Chi segue con un po' di attenzione il mercato videoludico mobile (ma anche senza troppa attenzione, a dire il vero), avrà già capito più o meno a cosa corrisponda questo gioco, tuttavia il blasone degli sviluppatori e la dimensione della produzione ci impone di approfondirne la conoscenza con questa recensione di Battle Breakers.
Tanti personaggi, waifu assortite, mappe con livelli sequenziali, combattimenti a turni, gestione dei combattenti ed evocazioni: ci sono proprio tutti gli ingredienti classici che hanno ormai definito in maniera estremamente standardizzata il genere dell'RPG strategico mobile in questi anni, praticamente senza alcun guizzo originale in questo caso ma con una notevole cura nella realizzazione del tutto. Fa un po' sorridere che il "progetto di passione, sviluppato da un piccolo team di Epic Games", come il publisher definisce con un certo orgoglio questo gioco, sia in definitiva un titolo che sembra uscito da uno stampo industriale modellato stando ben attenti a non uscire affatto dal seminato, giungendo peraltro ampiamente in ritardo sul mercato. Da un marchio di questo calibro forse ci saremmo aspettati qualcosa di più coraggioso e originale come frutto di passione da parte di piccoli distaccamenti di sviluppatori, ma l'intento di Battle Breakers è chiaro, e segue la volontà di Epic Games di mettere un piede in quel rutilante e ghiotto campo di battaglia rappresentato dai giochi free-to-play con micro-transazioni sulle piattaforme mobile.
Dal punto di vista tecnico il lavoro svolto è pressoché impeccabile, ma restano diversi dubbi sull'efficacia di un'operazione del genere, che giunge in netto ritardo rispetto a una concorrenza ormai ben piazzata ma forse sempre meno agguerrita proprio perché il fenomeno sembra stia calando in quest'ultimo periodo. Dopo aver rilevato una sorta di rilancio creativo nell'ambito mobile, soprattutto grazie ai nuovi modelli di business e produzioni offerti prima di tutto da Apple Arcade e in seconda battuta da Google Play Pass, ritrovarsi davanti a Battle Breakers dà l'idea di un netto passo indietro nel cammino evolutivo di questa industria, ma questo riguarda proprio la tipologia merceologica di un gioco di questo genere, più che la sua effettiva qualità in termini di realizzazione.
Raccolta, gestione e battaglia
Esempi di titoli simili se ne trovano veramente a bizzeffe anche su queste pagine, per rimanere su quelli più recenti citiamo Raid: Shadow Legends, AFK Arena, Valkyrie Anatomia, Epic Seven o anche derivazioni più peculiari come Looney Tunes: Il Mondo del Caos, tanto per far capire come questa tipologia di gioco sia diventata un vero e proprio standard monolitico, nella sua struttura di base, ma applicabile a diversi contesti. La storia è il classico pretesto per mettere in scena una lotta del bene contro il male, in questo caso con demoni e creature varie che emergono da cristalli sparsi in giro per il mondo, ma la presentazione con tanto di canzone di apertura trasmette davvero delle ottime vibrazioni trash da "cartone animato del sabato mattina", come lo definirebbero gli americani. Tuttavia, la struttura non ha nulla di non visto in precedenza: si tratta di raccogliere combattenti di vario tipo che traggono ispirazione dal fantasy sia in accezione occidentale che nipponica, ovviamente con grande abbondanza di fanciulle più o meno svestite che godono sempre di ampia presenza nei giochi gacha.
Il gameplay si fonda sulle sfaccettature tipiche di questo genere ibrido, smistando gli impegni del giocatore tra il campo di battaglia, la gestione dei personaggi e la costruzione di infrastrutture in cui investire denaro e risorse per potenziare ulteriormente il proprio esercito e rafforzare la propria presenza nel mondo di gioco. Il sistema di combattimento è a turni e si limita a far scegliere al giocatore il personaggio da utilizzare e l'uso di un attacco standard o speciale, con il classico sistema di rapporti di forze tra elementi in stile carta-sasso-forbice, ma anche qui ben presto tutto si appiattisce con l'utilizzo dell'autoplay, dunque la componente strategica si limita esclusivamente alla composizione della squadra da schierare sul campo e la sua disposizione sulla caselle in base alle classi degli eroi (tank, ranged, supporto e simili). Il ciclo è sempre lo stesso: composizione della squadra e autoplay, missione dopo missione, finché queste non diventano troppo difficili e allora si pensa al potenziamento dei personaggi o a qualche evocazione, che però come di consueto tende a premiare coloro che spendono denaro reale per l'utilizzo di maggiori quantità di gemme o partecipazione a qualche "promozione" a tempo. In sostanza, il grinding fatto gioco, che è poi quello su cui tutto questo genere mobile è incentrato, con la consueta aggravante del vantaggio derivato dalla spesa di denaro reale.
Al di là di quello che si può pensare degli RPG tattici con elementi gacha, è indubbio che Battle Breakers sia ben fatto all'interno di tale standard, cosa dimostrata sia dalla qualità grafica media, dalla caratterizzazione generale all'interfaccia utente, sia dall'integrazione delle varie componenti in un tutt'uno piuttosto organico.
Conclusioni
Può sembrare paradossale ma la mancanza totale di originalità di Battle Breakers è quasi curiosa. Da una compagnia scafata come Epic Games, anche per un progetto secondario di piccole dimensioni, ci saremmo aspettati forse un prodotto meno improntato sulla pedissequa riproduzione di caratteristiche standardizzate e riscontrabili in decine di altri titoli. Quello che emerge è dunque l'idea di trovarci di fronte a un gioco già ampiamente visto, per giunta arrivato sul mercato un po' fuori tempo massimo, proprio quando il panorama mobile comincia a riscoprire una notevole varietà e freschezza di produzioni diverse grazie anche ai nuovi servizi su abbonamento. Se non siete ancora stanchi del genere, tuttavia, Battle Breakers rappresenta sicuramente una delle sue migliori interpretazioni, anche grazie a una buona caratterizzazione un po' in stile anni '80.
PRO
- Molto curato tecnicamente e perfettamente accademico nella sua struttura canonica
- Caratterizzazione vagamente in stile cartoon anni '80
CONTRO
- Tutto già ampiamente visto in molti altri giochi del genere
- Dinamiche gacha che puntano verso le micro-transazioni
- Il tutorial non è chiarissimo, anche se ormai le caratteristiche sono note