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Shadow Warrior 3, la recensione del nuovo sparatutto di Flying Wild Hog

Dopo il rocambolesco finale del secondo capitolo, lo sparatutto di Flying Wild Hog torna alla formula delle origini: la recensione di Shadow Warrior 3

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   28/02/2022

Progresso ed evoluzione sono concetti fondamentali per il franchise di Shadow Warrior: la serie reboot nata nel 2013 per mano del talentuoso team Flying Wild Hog, che qualcuno probabilmente ancora ricorda per il notevole Hard Reset di undici anni fa, ha assunto connotati man mano differenti, reinventando il protagonista e le meccaniche per trovare una formula alternativa e molto interessante con il secondo capitolo.

Come state per leggere nella recensione di Shadow Warrior 3, tuttavia, per la nuova avventura di Lo Wang si è deciso di tornare alla formula originale, con una progressione lineare che per molti versi sminuisce gameplay e struttura, sostanzialmente rinunciatari rispetto a quanto fatto in precedenza, mentre alcuni fra gli aspetti più scenografici del gioco hanno compiuto degli importanti passi in avanti.

Storia

Shadow Warrior 3, Lo Wang e Orochi Zilla
Shadow Warrior 3, Lo Wang e Orochi Zilla

Il buon vecchio Lo Wang è sopravvissuto al rocambolesco finale di Shadow Warrior 2, ma venire sconfitto da un enorme drago ha messo a dura prova la sua autostima e infatti lo ritroviamo in mutande, letteralmente, a piangersi addosso mentre se ne sta rintanato in un rifugio che viene costantemente lambito dalla gigantesca creatura volante.

Esiste un modo per abbattere il mostro che lui stesso ha risvegliato? Secondo Orochi Zilla, l'ex datore di lavoro di Wang, sì: in combutta con la strega Motoko, l'idea dell'uomo è quella di utilizzare il potere della maschera di Hoji per scatenare un'energia talmente forte da uccidere il drago. C'è solo un problema: qualcosa è ancora legato alla maschera e Lo Wang vuole scoprire di che si tratta.

Interpretato in questo caso da Mike Moh, che sostituisce Jason Liebrecht dopo i primi due episodi, il protagonista di Shadow Warrior 3 fa sfoggio per la prima volta di una chioma fluente e di un abbigliamento che conferma una volta per tutte la sua vicinanza a Deadpool, il "mercenario chiacchierone" di casa Marvel. E chiacchierone Lo Wang lo è assolutamente, tanto che non smette mai di parlare.

I dialoghi del gioco, doppiati in inglese e localizzati in qualsiasi lingua dell'universo conosciuto tranne che in italiano, sono uno spasso e in particolare gli scambi con un certo personaggio non mancheranno di strapparvi qualche risata, per quanto sono assurdi e sboccati. La trama non è nulla d'incredibilmente sofisticato, ma funge allo scopo e tanto basta.

Gameplay

Shadow Warrior 3, il fucile dà soddisfazione dalla breve distanza
Shadow Warrior 3, il fucile dà soddisfazione dalla breve distanza

In termini di gameplay, come accennato in apertura, Shadow Warrior 3 rinuncia all'azione non lineare e allo spessore che tale approccio comportava in favore di un'esperienza sparatutto tradizionale, che fa il verso a DOOM Eternal senza però vantare la medesima personalità e improvvisa sezioni platform (una delle quali particolarmente problematica per via di uno script rotto, nel penultimo stage) che tuttavia non vengono approfondite.

Lo Wang può scivolare, spiccare doppi salti e scatti in avanti, nonché utilizzare il Chi per spingere via i nemici e magari infilzarli su di una parete piena di spuntoni, alla Bulletstorm, ma soprattutto può usare la sua energia spirituale per mettere a segno violentissime finisher che gli donano potenti strumenti momentanei ricavati dalle membra degli avversari. Il repertorio è indubbiamente completo, ma il fatto che venga messo a nostra disposizione fin da subito lascia poco spazio agli upgrade del personaggio, che infatti finiscono per assumere un ruolo marginale.

Shadow Warrior 3, una delle tante 'arene' della campagna piena di nemici anche enormi
Shadow Warrior 3, una delle tante "arene" della campagna piena di nemici anche enormi

Diverso è il discorso relativo alle armi: ce ne sono in tutto otto, dunque molte meno rispetto a Shadow Warrior 2, ma l'idea di valorizzare il singolo strumento ci trova concordi e in tale ottica i potenziamenti svolgono discretamente il proprio compito. Quello che non ci è piaciuto sono i caricatori cortissimi e la mancata memorizzazione delle preferenze fra le due armi principali, che spinge a dover aprire ogni volta la ruota per effettuare nuovamente le selezioni.

La spada Dragontail, stavolta solo singola e mai doppia, può essere usata dal protagonista nell'ambito di un ormai ben collaudato sistema di combattimento che alterna proiettili e lame, ma che proprio nel caso degli attacchi melee risulta parecchio approssimativo, scivoloso e incapace di restituire un'adeguata sensazione d'impatto.

Shadow Warrior 3, il lancia lame rotanti in azione su di un nemico
Shadow Warrior 3, il lancia lame rotanti in azione su di un nemico

Molto meglio le bocche da fuoco (pistola, fucile, mitragliatrici, lanciagranate, cannone, e lancia lame rotanti), in grado di offrire una grande varietà che però viene spesso e volentieri imposta: impossibile fossilizzarsi sugli strumenti che preferiamo per via dei già citati caricatori corti, ci troveremo ad alternare in continuazione le armi secondo le dinamiche di un sistema di selezione automatica che però tende a preferire sempre gli stessi abbinamenti.

