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The Witcher 3: il director lascia CD Projekt nonostante le accuse di bullismo siano state smentite

Il director di The Witcher 3 Konrad Tomaszkiewicz ha deciso di lasciare CD Projekt nonostante le accuse di bullismo nei suoi confronti siano state smentite.

NOTIZIA di Luca Forte   —   04/05/2021

Ennesima tegola per CD Projekt RED, uno studio che nel giro di pochi mesi è passato dall'essere uno dei più promettenti e ambiziosi dell'industria all'essere travolto da scandali e problemi di varia natura. L'ultimo in ordine temporale è l'addio del director di The Witcher 3 Konrad Tomaszkiewicz. Tomaszkiewicz ha deciso di lasciare lo studio polacco nonostante le accuse di bullismo fatte da alcuni colleghi nei suoi confronti siano state smentite da una commissione interna. Ma nella mail inviata ai colleghi, l'ex director chiede scusa a tutti e promette di cambiare.

I primi scricchiolii sono arrivati durante il lungo sviluppo di Cyberpunk 2077. Il lancio disastroso, perlomeno dal punto di vista tecnico e di immagine, ha aperto un vero e proprio vaso di Pandora, raccontato per larga misura da Jason Schreier, giornalista gaming di Bloomberg. Anche in questo caso è il collega americano a condividere la decisione di Konrad Tomaszkiewicz.

La decisione è stata presa perchè, nonostante la commissione interna di CD Projekt RED abbia smentito le accuse di bullismo rivolte a Tomaszkiewicz "molte persone provano paura, stress o disagio quando lavorano con me", ha scritto il director di The Witcher 3 in una mail interna. Nella quale si è anche scusato coi colleghi "per tutto il cattivo sangue che ho causato".

Konrad Tomaszkiewicz.
Konrad Tomaszkiewicz.

Konrad Tomaszkiewicz è stato il director di quello che è ancora considerato il miglior gioco di CD Projekt RED, oltre che il secondo regista e il capo della produzione di Cyberpunk 2077. Si tratta quindi di una figura di assoluto rilievo all'interno di CD Projekt RED, che ha sicuramente contribuito alle fortune dell'azienda.

Tomaszkiewicz ha scritto di essere "triste, un po' amareggiato e rassegnato" e che "continuerò a lavorare su me stesso. Ma cambiare l'atteggiamento è un processo lungo e arduo, ma non mi arrenderò e spero di cambiare."