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Stellar Blade: la recensione della controversa esclusiva PS5

Dopo infinite discussioni sulle fattezze della protagonista, Stellar Blade è finalmente giunto tra noi, ed è un action che merita conversazioni di ben altro livello.

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   24/04/2024
Stellar Blade: la recensione della controversa esclusiva PS5
Stellar Blade
Stellar Blade
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Sarà che ormai risulta difficile partecipare a una discussione online senza finire in una cloaca straripante di qualunquismo e bias cognitivi, ma ad oggi quando si parla di videogiochi il fattore "qualità" sembra paradossalmente passato in secondo piano rispetto alla becera polemica. In pratica tutti i prodotti di consumo sono ormai vittima di questa inarrestabile ondata di ignoranza e rabbia, che alle volte è pure mossa da motivazioni sensate, ma le affoga fin troppo spesso in un mare di superficialità, senza alcuna considerazione per le culture coinvolte o le motivazioni di fondo dei creatori.

Ora, immaginate che livelli può toccare il chiacchiericcio attorno a un titolo come Stellar Blade, balzato agli onori della cronaca non tanto per le sue caratteristiche da videogioco, quanto per le grazie della protagonista o il fatto di essere una creatura del team che ci ha regalato Nikke (un gacha mobile prevalentemente noto per le rotondità dei personaggi femminili, per capirci).

A noi, insomma, di tutta questa discussione importa relativamente poco; le tendenze culturali coreane e le motivazioni che spingono i loro sviluppatori a inseguire certe tendenze estetiche meriterebbero indubbiamente un approfondimento - e persino i battibecchi sopra citati potrebbero venir approcciati da un punto di vista sensato con la giusta pazienza - eppure riteniamo che, per parlare del gioco odierno, tutto ciò rappresenti una discreta perdita di tempo. Perché Stellar Blade, in tutta sincerità, è un'opera con abbastanza qualità da meritare riconoscimento al di fuori delle polemiche e, non bastasse, riesce curiosamente a contestualizzare il suo fanservice, rendendo questo elemento persino funzionale dal punto di vista ludico (pur con qualche evidentissima caduta di stile). Nella nostra recensione odierna, dunque, cercheremo di spiegare perché il gioco di Shift Up è l'ennesima dimostrazione di quanto sta crescendo l'industria dello sviluppo coreano, e di come il suo problema primario non sia tanto la sessualizzazione dei personaggi, quanto la mancanza di originalità.

Figliastri di Yoko Taro

Questa allegra combriccola è il gruppo che vi accompagnerà per tutta la campagna. Sfortunatamente hanno più stile che sostanza
Questa allegra combriccola è il gruppo che vi accompagnerà per tutta la campagna. Sfortunatamente hanno più stile che sostanza

A una prima occhiata - e anche in virtù della breve demo provata - Stellar Blade potrebbe sembrare un comune action lineare, con una narrativa appena accennata e meccaniche piuttosto simili a quelle di Sekiro. In realtà, una volta superato un prologo piuttosto banale, il gioco si apre in modo significativo, mostrando con chiarezza la sua ispirazione principale: la serie Nier, di cui il director Kim Hyung Tae è ovviamente un fan sfegatato.

