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One Piece Pirate Warriors 4, la recensione

La recensione di One Piece Pirate Warriors 4, il musou sviluppato da Koei Tecmo e Omega Force che porta ancora una volta alla vita l'universo narrativo di Eichiro Oda in un concentrato di pura devastazione

RECENSIONE di Alessandra Borgonovo   —   27/03/2020

One Piece è una di quelle opere che non ha bisogno di presentazioni: chiunque ormai riconosce l'iconico cappello di paglia e il sorriso a trentadue denti di Monkey D. Rufy, giovane capitano pirata alla guida della più sgangherata ciurma che abbia mai solcato i mari nell'universo narrativo di Eiichirō Oda. Dopo uno stentato action adventure nel 2019, ci pensa ancora una volta Koei Tecmo a farci assaggiare tutta la loro piratesca potenza: a cinque anni di distanza dal capitolo precedente si torna quindi a parlare di musou e a farlo in quello che ora come ora, per un genere di per sé estremamente ripetitivo, risulta essere la formula migliore. Leggera, disimpegnata e divertente, coadiuvata da un comprovato impianto narrativo che aiuta a proseguire lungo missioni inevitabilmente molto simili tra loro. Eppure, a maggior ragione se siete appassionati dell'opera, c'è una persistente assuefazione che vi porterà a mettere la parola fine all'avventura principale con una certa soddisfazione come vi spiegheremo nella recensione di One Piece Pirate Warriors 4.

Storia: c'è un ragazzo capitano

L'arco narrativo di One Piece Pirate Warriors 4 comincia in medias res, per poi sbalzarci indietro nel tempo fino a rivivere le origini di Cappello di Paglia e della sua ciurma e infine continuare da dove il capitolo precedente si era interrotto. Iniziando dal regno di Alabasta, proseguiremo il viaggio alla ricerca di fantomatico One Piece vivendo i momenti più salienti di un'avventura che sembra destinata a non aver mai fine: tra sequenze flashback e riassunti che fanno da collante sia all'interno degli stessi archi narrativi sia tra l'uno e l'altro, il gioco costruisce una storia semplice da fruire persino per chi non ha mai avuto a che fare prima con la serie.

I personaggi sono introdotti e approfonditi bene, quanto basta per familiarizzare con loro anche senza conoscerne i dettagli: fermo restando che si tratta di una narrazione legata a doppio filo ai precedenti Pirate Warriors e che stiamo parlando di un universo narrativo ormai ventennale, riesce comunque semplice avvicinarsi a Rufy e al suo mondo fatto di grandiose battaglie, pirati di ogni forma, dimensione e aspetto, e piccoli tocchi di nonsense che faranno sentire a casa gli appassionati. Nelle venti ore di gioco necessarie a completare il cosiddetto Diario Narrativo, One Piece Pirate Warriors 4 si occupa di raccontare le vicende più recenti per concludersi con un arco narrativo inedito grazie al quale tocca il picco di epicità non solo in termini di storia ma anche di gameplay. Il tutto presentato con un ottimo cel shading e un doppiaggio giapponese che farà la gioia di ogni purista.

One Piece Pirate Warriors 4 5

Pirati e musou: il gameplay

Superata la veloce fase di tutorial, ci si trova gettati nel mezzo di un caos che solo un genere come il musou può portare su schermo: migliaia di nemici da abbattere senza pietà, quella che potremmo definire la carne da macello per farci sperimentare con le numerose e personalissime tecniche che caratterizzano ogni combattente.

Va subito messo in chiaro che il gameplay di One Piece Pirate Warriors 4 è pressoché identico al capitolo precedente: ondate avversarie che si riverseranno in ogni angolo della mappa, suddivisa in aree da conquistare (a volte per obbligo, altre per il semplice piacere di farlo) mentre avanziamo metro dopo metro fino alla meta, che in molti casi corrisponde a un boss nella forma di uno dei tantissimi personaggi del lore a seconda dell'arco narrativo che state attraversando in quel momento. Tra colpi medi e violenti, quattro abilità con cui gettare ancora più scompiglio sul campo di battaglia, occasionali missioni secondarie ma soprattutto la fedeltà degli sviluppatori nei confronti del ricchissimo roster, la ripetitività della struttura di gioco viene quasi meno di fronte alla possibilità di sperimentare in ogni modo possibile fino a trovare il personaggio e lo stile che più ci si addicono - sebbene a volte per ragioni di trama si sia costretti a utilizzarne uno specifico.

Certo, alla fine sempre di musou stiamo parlando e One Piece Pirate Warriors 4 non fa molto per alleggerire un genere che per sua natura non è molto vario, però bisogna riconoscergli il tentativo di svecchiare una formula da cui non è così semplice allontanarsi. A cominciare dall'introduzione dei "Titani", personaggi sensibilmente più grandi rispetto alla media che una volta in gioco, gestiti da noi o dall'intelligenza artificiale, fanno sentire tutto il peso di un colosso nato per fare a pezzi chiunque cerchi di sbarrargli la strada. Siamo di fronte a una forza mastodontica e non c'è dubbio che poter controllare una devastazione personificata come Kaido porti tantissima soddisfazione ai fan, ma questi giganti sono il fanalino di coda di un roster di personaggi sconfinato, perfettamente riportato su schermo grazie alla minuziosa cura dei dettagli per quanto riguarda i moveset e persino caratterizzato dai punti di forza e debolezza del singolo: Sanji, ad esempio, da bravo donnaiolo qual è si trova in difficoltà se viene schierato in campo a lottare contro qualsiasi donzella. La possibilità di scegliere tra quattro classi ben distinte tra loro, infine, aggiunge quella piccola componente strategica utile soprattutto durante le prime fasi di gioco, quando i personaggi non sono ancora sviluppati.


