Il "Prof. Dott. Christoph Minnameier", come viene letteralmente accreditato l'autore di questo gioco, ha avuto un'illuminazione notevole con il primo Dungeon of Dreadrock, evidentemente alimentata da così tante idee da riuscire a costruirci non solo uno ma due giochi, e forse tre se si dovesse realizzare la sua visione di una trilogia. Francamente, vista la qualità che è riuscito a mantenere e addirittura a incrementare tra il primo e il secondo, ci auguriamo proprio che la serie continui ad avere successo perché si tratta di vere e proprie perle di gameplay che vorremmo continuare a scoprire a cadenza regolare. L'idea di base su cui si fonda il tutto è mettere in scena quello che sembra una sorta di RPG dungeon crawler, con tanto di spostamento tipico di casella in casella, ma che si rivela essere in verità un vero e proprio puzzle, sebbene con qualche elemento ibrido che può richiamare le avventure in stile Zelda.
Scopo del gioco è esplorare le profondità di un antico dungeon suddiviso in livelli, ognuno dei quali composto da una singola schermata inquadrata dall'alto.
Sebbene l'idea di incentrare tutto su questa impostazione possa sembrare limitante, come vediamo in questa recensione di Dungeons of Dreadrock 2 è veramente impressionante la quantità di idee e soluzioni diverse che il gioco riesce a buttare in campo di livello in livello, proponendo continuamente situazioni inedite o valide variazioni sui temi proposti in precedenza, mantenendo sempre alta la curiosità di vedere cosa si celi nella schermata successiva. Ovviamente c'è una certa ripetizione di elementi nei circa 100 livelli proposti, ma aggiunte e variazioni sono tante e frequenti, in grado di rendere il viaggio una continua scoperta, con soluzioni sorprendenti e molte volte semplicemente geniali.
Avventure parallele
Non si può dire che la storia sia proprio un elemento centrale di Dungeons of Dreadrock 2, eppure la narrazione trova il suo spazio anche in questa lunga successione di enigmi, arricchendo il tutto e dando un senso all'esperienza di gioco e alla progressione della protagonista all'interno del dungeon.
In maniera piuttosto originale, la storia raccontata qui non è un seguito del primo capitolo, ma si svolge in contemporanea con questo, con riferimenti e citazioni proposti in maniera molto intelligente e anche alcune situazioni in cui i due protagonisti si trovano in un certo senso a collaborare in maniera asincrona. In questo caso, la protagonista è una maga dell'Ordine della Fiamma, incaricata dalla "Madre" di trovare un'antica corona perduta nelle profondità del monte Dreadrock, un oscuro labirinto che fa da scenario sia al primo che al secondo capitolo.
Avanzando nella propria missione, la protagonista si rende conto che c'è qualcos'altro che richiede la sua attenzione tra i sotterranei e la sua storia si intreccerà in maniera inevitabile con quella della razza del primo capitolo.
È un modo originale e inaspettato di allacciare tra loro i due capitoli, con la narrazione che procede tra documenti e descrizioni di ciò che circonda la protagonista e momenti di introspezione e visioni, ricordi e collegamenti che creano un interessante continuo con la prima parte, che peraltro potete conoscere meglio leggendo la nostra recensione di Dungeons of Dreadrock. Restano inalterati gameplay e stile grafico, costruendo un'esperienza di gioco coerente e affascinante grazie a una caratterizzazione in pixel che richiama alcuni vecchi classici del genere cRPG dungeon crawler, pur proponendo meccaniche di gioco decisamene differenti da quel mondo.
Enigmi e caselle
La protagonista si muove rigorosamente da una casella all'altra come su una scacchiera, con la possibilità di utilizzare vari oggetti per combattere contro i nemici e interagire con gli elementi dello scenario.