Sul serio, l'influenza di Yoko Taro pervade ogni elemento, tanto che la complessità del background narrativo non solo è riuscita a sorprenderci positivamente, ma ha rappresentato il principale motore trainante di tutta l'esperienza. Persino da un punto di vista strutturale Stellar Blade prende a piene mani da Automata, e alle fasi più "dritte" alterna un paio di grosse mappe aperte e liberamente esplorabili ricche di quest secondarie, quasi sempre molto elaborate dal punto di vista narrativo. Non è quindi il caso di farsi ingannare dalle battute iniziali: tutto comincia con l'arrivo di Eve, la protagonista, su una terra ormai devastata e invasa da creature mostruose chiamate Naytiba, all'apparenza con la missione di sterminarle e salvare il salvabile; Tae ha però imparato bene la lezione del buon Taro e costruito una storia ben più oscura e coinvolgente di quanto avremmo potuto immaginare, che tra quest spesso brutali ed eventi scioccanti fa ottimamente il suo sporco lavoro. Il mondo di gioco è sufficientemente elaborato da averci spinto a completare praticamente tutte le secondarie spesso anche solo per trovare testimonianze e testi extra, così da ottenere nuovi pezzi del puzzle e avere una comprensione più completa; una cosa che nel complesso abbiamo apprezzato davvero molto. Ciò detto, l'universo creato da Tae e dal suo team è tutto fuorché privo di difetti.

Nonostante la scrittura non sia granché, Stellar Blade vanta un background narrativo complesso e di tutto rispetto, chiaramente ispirato dalla serie Nier
Nonostante la scrittura non sia granché, Stellar Blade vanta un background narrativo complesso e di tutto rispetto, chiaramente ispirato dalla serie Nier

D'altronde imitare un bravo autore non significa "essere" un bravo autore e, nonostante Stellar Blade a tratti tenti di essere un Nier coreano con tutte le sue forze, non riesce davvero a raggiungere le vette toccate da quella serie in termini di storia. Il motivo? Principalmente dei dialoghi piuttosto piatti che, uniti a personaggi principali con una caratterizzazione generalmente debole, tolgono forza ad alcune delle scene più importanti dell'avventura; tali mancanze influenzano anche i colpi di scena, portando molti eventi che dovrebbero sorprendere il giocatore a risultare fin troppo prevedibili. Sia chiaro, la nostra non è una bocciatura: come già accennato, nel complesso abbiamo trovato l'elemento narrativo del gioco nettamente sopra le aspettative; semplicemente non è il caso di aspettarsi un'opera da Olimpo dell'autorialità. Diciamo che, come spesso accade quando si confrontano i manga giapponesi con i migliori manwha (il loro equivalente coreano), anche qui si nota una certa ingenuità nella seconda scuola quando si fa un paragone diretto con le opere nipponiche, derivante da una minor esperienza e dal non aver ancora raggiunto del tutto una maturità artistica.

A spasso tra i resti

Stellar Blade alterna fasi lineari a mappe aperte ricche di attività. Curiosamente, sono proprio le mappe estese ad essere le parti più interessanti del gioco
Stellar Blade alterna fasi lineari a mappe aperte ricche di attività. Curiosamente, sono proprio le mappe estese ad essere le parti più interessanti del gioco

La centralità delle quest di cui abbiamo discusso poco fa, porta Stellar Blade a differire notevolmente da altri titoli action dalle qualità simili, tanto che la longevità e il ritmo del titolo sono più vicine a quelle di un GDR molto concentrato. La campagna, se si cerca di fare tutto, può tranquillamente occuparvi una trentina di ore o più, e comunque anche tirando dritto si avvicina facilmente ad almeno venti ore di giocato: tempistiche che in un gioco incentrato sull'azione possono diventare stancanti se gli sviluppatori non mettono in campo una varietà sufficiente. Per fortuna gli Shift Up non sembrano essere caduti nel tranello della "quantità sopra la qualità", e hanno cercato in più modi di rendere l'esplorazione e le missioni offerte stuzzicanti dall'inizio alla fine.

