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Xbox continua ad acquistare team di sviluppo ma sembra non sappia gestirli

L'anno del riscatto di Xbox si sta trasformando nell'ennesimo passo falso per una divisione che continua ad acquistare team ma poi sembra non sappia gestirli.

Xbox continua ad acquistare team di sviluppo ma sembra non sappia gestirli
NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   03/05/2023

Che ci sia un problema in casa Xbox è ormai perfettamente chiaro: sono ormai alcuni anni che la divisione gaming di Microsoft continua ad acquistare team di sviluppo, ma poi sembra non sappia gestirli, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E così il 2023, che doveva essere finalmente l'anno della rivalsa per le ambizioni videoludiche della casa di Redmond, si sta trasformando in un incubo.

L'ultima goccia è stato Redfall, accolto dalla critica con voti appena sufficienti: un fallimento clamoroso per il pur talentuoso team di Arkane Studios, autore di gioielli come Dishonored, Prey e Deathloop, nonché uno dei due titoli su cui gli utenti Xbox puntavano convintamente per risollevare un triennio a dir poco deludente lato first party. L'altro è Starfield, ma vista la storia di Bethesda Game Studios chissà come andrà a finire.

A questo punto arriva generalmente qualcuno a far presente che entrambi i giochi erano in cantiere ben prima dell'acquisizione di Bethesda da parte di Microsoft. Ebbene, non si tratta in alcun modo di una giustificazione: finalizzato l'acquisto, la casa di Redmond avrebbe dovuto controllare i progetti in lavorazione e fornire le risorse necessarie per risolvere eventuali problemi, oltre a rinviarne il lancio come peraltro ha fatto.

Volendo restare in casa Bethesda, non è passato neanche un mese dal debutto di Ghostwire: Tokyo su Xbox Series X|S, che è arrivato sulla console Microsoft in una condizione clamorosamente peggiore rispetto a quella presentata un anno fa su PS5. Vale a dire che in dodici mesi gli sviluppatori non hanno sentito minimamente l'esigenza di sistemare le tante incertezze tecniche di un prodotto che ha comunque degli importanti pregi e arricchisce il catalogo del Game Pass.

Si tratta semplicemente di nodi che vengono al pettine per una gestione fin qui davvero problematica, che ha visto Microsoft lanciare una nuova console senza neanche un'esclusiva first party, quando a sostenere quel peso c'era solo Halo Infinite, e sappiamo bene com'è andata: rinviato clamorosamente, il nuovo capitolo ci ha consegnato un'ottima campagna ma nell'ambito che più contava sul lungo periodo, quello del multiplayer, ha ampiamente deluso le aspettative.

Considerando la quantità di investimenti compiuti finora, i risultati sono decisamente scarsi in confronto a ciò che hanno portato nei negozi Sony e Nintendo, al punto che pare che Turn 10 e Playground Games sembrano essere gli unici nell'ambito degli Xbox Game Studios tanto in grado di lavorare bene quanto di lanciare giochi capaci di coinvolgere milioni di utenti, che è quello che serve disperatamente a Microsoft per poter essere davvero competitiva.

Acquisire Activision non servirà a nulla, se l'azienda non riuscirà a individuare le sue criticità interne e risolverle rapidamente. E se alla fine dei conti il problema fosse proprio quella gran brava persona che siamo convinti sia Phil Spencer, troppo gentile per pretendere che gli studi acquistati continuino a lavorare come hanno sempre fatto quando non avevano il colosso di Redmond a coprirgli le spalle, allora magari è da lì che bisognerà cominciare a cambiare.

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Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.