La serie Fallout è profondamente radicata nella cultura USA. Riassumendo, è il racconto dei padroni del mondo che, vittime della loro follia e ambizione, finiscono per distruggere lo stesso avviando una guerra senza ritorno. È un mondo post nucleare alla Mad Max in cui viene messa in scena la lotta per la sopravvivenza delle schegge di una società in frantumi che tentano in qualche modo di riorganizzarsi. I primi due Fallout erano permeati di un pessimismo feroce, moderato da Bethesda dopo l'acquisizione della serie, che ha iniziato a riscriverla pensandola più come un marchio commerciale. Quindi abbiamo visto un allargamento del folklore, ma anche una mitigazione dei toni, in particolare con il quarto capitolo e con Fallout 76, che possiamo considerare i Fallout più accessibili, Fallout Shelter a parte, che fa storia a sé.
Comunque sia, più la serie si allargava, più veniva naturale chiedersi che cosa fosse successo nel resto del mondo. Degli USA di Fallout sappiamo moltissimo, tanto che è possibile scrivere una vera e propria storia dei fatti principali accaduti nella nazione post guerra atomica, ma il pianeta è decisamente più vasto di quello rappresentato dai vari giochi e opere derivate e qualcosa sarà accaduto anche da altre parti, a meno che non si creda che non ci siano sopravvissuti nel resto del globo terracqueo. Qualcosa in realtà si sa, ma davvero molto poco. A rimediare, almeno per quel che riguarda il Regno Unito, ci ha pensato Team FOLON, studio nato fondendo le competenze di diversi modder e appassionati, con Fallout: London, un'enorme total conversion per Fallout 4 ambientata, come facilmente intuibile, a Londra.
Non è un gioco ufficiale della serie, chiariamolo subito, ma è completamente gratuito, a patto di possedere Fallout 4 su Steam o GOG, e ha avuto una tale risonanza che molti si sono fiondati a scaricarlo (500.000 download in 24 ore non sono pochi, soprattutto per una mod), facendolo diventare un successo enorme, tanto che gli sviluppatori si sono riorganizzati post lancio come una software house vera e propria. Considerate che nel corso dello sviluppo Bethesda stessa si è in qualche modo interessata al progetto, vista la risonanza avuta, assumendo alcuni membri di Team FOLON per i suoi titoli. In fondo stiamo parlando di gente che è riuscita a produrre in autonomia un gioco di ruolo da decine di ore dall'ambientazione originale, quindi non certo di sprovveduti.
Uno scenario ben fatto
All'avvio Fallout: London mostra immediatamente come, pur partendo dalle fondamenta della serie originale, gli sviluppatori abbiano dovuto creare molto da zero. Ad esempio l'editor dei personaggi è quello di Fallout 4, anche se leggermente rivisto, ma il contesto in cui inizia l'avventura è decisamente diverso: niente Vault, ma una base di ricerca sotterranea. Siamo un esperimento che viene liberato da un gruppo / fazione con cui entreremo poi in contatto dopo essere riusciti a uscire dalla nostra prigione. L'idea che viene trasmessa dai primi minuti di gioco è quella di trovarsi di fronte più a un emulo di Fallout: New Vegas che a uno dei giochi di Bethesda. Lo si capisce dal fatto che si può praticamente morire già nella fase di ingresso in gioco, dove siamo costretti a combattere a mani nude contro dei topi giganti.
L'impressione viene confermata dal proseguo dell'avventura, tra la difficoltà tarata decisamente verso l'alto e una grande attenzione alla componente ruolistica dell'esperienza. Lì dove Bethesda ormai propone dei sandbox in cui si può fare tutto, senza che ciò che si fa abbia effettivamente un peso, gli sviluppatori di Fallout: London hanno optato per un'avventura più focalizzata, in cui assumere le parti di una delle fazioni presenti modifica effettivamente il gioco, tra missioni uniche e uno sviluppo narrativo differente, in cui non si trovano armi capaci di spazzare via eserciti di nemici nei cestini sparsi per le mappe (ce ne sono di speciali, ma sono ben nascoste e vanno sudate) e, soprattutto, in cui correre troppo in avanti senza un'adeguata preparazione significa essere uccisi abbastanza velocemente. Insomma, è una mod per un gioco di Bethesda che sembra essere quasi in polemica con Bethesda stessa, tanto è attenta a seguire un discorso differente.
La parte migliore è che funziona. Appena usciti dal laboratorio si può ammirare una Londra ricostruita con grande attenzione per i dettagli (varrà lo stesso per il resto del gioco) e, passo dopo passo, si finisce coinvolti in una storia dalle tinte decisamente europee, in cui possiamo vedere lo sforzo fatto per raccontare il post bomba fuori dagli Stati Uniti. Non c'è niente di ufficiale, sia chiaro, ma è lodevole l'impegno profuso nel delineare come si sono formate le varie fazioni nella città di Londra e alcuni sviluppi impossibili nel contesto della serie principale. Lo stesso scenario è post apocalittico, ma più cittadino rispetto ai Fallout tradizionali. Quindi niente deserti, ma tante case abbandonate diventate territori delle fazioni e dei mostri creati dalla radiazioni.