Le due mappe aperte dove si svolgono la maggior parte delle quest, per capirci, sono morfologicamente semplici e, nonostante l'estensione, non risultano tediose da esplorare, anche per via di un gran numero di campi base e stazioni del telefono che permettono di usare il viaggio rapido un po' ovunque una volta trovati; le quest stesse sono però piuttosto elaborate, e offrono un misto di combattimenti, puzzle ambientali piacevoli, fasi platform o rivelazioni legate alla storia che portano l'attenzione del giocatore a calare di rado. A queste zone, poi, si accompagnano fasi lineari alquanto variegate, che alternano scontri con gruppi di nemici alle classiche battaglie contro i boss, e contengono a loro volta alcuni facili rompicapo da affrontare durante l'avanzamento. Il ritmo non è perfetto, e in un paio di casi i capitoli lineari sono risultati piuttosto tediosi rispetto al resto della campagna (in primis il prologo, oltre a una zona esplorabile facoltativa che a nostro parere è quella peggio calcolata dell'intero titolo); nel complesso, però, il lavoro di Shift Up è degno di lode e possiamo dire di non esserci mai realmente annoiati durante l'avventura di Eve.

Sia le fasi lineari che le quest delle mappe aperte sono abbastanza variegate da non venire mai realmente a noia. Molta della spinta ad avanzare però deriva dalla narrativa ambientale e dalle testimonianze che è possibile raccogliere gironzolando
Sia le fasi lineari che le quest delle mappe aperte sono abbastanza variegate da non venire mai realmente a noia. Molta della spinta ad avanzare però deriva dalla narrativa ambientale e dalle testimonianze che è possibile raccogliere gironzolando

L'ispirazione da Nier Automata, peraltro, influenza sensibilmente anche altri capitoli, dove le meccaniche vengono volutamente limitate e tutto si concentra molto di più su esplorazione e atmosfera generale. Non siamo neanche lontanamente ai livelli di variazione strutturale vista nel lavoro di PlatinumGames (i cambi di prospettiva qui mancano completamente, ad esempio), ma il tentativo di sparigliare un po' le carte di tanto in tanto è apprezzabile, se si mette da parte qualche leggero inciampo qua e là. Ah, già che stiamo parlando di Nier, non poteva mancare un minigioco della pesca, che, per quanto sia un elemento per lo più di contorno, è curato in modo a dir poco maniacale.

Per il resto, l'opera di Hyung Tae ha elementi GDR piuttosto limitati e buona parte della progressione richiede (oltre agli ovvi punti esperienza ottenuti in combattimento) di raccogliere materiali sparsi qua e là - alcuni inseriti in robottini la cui funzionalità ricorda molto da vicino le lucertole dei souls - o collezionabili sotto forma di lattine, il cui recupero permette peraltro di ottenere bonus passivi all'inventario alquanto utili e dà un senso alla ricerca. Nulla di particolarmente eccentrico, ma se non altro il modo in cui la crescita della protagonista e la progressione della difficoltà sono gestite è intelligente, tanto da portare la qualità del gameplay di Stellar Blade a salire sensibilmente nelle fasi finali.

Un gameplay ispirato a Sekiro

Sekiro è chiaramente l'ispirazione principale per quanto riguarda il sistema di combattimento. Qui vi sono però più risorse da tenere d'occhio e la difficoltà generale degli scontri è nettamente più bassa
Sekiro è chiaramente l'ispirazione principale per quanto riguarda il sistema di combattimento. Qui vi sono però più risorse da tenere d'occhio e la difficoltà generale degli scontri è nettamente più bassa

Se c'è una caratteristica che sembra accomunare molte delle produzioni provenienti dalla Corea negli ultimi anni, è la loro tendenza ad essere dei minestroni ben mescolati di meccaniche già viste. Non è una propensione solo coreana, lo ben sappiamo, ma in molti dei loro titoli è leggermente più riconoscibile, perché di norma non partono dalle basi costruendo qualcosa di marcatamente diverso, bensì rielaborano sistemi preesistenti in forme vicine a ciò che ha ispirato il tutto con cambiamenti "migliorativi" (almeno secondo i designer). La cosa ultimamente riesce alla grande a queste software house, perché, al di là di una notevole competenza in campo tecnico, sembrano sempre consapevoli di quali siano i loro limiti effettivi e quindi si concentrano molto sulla qualità del giocato, limando le meccaniche senza particolari eccessi. Prevedibilmente, anche gli sviluppatori di Shift Up hanno seguito questa strategia e, al di fuori delle similarità strutturali e narrative con Nier e Nier Automata precedentemente descritte, hanno deciso di basare il gameplay su un sistema estremamente simile a quello già visto in Sekiro, seppur con alcune sensibili variazioni capaci di trasformare il ritmo dei combattimenti e l'approccio agli stessi.

