Ormai, quando ci sono da rinverdire vecchi fasti, bisognerebbe telefonare direttamente a Lizardcube. Il piccolo sviluppatore parigino ha firmato Wonder Boy: The Dragon's Trap nel 2017 e Streets of Rage 4 nel 2020, videogiochi acclamati dalla critica e impregnati di un amore sincero per i titoli di riferimento. Nel caso di Shinobi, però, Lizardcube e lo staff di SEGA hanno lavorato proprio gomito a gomito. La serie, nata in sala giochi nel 1987, è passata per numerose iterazioni, spostandosi da una console all'altra prima di fermarsi su Nintendo 3DS nel 2011. Insomma, non si poteva sbagliare: bisognava rendere giustizia a una vera e propria icona dei videogiochi.
Dopo quattordici anni di assenza, Shinobi è tornato in grande spolvero con Art of Vengeance. Ispirandosi ai primissimi capitoli della serie, quelli di Lizardcube hanno messo il carico da cento al gameplay, hanno modernizzato la formula e rilanciato il mitico ninja Joe Musashi con un platform hack'n'slash che ci ha divertito dall'inizio alla fine.
50 sfumature di metroidvania
Fermo restando che la storia in uno Shinobi è praticamente un pretesto, bisogna dire che Art of Vengeance racconta la sua decisamente bene, impiegando bellissime illustrazioni di intermezzo e dialoghi doppiati in inglese e tradotti in italiano nelle classiche finestrelle in mezzo allo schermo. È una storia di vendetta: quando il malefico Lord Ruse attacca il villaggio degli Oboro con la sua corporazione militare emergente, Joe Musashi torna in azione e dà la caccia al nemico in lungo e in largo, scontrandosi con i suoi luogotenenti sovrumani in quattordici stage sulle note delle musiche eccezionali di Tee Lopes e, soprattutto, Yuzo Koshiro, un musicista che i fan di SEGA e dei videogiochi d'altri tempi dovrebbero conoscere molto bene.
Appena preso in mano il controller, ci si rende conto di quanto Lizardcube abbia lavorato bene sui comandi: Joe risponde come un fulmine agli input del giocatore, che impara in un attimo - e attraverso un tutorial breve e conciso - come mettere insieme le diverse meccaniche in un gameplay più ricco e stratificato di quanto possa sembrare inizialmente. Joe può attaccare a distanza con i suoi kunai oppure colpire in mischia con attacchi deboli e veloci oppure lenti e potenti. E fin qui, nulla di nuovo. Joe può anche saltare, fare un doppio salto e scattare anche a mezz'aria: sebbene sia possibile cancellare gli attacchi messi a segno in scatti aerei, la maggior parte dei passaggi platform richiede un'estrema precisione nella combinazione di salti, doppi salti e scatti limitati.
La natura platform di Shinobi: Art of Vengeance a tratti può sembrare frustrante, ma anche i passaggi più complicati risultano ben contenuti e mai allungati a sproposito, garantendo al giocatore momenti impegnativi, ma soddisfacenti tra un combattimento e l'altro. Tornando agli attacchi, dunque, Joe può inanellare le sue combo mischiando attacchi forti e deboli: inizialmente il parco mosse è abbastanza limitato, ma si amplia molto velocemente con tutta una serie di modificatori incredibilmente interessanti che si legano a doppio filo con la deriva "metroidvania" del gioco.
Ogni livello di Shinobi: Art of Vengeance è gigantesco e si estende in orizzontale e in verticale, sbarrando inizialmente il passo del giocatore con ostacoli temporaneamente invalicabili: barriere indistruttibili, punti di aggancio distanti, pareti scalabili e così via. Lo stage si completa lo stesso, magari con una percentuale irrisoria, e si passa ai prossimi che, qualche volta, possiamo anche scegliere in che ordine affrontare. Poi si cominciano a sbloccare i "ningi", cioè i potenziamenti vari: il rampino per agganciarsi ai punti di slancio, gli artigli per arrampicarsi su specifici muri o soffitti, il pugno cannone per sfondare le pareti, addirittura il deltaplano per cavalcare le correnti aeree e raggiungere nuove zone.