Sistema di gioco
In termini di sistema di gioco e progressione, il concept è lo stesso del resto dell'esperienza: via l'appiattimento di Fallout 4, in cui si può andare quasi ovunque sin da subito e bentornata una concezione dello spazio di gioco alla New Vegas, con l'allargamento dell'esplorazione che corrisponde a un incremento della difficoltà e con la presenza di luoghi inaccessibili per personaggi di basso livello. In questo senso Team FOLON è stata anche aiutata dall'aver scelto di strutturare la sua Londra in ampie mappe (niente open world, quindi), in modo da poter modulare con più facilità certi elementi della progressione.
Quello che interessa a noi è che il tutto ha funzionato davvero bene, per le circa 35 ore che abbiamo impiegato per completare il gioco, e lo ha fatto anche grazie a una gestione del personaggio profonda, in cui caratteristiche, abilità e perk rendono ogni partita un'esperienza unica. Di nostro abbiamo creato un personaggio che poteva portare più peso sulle spalle per retroterra, avendo scelto di aumentare il carisma, la percezione e l'intelligenza più della forza, ma che subiva in modo nefasto gli effetti di stimpak e droghe varie, ottenendo più malus che bonus dal loro utilizzo. Comunque sia, in più occasioni siamo stati contenti di ritrovare le decisioni che avevamo preso in fase di creazione e di evoluzione del personaggio, gratificate dal gioco, o con dialoghi esclusivi, o con la possibilità di superare determinate situazioni a modo nostro.
Paradossalmente, anche lì dove abbiamo trovato dei limiti dovuti alle caratteristiche selezionate, siamo stati compiaciuti degli stessi (ad esempio l'impossibilità di aprire certe porte per la scarsa forza), perché abbiamo visto il racconto implicito che avveniva sullo schermo plasmarsi secondo quello che avevamo scelto di essere (avete presente il concetto di agency?). Insomma, fare delle scelte non ci è sembrato completamente inutile, perché in qualche modo abbiamo potuto vederne i riflessi concreti sulla partita.
E dal punto di vista tecnico?
Insomma, Fallout: London ci ha davvero soddisfatti, tanto che a un certo punto eravamo così coinvolti dall'esperienza da aver dimenticato di trovarci di fronte a quella che è essenzialmente una mod. Enorme, ma pur sempre una mod. Qualcosa di simile ci era capitato soltanto con Enderal: Forgotten Stories.
Naturalmente in casi del genere è facile perdonare alcune magagne, in particolare tecniche, considerando che gli sviluppatori non avevano un budget da spendere nel QA (controllo qualità) e hanno dovuto fare tutto da soli, al massimo con il supporto di volontari. Quindi non siamo rimasti poi così sconvolti da problemi come alcuni caricamenti a vuoto, qualche oggetto fluttuante, qualche strana compenetrazione e quant'altro. I crash del gioco ci hanno sicuramente infastidito, ma l'eccezionale supporto di Team FOLON lascia ben sperare per il futuro, con già il primo hotfix, lanciato nelle scorse ore, che ha sistemato diversi problemi. Del resto Fallout: London non ci è sembrato meno pulito di titoli quali Cyberpunk 2077, The Last of Us Parte 1 o The Elder Scrolls V: Skyrim stesso. Semplicemente, se non vi piace l'idea di giocare con qualche imperfezione tecnica, aspettate i futuri aggiornamenti. Tanto è gratis, quindi che lo scarichiate oggi o tra qualche mese non cambia veramente nulla. In questo senso non ce la siamo sentita di penalizzare il gioco, che di suo rimane un'opera eccezionale per le modalità con cui è stata realizzata e per la passione che trasuda da ogni suo poligono, oltre che per la qualità complessiva, degna di un prodotto commerciale.
Conclusioni
La parte migliore di Fallout: London è che probabilmente è più di ciò che doveva essere. Gli sviluppatori si sono prodigati per realizzare la migliore esperienza possibile, con le risorse a loro disposizione, tanto che ne è venuto fuori un piccolo gioiello che merita di essere giocato da tutti gli appassionati della serie Fallout e non solo, considerando che è gratuito. Per inciso: Londra è ben ricostruita, la parte ruolistica è curata e l'avventura è davvero intrigante, qualche ingenuità a parte. Insomma, che fate ancora qui?
PRO
- Sistema di gioco più vicino a New Vegas che a Fallout 4
- Londra è ben ricostruita
- Le scelte del giocatore hanno un peso
CONTRO
- Ancora qualche magagna tecnica (in via di sistemazione)