Lo sviluppo non è citato a caso. One Piece Pirate Warriors 4 presenta infatti un basilare ma efficace sistema di progressione, molto votato al grinding, che permetterà di incrementare le statistiche dei personaggi e insegnare loro nuove abilità (da selezionare poi in preparazione a una battaglia) sia attraverso un sistema di mappe corale, rivolto dunque a tutti, sia tramite una serie di potenziamenti mirati e differenti per ciascuno. Certo non si tratta di migliorie gratuite, né tuttavia il gioco fa affidamento sui comuni punti esperienza: sarà una combinazione di denaro e monete a stabilire quali vi sarà permesso sbloccare. Le monete si ottengono alla fine di ogni missione e sono classificate da bronzo a platino. Alcune di queste sono permanenti e potranno essere riutilizzate a piacere, altre invece sono a consumo - da qui l'accenno al grinding. Ne guadagnerete a sufficienza da coprire almeno una mappa nel corso della storia ma se volete affrontare sfide più complesse dovrete concedervi del tempo per sviluppare meglio i personaggi. Soprattutto perché l'avventura principale è soltanto l'inizio.

Diario del Tesoro

Oltre al Diario Narrativo e al Diario Libero, che permette di rigiocare le missioni completate con un personaggio a piacere tra quelli sbloccati, One Piece Pirate Warriors 4 mette a disposizione il Diario del Tesoro, pensato per estremizzare il più possibile il musou e offrire ai giocatori qualcosa per cui sudare le proverbiali sette camicie: si tratta di una modalità composta da diverse missioni, dalla difficoltà crescente, prive di coerenza narrativa e volte esclusivamente a spazzare il campo da chiunque vi si pari davanti - fosse anche la vostra copia. Sì perché One Piece Pirate Warriors 4 non pone limiti in questo caso e potreste trovarvi in un bizzarro scontro Rufy vs Rufy, o qualunque altro personaggio del roster vi venga in mente. La particolarità di questa modalità è che non si tratta solo di scendere in campo e malmenare qualsiasi cosa respiri, perché un obiettivo di fondo c'è: Diario del Tesoro è infatti diviso in tre "capitoli" che possono essere sbloccati soltanto rispondendo a precise direttive. Naturalmente la difficoltà è destinata a salire mano a mano che cercherete di scalare questa vetta.

La modalità multigiocatore

One Piece Pirate Warriors 4 presenta anche una modalità multigiocatore che permette di prendere parte a missioni in corso da parte di altri giocatori, oppure ospitarli a nostra volta, collaborando per arrivare integri alla meta. In termini di gampleay non cambia nulla, non ci sono interazioni fra i partecipanti e l'obiettivo è portare a termine la missione con il supporto di alleati un po' più reattivi dell'intelligenza artificiale. Anche in questo caso la coerenza narrativa lascia il tempo che trova ma chiaramente giocare in compagnia ha come unico scopo quello di divertirsi assieme, con buona pace del senso logico. Non arricchisce l'esperienza ma risulta una piacevole alternativa al proseguire in solitario per tutte e venti le ore della campagna principale.

Aspetti tecnici

Sotto il profilo tecnico, infine, One Piece Pirate Warriors 4 si dimostra ben saldo nei suoi 30 fps, che non hanno mai tentennamenti nemmeno nelle situazioni più concitate dove il nostro personaggio viene inghiottito dal mare di nemici che ci fronteggiano. Rimane come sempre problematica la gestione della telecamera, che rende l'azione spesso e volentieri più confusionaria di quanto già non sia. Le ambientazioni fanno un passo avanti rispetto al capitolo precedente, mostrandosi più curate e ricche di elementi distruttibili, tuttavia hanno ancora un retrogusto anonimo sul quale bisognerebbe lavorare un po' di più.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
8.2
Lettori (41)
7.9
Il tuo voto

One Piece Pirate Warriors 4 è attualmente il miglior musou in commercio, grazie a una narrazione che permette di godersi meglio l'inevitabile ripetitività del gameplay e alle piccole migliorie che Koei Tecmo riesce con successo a implementare. Resta comunque un genere del quale è difficile svecchiare la formula senza snaturarla, il che comporta il costante ritorno di problematiche come la discutibile gestione della telecamera e una scarsa varietà di fondo. Se questo non vi spaventa e siete inoltre appassionati della serie d'origine, allora troverete un'esperienza spensierata e divertente, in grado di intrattenervi ben oltre le venti ore della campagna principale: un risultato ottenuto grazie anche alla profonda fedeltà da parte del team di sviluppo verso l'opera di Eiichirō Oda.

PRO

  • Longevo e ricco di contenuti extra
  • Gameplay spensierato e divertente
  • Roster perfettamente caratterizzato
  • Piccole ma sentite migliorie nel gameplay

CONTRO

  • Telecamera sempre problematica
  • Formula inevitabilmente ripetitiva