Resident Evil: Survival Unit è il nuovo mobile game basato sulla serie survival horror di Capcom, realizzato in questo caso dallo studio sudcoreano Joycity. Non si tratta dunque della trasposizione di uno degli episodi della saga, come avvenuto finora, bensì di un prodotto diverso, che si pone come uno spin-off anche sul piano narrativo rispetto alla storia canonica del franchise.
Per quanto concerne gameplay e struttura, inoltre, il gioco trae spunto da diverse esperienze mobile, mettendo insieme combattimenti strategici dal funzionamento semiautomatico, sequenze gestionali in stile city builder, meccaniche di invasione e sì, anche sezioni esplorative che riprendono effettivamente l'impianto tradizionale di Resident Evil, enigmi inclusi.
Un curioso mix: trama e struttura
Tutto parte quando un personaggio inedito, dai tratti inquietantemente simili a quelli di Vincenzo Lettera, ma più probabilmente ispirato alle fattezze di Ethan Winters, si risveglia in un ospedale (qualcuno ha visto The Walking Dead o 28 giorni dopo?) senza sapere come ci sia finito, ritrovandosi poi nel mezzo di una Raccoon City invasa dagli zombie.
Salvato dall'intervento di alcuni volti decisamente noti per i fan di Resident Evil, il protagonista cerca di trovare rifugio all'interno della stazione di polizia della città, che tuttavia è finita anch'essa al centro della crisi. Qui entra in contatto con alcuni dei comprimari che lo seguiranno durante l'intera campagna, tratti da un cast che include molte delle figure centrali della serie, ma anche personaggi di secondo piano come Marvin Branagh, Tyrell Patrick e Brad Vickers.
"Completata" questa prima ambientazione, l'intero gruppo (a cui nel frattempo si è aggiunta una seconda new entry, l'ufficiale cittadino Kate Anderson) si sposta in quello che diventa lo scenario definitivo di Resident Evil: Survival Unit, ovverosia una grossa proprietà chiaramente ispirata a Villa Spencer, dove i sopravvissuti si imbattono in nuovi segreti, zone da esplorare, ma soprattutto edifici da ripristinare e mettere in funzione attraverso i soliti miglioramenti regolati da un timer.
È a questo punto che il loop confezionato dagli sviluppatori di Joycity rivela tutte le proprie carte, presentando la solita lista degli obiettivi da completare al fine di portare avanti la progressione e passare di capitolo in capitolo, mentre potenziamo i personaggi della squadra e ne sblocchiamo di nuovi attraverso le immancabili meccaniche gacha oppure ricorrendo alle microtransazioni.
Gameplay quasi da multievento
La scelta di donare a Resident Evil: Survival Unit più di un'anima, alternando come detto sezioni molto diverse fra loro, consente al gioco di abbracciare i gusti di un pubblico particolarmente ampio (e il numero di download totalizzati finora pare confermarlo) ma si traduce anche in un impianto spezzettato, che fa discretamente alcune cose ma non brilla né introduce alcun tipo di innovazione.
Al di là delle sequenze esplorative, che effettivamente riprendono - pur molto in piccolo - il gameplay della saga Capcom, tutto il resto è un mischione di elementi presi in prestito da altri mobile game di successo, viziato peraltro da un sistema di monetizzazione chiaramente impostato perché a un certo punto i diamanti si esauriscano e ci si imbatta in qualche paywall che rende più complicato andare avanti.
Probabilmente la parte migliore dell'esperienza è rappresentata dalle battaglie strategiche, in cui si sceglie una formazione e la si lancia all'interno di scenari man mano diversi con l'obiettivo di arrestare l'avanzata degli zombie e dei mostri provenienti dai diversi capitoli del franchise. Qui ogni personaggio attacca automaticamente i bersagli, mentre le abilità speciali sono a discrezione del giocatore e possono fare la differenza nelle fasi più avanzate, quando gli avversari diventano difficili da buttare giù.
Tutto il resto, dalle fasi in stile city builder (anzi, soprattutto quelle) alle meccaniche di invasione, dagli scontri PvP completamente automatizzati alla risoluzione degli enigmi, si rivela fin da subito abbastanza banale e poco interessante per un'utenza che non sia assolutamente casual e avanzi dunque ben poche pretese di fronte a un mobile game che è possibile scaricare gratuitamente da App Store o Google Play.
Il comparto tecnico
Al di là delle belle sequenze di intermezzo, la realizzazione tecnica di Resident Evil: Survival Unit non fa gridare al miracolo. I modelli dei personaggi sono stati probabilmente forniti in licenza o comunque riprendono in maniera fedele l'aspetto dei vari Leon Kennedy, Claire Redfield, Jill Valentine e dei tanti volti meno noti, ma il contesto e le animazioni riportano la mente agli impianti in stile "carro armato" delle origini.
In generale, tutto ciò che compare sullo schermo è un'interpretazione "in piccolo" di ciò che la saga Capcom è diventata ormai da diversi anni, supportata da un'interfaccia non sempre leggibilissima e inevitabilmente infarcita di menu e notifiche che rimandano alle ricompense sbloccate o al classico "affare del giorno" per chi vuole mettere mano al portafogli.
Conclusioni
Resident Evil: Survival Unit è un "mischione" di meccaniche differenti, con i personaggi della serie Capcom che si ritrovano ad affrontare battaglie strategiche semiautomatiche, sezioni in stile city builder, missioni di invasione o PvP e una rappresentazione molto in piccolo delle fasi esplorative e degli enigmi di Resident Evil. L'esperienza si rivela discreta e nelle prime ore procede senza intoppi, ma si capisce subito che il sistema di monetizzazione è pronto all'agguato e il suo feroce attacco potrebbe risultare più spaventoso del morso di uno zombie.
PRO
- Diverse esperienze messe insieme in maniera discreta
- Tanti personaggi e una trama alternativa a quella che conosciamo
- Nelle prime ore le meccaniche free-to-play non mordono
CONTRO
- Non c'è una singola sezione che brilli davvero
- Le fasi in stile city builder sono le più noiose
- Il sistema di monetizzazione a un certo punto colpisce