Inizialmente armata di un bastone e di uno scettro magico (dagli utilizzi limitati, almeno in una prima fase), la maga deve ingegnarsi per capire come risolvere gli enigmi che si frappongono, di volta in volta, tra lei e l'uscita di ogni livello, anche utilizzando oggetti trovati sul luogo. I puzzle si basano su concetti classici come premere interruttori per aprire passaggi o innescare meccanismi, utilizzare leve, trovare chiavi e sfruttare creature varie per raggiungere i propri scopi, ma la combinazione di elementi e il modo in cui i puzzle si compongono di volta in volta creano un continuo effetto sorpresa in grado davvero di stupire. Dungeons of Dreadrock 2 è un piccolo manuale di puzzle design che dimostra come sia possibile sfruttare un numero limitato di elementi noti per creare sfide sempre nuove e sorprendenti.
Rispetto al primo capitolo, qui viene introdotto anche un elemento quasi da "metroidvania", per così dire, con la necessità di tornare più volte in una parte specifica del dungeon per aprire progressivamente nuove zone, scoprendo un mistero sempre più fitto intorno alla missione della protagonista e i segreti celati all'interno dell'antica struttura.
In generale, gli enigmi sono costruiti su elementi basilari del genere, ma anche giocando su pochi fattori riescono sempre a risultare abbastanza impegnativi, tanto da portare a una certa soddisfazione ogni volta che si raggiunge il varco di uscita di ogni livello. In ogni caso, blocchi e frustrazioni sono totalmente scongiurati da un intelligente sistema di consigli attivabile in qualsiasi momento, strutturato in maniera progressiva: le indicazioni vengono visualizzate su diverse pagine, partendo da quelle più generiche per arrivare a una sorta di guida passo per passo, consentendo così di scegliere fino a che punto spingersi con il supporto.
Il piccolo mondo antico di Dungeons of Dreadrock 2
Lo stile 2D in pixel art non fa proprio più notizia, anzi si può dire che sia ormai alquanto abusato, ma in casi come questo resta sempre la soluzione migliore per mettere in scena l'azione in maniera più chiara e affascinante possibile.
Non si può dire che Dungeons of Dreadrock 2 sia un titolo dotato di una caratterizzazione grafica particolarmente originale, ma la sua esecuzione è davvero impeccabile per quanto riguarda scenari, sprite e animazioni. La pulizia generale risulta peraltro funzionale al riconoscimento immediato degli elementi su cui focalizzare l'attenzione, pur non disdegnando anche oggetti di contorno su cui è possibile ottenere anche delle descrizioni accurate, in pieno stile gioco di ruolo classico. In generale, gli elementi audio-visivi concorrono a ricostruire un'atmosfera che punta a richiamare i classici del genere dungeon crawler, nonostante il gameplay sia poi sostanzialmente diverso. Una menzione speciale va fatta anche per l'ottima colonna sonora e in particolare per la canzone di apertura, in grado di evocare perfettamente l'atmosfera da fiaba fantasy.
Conclusioni
Pur non inventando nulla di totalmente nuovo rispetto al capitolo precedente, Christoph Minnameier dimostra di essere una vera fucina di idee con Dungeons of Dreadrock 2. Partendo dalla rappresentazione fra RPG dungeon crawler e Zelda, è in grado di combinare i semplici elementi fondamentali utilizzati per comporre i livelli in situazioni sempre nuove ed enigmi stimolanti e mai banali, tanto da riuscire a riservare molte sorprese nel centinaio di stanze da esplorare nella storia. Nonostante la ripetizione di elementi grafici e parzialmente di alcune soluzioni di gameplay, avanzare nei meandri del monte Dreadrock si conferma una continua scoperta e un vero piacere.
PRO
- Una perfetta composizione di elementi semplici, ma vari
- Gli enigmi e le piccole stanze spingono a inoltrarsi sempre più a fondo
- Caratterizzazione piacevole, tra grafica e audio
CONTRO
- A lungo andare si nota una certa ripetitività, tra scenari e soluzioni di gioco