato, effetto che sarebbe deleterio sulla lunga distanza, per un settore che già di suo è stagnante.