Le manovre difensive sono il vostro strumento più potente, ma hanno anche un certo delay al momento dell'attivazione che non abbiamo apprezzato. A nostro parere con qualche modifica il loro utilizzo sarebbe stato molto più piacevole, seppur sia facile abituarsi alle loro tempistiche e le battaglie restino notevoli
Le manovre difensive sono il vostro strumento più potente, ma hanno anche un certo delay al momento dell'attivazione che non abbiamo apprezzato. A nostro parere con qualche modifica il loro utilizzo sarebbe stato molto più piacevole, seppur sia facile abituarsi alle loro tempistiche e le battaglie restino notevoli

Alla base quindi Stellar Blade è un titolo prevalentemente incentrato sulle meccaniche difensive, dato che Eve dispone sì di una parata, ma questa è rischiosa e non può essere utilizzata su tutte le manovre normalmente. No, per difendersi alla perfezione è necessario usare delle parry perfette o schivare all'ultimo momento alcuni attacchi imparabili; farlo garantisce di superare gli scontri senza un graffio ed è importantissimo per ottenere sensibili vantaggi in battaglia, considerando che la maggior parte dei nemici usa combinazioni con tempistiche precise che vanno studiate per evitare grossi danni. Questa base potrebbe far pensare a un gioco dal livello di difficoltà comparabile a quello dei titoli di FromSoftware, ma se la cosa vi preoccupa sappiate che potete tirare tranquillamente un sospiro di sollievo: Stellar Blade ha una selezione della difficoltà tra "normale e storia", con la seconda che lo rende accessibile praticamente a chiunque; inoltre, anche a difficoltà normale è tendenzialmente molto più facile dei giochi della casa che ha dato i natali a Dark Souls e Bloodborne, dato che Eve può diventare abbastanza potente da superare alcuni degli scontri più ardui persino senza particolare padronanza delle meccaniche difensive. Ad aiutarla in modo enorme sono gli strumenti e le mosse extra che gli sviluppatori le hanno donato: due tipologie diverse di mosse speciali, che si ricaricano rispettivamente con le manovre difensive e offensive e hanno effetti piuttosto devastanti sui nemici; oggetti utilizzabili sia per danneggiare gli avversari che per curarsi (oltre al solito equivalente della "fiaschetta Estus" ormai tipico in qualunque gioco abbia anche un pizzico di ispirazione soulslike); un potente drone dalla distanza con proiettili vari, e addirittura una trasformazione potenziante che offre qualche secondo di invulnerabilità. Inoltre, le manovre direzionali in schivata obbligatorie contro alcune mosse - che ricordano molto da vicino il "Mikiri" dell'action di FromSoftware - hanno tempistiche molto rilassate e permettono di reagire anche a chi non ha riflessi da pantera.

I mostri del gioco sono minacciosi, ma le cose si fanno davvero adrenaliniche solo nella fase finale della campagna, dove la difficoltà sale anche sensibilmente
I mostri del gioco sono minacciosi, ma le cose si fanno davvero adrenaliniche solo nella fase finale della campagna, dove la difficoltà sale anche sensibilmente

Attenzione però, questa massa di possibilità non significa che nel gioco non ci sia una progressione della difficoltà piuttosto secca. Specialmente nell'ultimo quarto si trovano letteralmente tutti i boss più ardui da combattere dell'intera campagna, contro cui l'abuso di oggetti e poteri aiuta, ma non è assolutamente sufficiente. In tali confronti anche a difficoltà normale è fondamentale padroneggiare le meccaniche e, seppur siano sfide nettamente inferiori a quelle viste nei lavori di Miyazaki e compagnia bella, crediamo faranno sudare parecchia gente. Inoltre, una volta completata la campagna si sblocca una difficoltà aggiuntiva con nemici più resistenti e aggressivi, dove l'uso impeccabile della difesa è fondamentale per non lasciarci la pellaccia. Crediamo sarà una vera manna per gli amanti delle run hardcore.

