Il remake di The Last of Us per PS5 esiste, a quanto pare, e ci stava lavorando un team interno di Sony che finora ha svolto parecchie commissioni per l'azienda giapponese, supportando lo sviluppo di svariati titoli senza però prendersi mai alcun merito.
È fondamentalmente questa la storia del Visual Arts Service Group, uno studio che non ha neppure un nome ufficiale ma che ha contribuito in maniera importante al successo di produzioni come Marvel's Spider-Man, con i suoi oltre 20 milioni di copie vendute, e della serie Uncharted.
Jason Schreier è entrato in contatto con alcune persone vicine al team, che hanno parlato dei malumori generati dalla decisione di Sony di togliere loro il progetto del remake di The Last of Us per assegnarlo d'ufficio a Naughty Dog.
Secondo queste fonti si tratterebbe dell'ennesima conferma del fatto che l'azienda sembra ormai fidarsi solo di determinati sviluppatori, lasciando nell'ombra chi si occupa di contribuire ai loro successi e arrivando addirittura a smantellare realtà come Japan Studio, incapaci di realizzare giochi che abbiano successo al di fuori del Giappone.
A fronte di questa grossa delusione, Visual Arts Service Group ha visto l'addio di svariati componenti, a cominciare dal fondatore Michael Mumbauer, che tuttavia non ha voluto rilasciare dichiarazioni al riguardo.
Secondo quanto riportato da Schreier, per Sony realizzare blockbuster che siano in grado di incassare tantissimo è diventata una vera e propria ossessione, che però pesa sulle spalle dei piccoli studi interni dell'azienda, messi da parte e privati delle risorse per poter concretizzare le proprie ambizioni.
Nel caso specifico del remake di The Last of Us, la squadra di Mumbauer era riuscita nel 2019 a completare una sezione del gioco sulla cui base giustificare un investimento da parte di Sony per il completamento del progetto, investimento che però non è mai stato effettuato.
Secondo l'articolo di Schreier, l'appena nominato capo di PlayStation Worldwide Studios, Hermen Hulst, non era infatti convinto dell'operazione, che a suo avviso sarebbe costata troppo per via della necessità di creare un nuovo motore grafico e non solo.
A quel punto il progetto è stato messo in pausa per cause di forza maggiore: Visual Arts Service Group avrebbe dovuto aiutare Naughty Dog a rifinire l'esperienza di The Last of Us 2, che era appena stato rinviato al 2020.
Completato anche questo incarico, si è ricominciato a parlare del remake di The Last of Us, ma le cose hanno preso una piega differente. Se infatti inizialmente alcuni sviluppatori di Naughty Dog erano stati assegnati al progetto in qualità di personale di supporto, a un certo punto è diventato chiaro che non era più Visual Arts Service Group a dirigere i lavori.
Sono dunque stati interrotti bruscamente i sogni di gloria dello studio interno, che a quel punto ha inevitabilmente cominciato a perdere pezzi. Per quanto ne sappiamo, ciò che resta del team è attualmente impegnato a collaborare alla realizzazione del tanto desiderato remake, ma sempre in qualità di sviluppatore di supporto.