Lo State of Play a cui abbiamo assistito ieri sera non è stato il migliore di sempre, su questo probabilmente siamo tutti d'accordo. Pur nella sua brevità, lo show è sembrato raffazzonato, messo insieme alla bell'e meglio, tirando dentro produzioni francamente bruttine e che avrebbero trovato una migliore collocazione all'interno di un evento specificamente dedicato agli indie.
Il problema delle aspettative è che spesso, magari anche inconsapevolmente, le si applica in automatico a quei brand che storicamente hanno risposto meglio a questo tipo di pressione. Ebbene, da questo punto di vista Sony negli anni ha dato prova di essere davvero brillante e di poter insegnare parecchio ai suoi competitor.
Sembra assurdo, ma è proprio per questo che i giocatori sono furibondi con la casa giapponese per lo State of Play: abituati a presentazioni di qualità nettamente superiore, hanno dovuto fare i conti con una sequenza di titoli tutt'altro che memorabili, inseriti per far numero insieme al promettente Little Devil Inside, mostrato con un trailer.
Per carità, magari alla prova dei fatti i giochi in questione si riveleranno dei veri e propri gioielli, fatto sta che nell'ambito di showcase sempre più focalizzati sul mostrare le meraviglie della next-gen è dura giustificare la presenza di titoli che sembrano vecchi di due generazioni.
Allo stesso modo è terribilmente ingenuo, pur consapevoli della qualità dello show, andare poi a chiedere sui social quale sia stato il reveal migliore, mostrando il fianco a critiche più o meno spietate o a vere e proprie prese in giro, come quella pubblicata su Twitter da KFC Gaming sulla distanza fra realtà e aspettative.
Come scritto in apertura, siamo abituati a vedere Sony comunicare con grande attenzione ed efficacia, farsi beffe degli avversari con la forza dei suoi straordinari brand e di una posizione di leadership nel settore, ed è per questo che l'evento di ieri ci è sembrato così diverso dal solito, abbozzato e confuso.
È stata davvero la paura di concedere spazio a Xbox e Nintendo a spingere la casa di PlayStation a compiere un passo falso? Quanto peserà davvero l'assenza di esclusive first party nel periodo natalizio? Cosa si salva davvero dello State of Play di ieri sera, a mente fredda? Parliamone.