Questa gestione della difficoltà è uno degli elementi meglio riusciti di Stellar Blade; nonostante vi siano un paio di boss sul finale che rappresentano un picco significativo rispetto a quanto affrontato in precedenza, la curva di crescita del livello di sfida ci è sembrata davvero applicata a modo, con una gradualità quantomai apprezzabile. La principale mancanza che abbiamo trovato nel gameplay, purtroppo, riguarda la precisione e l'affidabilità delle manovre di Eve, su cui a nostro parere si poteva lavorare meglio.

Che sia in combattimento o durante una scena d'intermezzo, Eve è sempre aggraziatissima
Che sia in combattimento o durante una scena d'intermezzo, Eve è sempre aggraziatissima

La parry e la schivata a disposizione della protagonista sono inizialmente poco performanti, per via di finestre di invulnerabilità estremamente ridotte. Avanzando nel gioco Eve può migliorarle sia con i punti abilità guadagnati livellando sia con degli equipaggiamenti pensati per aumentare queste finestre difensive, solo che le manovre non partono istantaneamente per via di un leggero ritardo nella risposta ai comandi, evidente in particolare con la schivata. In parole povere, per via della partenza non immediata, è necessario imparare e prevedere la ritmica dei colpi nemici con un leggero anticipo più che reagirvi all'istante, e le parate in particolare non funzionano come quelle di Sekiro - che permetteva di ripetere a raffica la manovra, ma ne indeboliva l'efficacia fino ad azzerarla se si esagerava con gli errori - bensì più come quelle di Lies of P, dove il tempo di attivazione deve essere preciso e si ha generalmente poco margine tra una parry e quella successiva. Inoltre, per qualche motivo, anche una volta ottenuta la finestra di risposta più ampia possibile con le schivate, queste alle volte non sembrano attivare l'animazione della contromossa se le si usa spostandosi in certe direzioni contro i colpi avversari; sono così scarsamente affidabili quando ci si muove, che a un certo punto ci siamo messi a utilizzare la manovra quasi esclusivamente da fermi (utilizzarla in tal modo assicura che le tempistiche di attivazione siano sempre quelle senza variazioni). Non sono problemi gravi, e dopo un po' si fa il callo a queste scelte di design , ma avremmo preferito manovre un po' più scattanti e immediate, vista la varietà dei pattern avversari e la tendenza ad attaccare a raffica di certi boss. Altro problema? Abbiamo trovato proprio i boss piuttosto piatti con poche eccezioni finché non siamo arrivati alla fase finale. Sembra quasi che Kim Hyung Tae e i suoi abbiano volutamente tenuto tutte le battaglie migliori per i capitoli conclusivi. Buona invece la gestione delle risorse: i nemici hanno una ormai immancabile barra dello stordimento che richiede parry multiple per venir svuotata e uno scudo da eliminare prima di infliggere danni seri; questi fattori costringono a usare oculatamente certe manovre offensive e combinazioni, rendendo le battaglie più pepate ed esaltanti.