I nemici sono praticamente tutti nuovi, operano all'interno di pattern ben definiti e vantano design piuttosto peculiari: dagli spiriti giapponesi ai troll, dalle maschere che sparano raggi laser ai mostri con la testa a trivella, dagli avversari volanti ai demoni col corpo "a fisarmonica", dai samurai alle aberrazioni, passando per i boss (pochissimi, purtroppo), il bestiario di Shadow Warrior 3 è vario e dopo i primi livelli dà vita a sequenze davvero frenetiche, di puro run & gun, in cui le minacce si moltiplicano e chi si ferma è perduto.

Shadow Warrior 3, Lo Wang con la sua inseparabile spada
Shadow Warrior 3, Lo Wang con la sua inseparabile spada

Come dicevamo, c'è spazio anche per sezioni platform generalmente innocue, in cui potremo utilizzare il doppio salto, lo scatto e il rampino di Lo Wang per superare percorsi man mano più complessi, che spesso e volentieri chiedono di distruggere al volo delle barriere per poter proseguire. Si punta in questo caso unicamente sui riflessi, in maniera blanda, ma non sul puzzle solving: un'occasione persa.

È però la grande linearità della campagna a far storcere il naso, visto che era lecito attendersi un'evoluzione di quanto visto nel secondo capitolo e invece ci si ritrova di fronte a un prodotto depotenziato, con meno possibilità, privo della cooperativa e caratterizzato da un insieme di soluzioni che fondamentalmente funzionano ma sanno sempre di già visto.

Contenuti

Shadow Warrior 3, Lo Wang usa il rampino in una sezione platform
Shadow Warrior 3, Lo Wang usa il rampino in una sezione platform

Flying Wild Hog aveva scherzato dicendo che servono 500 ore per completare Shadow Warrior 3 sessanta volte, ma in effetti ha esagerato un pochino: la durata della campagna del gioco è di circa sette ore e mezza, laddove non si muoia troppo (ma al livello di difficoltà normale la sfida non risulta chissà quanto importante), e la struttura in questo caso non prevede missioni secondarie o segreti da scoprire, anche questo un evidente downgrade.

Al di là della Wang-Caverna della fase iniziale, ci sono otto livelli che si rifanno esteticamente all'epoca feudale giapponese e ci spingono progressivamente verso atmosfere più misticheggianti: un percorso che culmina con un ultimo stage in cui è il drago stesso a fare da scenario, ma non vogliamo rivelare troppo. Un sistema di achievement sblocca ulteriori orb per il potenziamento del protagonista e del suo arsenale, ma bisogna ricordarsi di controllarlo fra una sessione e l'altra.

Grafica e sonoro

Shadow Warrior 3, uno degli scorci di uno scenario
Shadow Warrior 3, uno degli scorci di uno scenario

A nostro modo di vedere, sul piano prettamente estetico Shadow Warrior 3 rappresenta un passo in avanti rispetto ai precedenti episodi, sebbene per quanto concerne il design dei nemici sia possibile riscontrare alcune soluzioni un po' troppo generiche. Di certo la caratterizzazione di Lo Wang è migliorata, sebbene forse non nella direzione di una maggiore originalità, e alcuni scorci degli scenari risultano senza dubbio suggestivi.

Purtroppo la natura fondamentalmente old-gen del progetto paga dazio in una generale mancanza di pulizia della grafica, che fa uso di asset e texture evidentemente a bassa definizione, restituendo una sensazione di caos e approssimazione.

Shadow Warrior 3, Lo Wang parla con la maschera di Hoji
Shadow Warrior 3, Lo Wang parla con la maschera di Hoji

Su PC non siamo riusciti ad attivare DLSS e Super Resolution, pur supportate, e per ottenere i 60 fps stabili (a parte un forte stutter che si verifica all'inizio di ogni cutscene) abbiamo dovuto utilizzare lo scaler per abbassare la risoluzione 4K fino all'80%, pur lasciando tutte le impostazioni al massimo.

Per quanto riguarda infine il comparto audio, la colonna sonora francamente non si fa notare più di tanto, gli effetti rientrano nella norma e i protagonisti indiscussi sono i già citati dialoghi, con Lo Wang che non smette mai di parlare, anche se spesso non può fare altro che rivolgersi a se stesso.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 10400
  • Scheda video: NVIDIA RTX 3070
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 10

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i5 3470, AMD Phenom II X4 965
  • Scheda video: NVIDIA GTX 760, AMD R7 260X
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Storage: 31 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 7 64 bit

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i7 6950, AMD Ryzen 7 2700
  • Scheda video: NVIDIA GTX 1080, AMD RX 5700
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Storage: 31 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 10 64 bit

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 44,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (23)
6.7
Il tuo voto

Shadow Warrior 3 cambia direzione rispetto al secondo capitolo, puntando su di un'esperienza molto frenetica e spettacolare ma piuttosto lineare, che si completa abbastanza in fretta e non lascia grandi sensazioni, più che altro perché ogni singola idea presente nel gioco la si è già vista da qualche altra parte. Chi sperava in un'evoluzione delle meccaniche viste in Shadow Warrior 2 rimarrà insomma deluso, mentre gli appassionati di sparatutto tradizionali potrebbero apprezzare la nuova avventura di Lo Wang pur nella sua assoluta innocuità: il risultato finale è piacevole, ma ci aspettavamo molto di più.

PRO

  • Gameplay tradizionale, veloce e frenetico
  • Meccaniche sparatutto piacevoli, sebbene poco originali
  • Tanti nemici differenti, protagonista ben caratterizzato

CONTRO

  • Non dura molto e tende a scivolare via
  • Diverse soluzioni approssimative e qualche magagna tecnica
  • Localizzato in qualsiasi lingua a parte l'italiano