A quanto pare gli sceneggiatori di The Witcher 3: Wild Hunt erano preoccupati che il gioco non avesse abbastanza contenuti da tenere impegnati i giocatori. A dirlo è stato lo sceneggiatore capo Jakub Szamalek in un'intervista rilasciata a Eurogamer.net, in cui ha spiegato alcuni dei problemi specifici dello scrivere videogiochi.
Stando a Szamalek
, quella convinzione era dovuta ai paraocchi che a volte gli sviluppatori finiscono per indossare (metaforicamente, s'intende) quando lavorano su di un progetto troppo a lungo. Lo scrittore ha anche spiegato che scrivere videogiochi è molto diverso dallo scrivere libri, film, piece teatrali e quant'altro.
Szamalek: "Avevamo tantissime tabelle, ramificazioni, diagrammi, appunti su dei post-it su cui basarci, ma avere il quadro completo era davvero difficile. Eravamo preoccupatissimi di non avere abbastanza contenuti. Pensavamo seriamente che non ci fossero abbastanza quest e dialoghi da tenere il giocatore occupato."
Szamalek ha aggiunto che ovviamente alla fine il team degli sceneggiatori si sbagliava, ma allo stesso tempo che è difficile capire certe cose quando il gioco è ancora in sviluppo, per via delle numerose parti che lo compongono e dei cambiamenti apportati in corso d'opera.
Fortunatamente The Witcher 3: Wild Hunt si è dimostrato tutt'altro che deficitario dal punto di vista dei contenuti e molti lo acclamano come uno dei migliori giochi degli ultimi anni, in attesa di Cyberpunk 2077, il nuovo gioco di CD Projekt Red, che uscirà il 16 aprile 2020 su PC, Xbox One, PS4 e Stadia.