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X voleva dare “Info sull'account” più precise, ma la nuova funzione dell'ex Twitter ha generato solo caos

La nuova funzione di X sui dati degli account ha mostrato numerose imprecisioni, soprattutto per individuare la provenienza dei vari utenti.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   24/11/2025
Logo di X

Nei giorni scorsi, la piattaforma X ha iniziato a distribuire una funzione denominata "About This Account", "Info sull'account" in Italia, pensata per mostrare informazioni sulla provenienza degli account, tra cui il Paese di creazione e quello in cui l'utente risulta attualmente basato. L'obiettivo dichiarato era aumentare la trasparenza.

Le prime ore di disponibilità hanno però mostrato più criticità del previsto: il rollout ha generato un'immediata ondata di segnalazioni legate a dati inesatti o incoerenti, specialmente per i profili più datati, al punto che una parte delle informazioni è stata temporaneamente rimossa.

Il caos su X

Le segnalazioni di errore hanno riguardato tanto gli utenti comuni quanto figure pubbliche e testate editoriali, evidenziando che i meccanismi di rilevamento della posizione sono tutt'altro che affidabili. Viaggi frequenti, connessioni da sedi internazionali, l'uso di VPN o il semplice riciclo di vecchi indirizzi IP possono portare a indicazioni fuorvianti sul Paese in cui un account risulta "basato". In diversi casi la discrepanza tra posizione reale e posizione mostrata ha creato fraintendimenti immediati. Il responsabile prodotto di X, Nikita Bier, ha ammesso subito la presenza di problemi, anticipando una correzione entro pochi giorni, ma le rassicurazioni non hanno fermato le polemiche.

Al momento X/Twitter ha dei problemi
e non è possibile caricare il post

Account noti come quello del divulgatore Hank Green sono apparsi localizzati in Paesi del tutto scollegati dalle effettive attività, mentre testate con redazioni distribuite a livello globale hanno visto attribuzioni casuali, non corrispondenti alle sedi operative. Anche aziende con presenza internazionale si sono ritrovate indicate in nazioni diverse dalle proprie, confermando la difficoltà di distinguere l'origine tecnica della connessione da quella geografica reale.

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La reazione degli utenti ha amplificato ulteriormente l'impatto dell'errore. Molti profili hanno denunciato pubblicamente l'inaccuratezza delle etichette, salvo poi utilizzare le stesse informazioni difettose per attaccare altri utenti o per sostenere accuse di interferenze straniere. L'effetto è stato un'esperienza collettiva dominata da sospetti reciproci, spesso scollegati dai fatti.

Il tema non è però del tutto campato in aria. Negli anni sono emerse prove di attività coordinate da parte di gruppi che mirano a influenzare il dibattito politico statunitense dall'estero. In questo contesto, una funzione che evidenzia la possibile provenienza degli account potrebbe avere una sua utilità, purché basata su dati solidi. Senza un adeguato livello di accuratezza, il rischio è quello di generare ulteriori incomprensioni e di trasformare un intento informativo in un ulteriore strumento di polemica.

La questione economica aggiunge un altro tassello. La monetizzazione di X premia fortemente l'engagement e i contenuti politici tendono a generare interazioni elevate. Per alcuni account, soprattutto quelli orientati verso il cosiddetto rage-baiting, la possibilità di attrarre l'attenzione è di fatto una fonte di guadagno. Le discussioni su presunte interferenze possono quindi diventare parte di una dinamica più vasta, dove la visibilità supera l'accuratezza.

Intanto secondo Grok, Elon Musk è sempre il migliore in ogni campo, ma riconosce che Beyoncé canterebbe meglio di lui.