Praticamente ogni stage dedica un angolo o un percorso secondario all'uso di uno o più ningi combinati, mettendo il giocatore alla prova in passaggi che richiedono abilità e attenzione. Pur non svolgendosi in un unico, grande scenario continuativo nello stile dei Castlevania moderni o di Hollow Knight, Shinobi induce il giocatore a tornare sui suoi passi con un sistema che permette di teletrasportare Joe da un checkpoint all'altro in qualsiasi momento, o anche di abbandonare uno stage cominciato per tornarci in seguito, garantendo al giocatore una buona libertà.
Il backtracking non è obbligatorio; il gioco si può completare anche tirando dritti come treni fino allo scontro finale. Tuttavia, lo Shinobi di Lizardcube è strapieno di segreti e collezionabili che impreziosiscono il gameplay. I ninpo e i loro potenziamenti, per cominciare: sono le arti ninja che possiamo mappare su quattro combinazioni di tasti contemporaneamente e che ci permettono di sputare fuoco, lanciare bombe e shuriken giganti, evocare serpenti di energia e altro ancora.
I ninpo consumano un apposito indicatore ma dobbiamo prima trovarli negli stage, oppure comprarli nei negozi che troveremo di tanto in tanto, dove - espandendo gradualmente il catalogo con le Reliquie Oboro trovate - potremo acquistare anche nuove mosse di combattimento, costumi per Joe o amuleti. Questi ultimi si dividono in due categorie, passivi e combo: i primi conferiscono vantaggi permanenti finché li teniamo equipaggiati, i secondi si attivano dopo aver messo a segno un certo numero di colpi consecutivi. L'esplorazione, insomma, premia il giocatore a più livelli.
L'arte dei ninja
La maggior parte dei potenziamenti e dei collezionabili è nascosta dietro sequenze platform impegnative, rompicapi ambientali intuitivi, ma ingegnosi e, soprattutto, combattimenti all'ultimo sangue, come quelli contro le cosiddette Squadre d'élite. Shinobi non è un hack'n'slash particolarmente frustrante, ma i nemici picchiano duro e, se proprio vogliamo fare una tiratina d'orecchi a Lizardcube, la disposizione dei checkpoint non è esattamente la migliore che ci sia, ma alla fine le vite sono infinite e si può semplicemente continuare a riprovare; inoltre, nei passaggi più impegnativi si sbloccano dei punti di rigenerazione intermedi. È tutto incredibilmente ben costruito dal punto di vista del puro e semplice level design, ma alla fine è nel combattimento che Shinobi brilla davvero.
Lizardcube si è inventata un'enorme varietà di nemici, capaci di attacchi diversificati e spesso brutali; persino gli avversari che si somigliano esteticamente possiedono attacchi o abilità differenti, tenendo il giocatore continuamente sulle spine. Alcuni nemici possono lanciare attacchi ombra che non possiamo schivare o contrattaccare ma solo saltare, altri si proteggono con scudi o barriere che li rendono temporaneamente inamovibili e costringono il giocatore a usare combo o ninpo specifici per sfondarli. Ogni colpo messo a segno riempie un indicatore sotto la vita del nemico: una volta caricato, possiamo giustiziarlo con un'esecuzione fulminea che ci ricompensa in denaro, salute e kunai.
Il gioco è pensato per essere energico e frenetico, soprattutto una volta che si prende confidenza con i comandi e si sbloccano le combo e le mosse più disparate, ma non sconfina mai nell'ignoranza. Anzi tutto l'opposto. Sì, si può arrivare alla fine lo stesso senza diventare dei ninja provetti - e una nutrita schiera di impostazioni di accessibilità, che permettono di personalizzare la partita cambiando difficoltà, valori e parametri a piacimento, garantisce che il gioco sia alla portata di tutti ma proprio tutti - però Shinobi premia l'abilità nel vero senso della parola: le esecuzioni in serie moltiplicano le ricompense, quindi il giocatore è indotto a considerare ogni attacco per evitare di sferrare quel colpo in più che, nella foga, finirebbe per uccidere i nemici prima dell'esecuzione.