Un ottimo comparto tecnico e sonoro

Un paesaggio che mostra l'ottimo lavoro svolto dal punto di vista artistico
Un paesaggio che mostra l'ottimo lavoro svolto dal punto di vista artistico

La parte meglio riuscita del gioco di Shift Up è quasi sicuramente quella tecnica. Stellar Blade ha tre modalità grafiche disponibili su PS5, ma anche usando quella "di mezzo" la sua fluidità resta notevole sacrificando ben poco dell'impatto estetico. Mappe e personaggi sono estremamente dettagliati (anche se il fatto che gli scenari aperti siano prevalentemente desertici indubbiamente aiuta in termini di ottimizzazione), le animazioni sono di alta qualità e in generale si nota una notevole padronanza nell'uso dell'Unreal Engine. Solo artisticamente il gioco è a tratti un po' piatto, anche se non è facile ottenere chissà quale varietà in un'ambientazione post apocalittica. Durante la nostra partita ci è capitato qualche piccolo bug durante le interazioni con gli elementi a schermo, tuttavia si è trattato praticamente sempre di inezie, dunque anche dal punto di vista della pulizia generale Stellar Blade si difende più che bene.

Notevole pure la colonna sonora, con pezzi che richiamano le musiche di Nier (lo studio MONACA, quello del compositore di Nier Okabe, ne ha composta buona parte dopotutto), ma spesso partono per la tangente e sorprendono con sonorità vicine al rock o all'elettronica. Un accompagnamento musicale promosso insomma, anche con qualche raro pezzo poco adatto alle situazioni affrontate.

Sì, il fanservice è tanto e alcuni costumi sono abbastanza di cattivo gusto, ma un paio di trovate esilaranti dimostrano come il gioco si prenda molto meno sul serio di quanto si voglia credere
Sì, il fanservice è tanto e alcuni costumi sono abbastanza di cattivo gusto, ma un paio di trovate esilaranti dimostrano come il gioco si prenda molto meno sul serio di quanto si voglia credere

E il fanservice di cui tanto si è discusso? Beh, nonostante sia a volte di cattivo gusto - certi costumi di Eve sono seriamente un po' eccessivi - la sua implementazione nella campagna risulta in realtà discretamente brillante, perché correlata a elementi di gameplay. Volete giocare con il costume più "trasparente"? Per farlo dovrete letteralmente privarvi di armatura, cosa che aumenta sensibilmente la difficoltà per via dei danni subiti. Il costumino più sexy in circolazione? Per ottenerlo dovrete trovare ogni singola lattina nel gioco e non è certo una passeggiata, mentre la maggior parte degli altri abiti sono generalmente sparsi per le mappe al punto da costringere a un po' di sana esplorazione per essere trovati (oltre a consumare materiali preziosi senza reali vantaggi in battaglia per venir prodotti). Abbiamo inoltre riso di gusto all'implementazione di uno specifico costume a campagna ultimata, che non vi vogliamo anticipare, ma è davvero così scemo da fare il giro e diventare geniale. Difficile prendersela particolarmente per la sessualizzazione della protagonista, quando il suo look è comunque contestualizzato nella narrativa e il team stesso ha approcciato la cosa in modo così ilare.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (128)
7.9
Il tuo voto

Stellar Blade ha superato le nostre aspettative, dimostrando ancora una volta come nell'ecosistema dello sviluppo coreano i team talentuosi non manchino. Non è certo un gioco privo di difetti, e subisce un po' troppo il confronto diretto con le sue principali ispirazioni non raggiungendone mai realmente le vette, tuttavia si tratta di un action dal ritmo serrato, estremamente solido e tecnicamente impeccabile. Una validissima prima prova in questo campo per Shift Up, che lascia ben sperare per i progetti futuri del team.

PRO

  • Sistema di combattimento solido, con una progressione ben congegnata
  • Curva della difficoltà ben calibrata
  • Background narrativo più elaborato e interessante del previsto,
  • Buona varietà di quest, mappe e longevità

CONTRO

  • I boss migliori sono tutti concentrati nella parte finale del gioco
  • Alcune fasi lineari della campagna sono piuttosto piatte
  • Nonostante la narrativa sia interessante, la qualità della scrittura è scarsa
  • La gestione di certe meccaniche difensive poteva essere migliore