Diciamo che gli sviluppatori non sono riusciti a trasmettere proprio benissimo questo aspetto del gameplay, che rimane un po' tra le righe, per così dire: idealmente servirebbe padroneggiare le esecuzioni per accumulare più facilmente il denaro necessario a comprare tutto nei negozi; in pratica, ci siamo riusciti senza massimizzare questa particolare tecnica di gioco, semplicemente aprendo casse, esplorando dappertutto e sconfiggendo tantissimi nemici negli stage. Le tecniche di combattimento più avanzate aiutano semmai negli extra che si sbloccano dopo i titoli di coda, e che permettono di rigiocare gli stage in modalità Arcade per punteggi e speedrun, oppure di riaffrontare i boss uno dopo l'altro.
I boss forse sono la parte più controversa di Shinobi: Art of Vengeance. Non fraintendete: sono pensati davvero bene, con schemi d'attacco ingegnosi e creativi che spesso obbligano il giocatore a sfruttare i ningi contestuali o a scoprire con prontezza i punti deboli o le meccaniche specifiche per sconfiggerli. È solo che li abbiamo trovati abbastanza facili e, a livello di difficoltà standard, abbiamo impiegato pochi tentativi anche contro gli avversari di fine stage più ostici: tra ninpo e ninjutsu devastanti o rigenerativi, un Joe Musashi che ha esplorato gli stage e fatto spese prima di un boss ha tutti gli strumenti per farlo a pezzetti al primo colpo.
D'altra parte, questo Shinobi non è pensato per essere proibitivo e solo per giocatori esperti, ma qualcosa di più completo e strutturato. In questo senso, Lizardcube ha centrato davvero il punto perché Art of Vengeance fila che è una meraviglia dall'inizio alla fine, sorprendendo in più momenti per alcune trovate che omaggiano i primi Shinobi e tanti altri titoli iconici del passato. Dal punto di vista tecnico, lo sviluppatore parigino ha impiegato uno stile fumettoso pulito e tagliente, contraddistinto da animazioni meravigliosamente curate e una fluidità da 60 fotogrammi al secondo su PlayStation 5, anche se può capitare che perda qualche piccolo colpo nei momenti più caotici, quando a schermo compaiono troppi nemici o effetti speciali tra esecuzioni in serie, particellari e quant'altro.
Sono minuzie che, peraltro, Lizardcube potrebbe già correggere con un promesso aggiornamento al lancio e che non hanno sminuito per nulla la nostra esperienza. Shinobi: Art of Vengeance è un titolo bellissimo da vedere, da sentire e da giocare, con una longevità più che soddisfacente e con un DLC in arrivo nei prossimi mesi. Lizardcube continua a fare strada e non vediamo l'ora di scoprire dove arriverà.
Conclusioni
Lizardcube ce l'ha fatta di nuovo. Incaricato di riportare in auge Shinobi, ha messo mano alla natura fondamentale della serie SEGA, modernizzandola nel look e nel gameplay. Ispirato ai grandi classici ma anche ai videogiochi più recenti, Shinobi: Art of Vengeance è un titolo con uno stile da vendere che amalgama con naturalezza e intelligenza diverse sensibilità e intuizioni senza mai strafare. Bellissimo da vedere, divertentissimo da giocare, pensato sia per gli amanti dell'esplorazione che per quelli del combattimento e delle combo spettacolari impossibili, il nuovo Shinobi è un "metroidvania" speciale che consigliamo a tutti gli appassionati del genere.
PRO
- Level design ispirato che omaggia i classici e i metroidvania moderni
- Sistema di combattimento eccellente
- Buona longevità e contenuti extra
- Direzione artistica promossa a pieni voti
CONTRO
- I boss sono forse troppo facili a difficoltà standard
- Disposizione dei checkpoint un po' strana
- Qualche piccolo rallentamento nei momenti più caotici