Sapevate che nel 1985, in occasione dell'uscita di quel grande videogioco che era Bushido Ball, la UFO Soft organizzò un grande torneo presso un bar vicino a dove si trovava la sede dell'azienda? No? È perfettamente normale perché Bushido Ball, la UFO Soft e quel bar non sono mai esistiti. Perlomeno non nella nostra realtà. Quel che è certo è che sono esistiti nell'universo di UFO 50 dal momento che questa storia è raccontata lì.
Chiamare videogioco UFO 50 sarebbe riduttivo. È più una libreria, un piccolo mondo in bottiglia che racconta un passato parallelo, dove una software house chiamata UFO Soft ha abitato le librerie virtuali di tutti i videogiocatori del mondo negli anni '80, sfornando 50 videogiochi di culto prima di sparire misteriosamente nel nulla.
Anche la polvere che c'è sopra è fittizia. Dietro la scorza da retrogame c'è una forza creativa tutta nuova. UFO 50 è in realtà un'operazione capitanata da Derek Yu, l'autore di Spelunky, e che conta sull'apporto di altre personalità del mondo indie come Ojiro Fujimoto (Downwell). Cercare di raccapezzarsi in questo cassetto dei ricordi, in questa incredibile monografia, è difficile. Ti senti spesso seduto al tavolo di un all you can eat dove rischi di abbuffarti senza cognizione di causa. Cerchiamo quindi di affrontare con calma il discorso nella nostra recensione di UFO 50.
Salto indietro nel tempo
C'è stato un momento, durante la nostra esplorazione della sterminata proposta di UFO 50, nel quale abbiamo fatto un salto indietro nel tempo di trent'anni e ci siamo ritrovati bambini di fronte a una versione alternativa di Pocky & Rocky, videogioco del 1993. Un improbabile sparatutto giapponese a scorrimento nel quale si vestivano i panni di una sacerdotessa miko e di un procione. La versione proposta da UFO 50 si intitola Elfazar's Hat, ma non è difficile cogliere l'ispirazione. In questo caso comandiamo un coniglio e un piccione, scappati dalle grinfie di un mago che li teneva in ostaggio per farne delle comparse per i suoi trucchi di magia. Per certi versi sembra di giocare con il caro e vecchio classico di Natsume, ma c'è anche qualcosa di diverso.
Succede anche con il già citato Bushido Ball, vero e proprio mattatore della raccolta: una versione in salsa samurai di WindJammers. Nei panni di uno dei possibili spadaccini si partecipa a un torneo nel quale ci si lancia una palla a colpi di katana. Le prime ore passate in compagnia di UFO 50 sono così: si scorre avanti e indietro sulla nutrita lista di proposte e si apre un titolo dopo l'altro, come piluccando da un cestino di ciliegie.
Paint Chase è uno Splatoon con trent'anni di più sul groppone dove si comanda una macchinina che deve colorare il livello e impedire agli avversari di seminare vernice. Mortol è un folle mix tra il primo Super Mario Bros. e Lemmings nel quale si sfruttano le abilità dei personaggi per rendere più semplice il percorso nelle vite successive. Night Manor è un horror punta e clicca che sembra uscito dai racconti di Stephen King. Vainger un clone di Metroid, con tanto di eroe spaziale che ricorda in tutto e per tutto Samus Aran con la sua tuta da battaglia chozo.
Nelle proposte di UFO 50 c'è di tutto: videogiochi sportivi, azione, avventura, strategia, GDR, astronavi, automobili, ninja, cavernicoli e creature anfibie. E poi robot, sadici killer, lucertole che cambiano colore, samurai e sceriffi.
Inizialmente la libreria è organizzata in ordine cronologico, dal 1982 (l'anno di Barbuta) fino al 1989, quando è stato pubblicato Cyber Owls, l'ultimo videogioco di UFO Soft. Affrontarli nell'ordine proposto è stimolante, perché è bello vedere come interfacce e meccaniche sono mutate nel corso degli anni, e anche quali fossero i temi più forti in certi momenti storici.
UFO 50 però propone anche criteri alternativi con cui surfare nella sua sterminata libreria: se vuoi vedere solo i videogiochi multiplayer, o quelli d'azione, o magari gli sportivi, puoi. Alcuni sono sequel di titoli precedenti di successo, altri dei veri e propri videogiochi bandiera dell'azienda. Altri sono esperimenti talmente folli che viene naturale chiedersi a chi possano essere venuti in mente. Golfaria, per esempio, ovvero un GDR in cui interpreti una pallina da golf e, per camminare nella mappa, devi lanciarti con precisione da una parte all'altra.
Proprio in questi esempi estremi vive la grandezza di UFO 50 di riuscire a mescolare generi e meccaniche classiche e moderne. C'è sempre un certo gusto nel proporre videogiochi che potessero effettivamente essere usciti in quegli anni, ma spesso conditi da trovate che ne alleggeriscono i tempi, o che magari propongono una sfaccettatura inedita, mai vista prima, anche un po' folle. Anche un po' contorta, a volte.
Una storia nella storia
È sbagliato ridurre UFO 50 a una semplice raccolta di videogiochi. A rendere prezioso questo pacchetto è anche la storia che si può leggere di gioco in gioco. Ogni titolo ha infatti una scheda che contiene una piccola curiosità o un trivia. Come quella di Bushido Ball che avete letto in apertura.
Attraverso questi frammenti si può ricostruire la storia dell'azienda ma anche delle persone che ne hanno dettato i successi. Barbuta, per esempio, il primo videogioco targato 1982, è stato sviluppato da Thorson Petter durante il suo orario lavorativo quand'era ancora un impiegato. Gli è quasi costato il licenziamento. Camouflage, del 1985, è stato realizzato a partire da un album illustrato la cui autrice era la madre di Smolski. Hot Foot, dell'anno successivo, è basato su un vero gioco da bambini che Smolski e Chun facevano alle scuole elementari. Il fiore blu che si vede all'inizio di Star Waspir è ispirato a un dipinto che era appeso nei bagni degli uffici di UFO Soft. In questo quadretto fatto di piccole suggestioni, UFO 50 tira fuori la sua anima più romantica. D'altronde è un'opera che vive di frammenti, di ricordi, di sinestesie. Metti su uno dei videogiochi della lista e ti ricorda una musica, un profumo, un periodo della tua vita. Non è una fredda collezione, è più come mettere le mani su quel vecchio cestone che hai in casa dei tuoi dove tieni i giocattoli di quando eri bambino.
Pazienza e devozione: due ingredienti fondamentali
Trovarsi per le mani una collezione del genere, con una tale quantità di idee e meccaniche così soverchiante è anche pericoloso, perché rischia di schiacciarti continuamente. Spesso si ha la tentazione di cambiare, cambiare, cambiare senza veramente impegnarsi in nulla. Per esempio, i videogiochi più difficili, quelli che hanno meccaniche non proprio scontate o che magari propongono una sfida superiore rispetto a quelle a cui siamo abituati oggi, richiedono un certo sforzo da parte del giocatore per non passare semplicemente ad altro.
Questo anche perché, in totale controtendenza con i videogiochi moderni, i titoli di UFO Soft non hanno tutorial di alcun tipo, se si fa eccezione per la breve descrizione nella scheda del gioco, e si affidano quasi del tutto all'intuizione del giocatore. Certo, con cinquanta titoli a disposizione è normale che alcuni siano più riusciti di altri, o che magari siano più in linea con i gusti personali di chi sta giocando, ma il rischio tangibile è che quelli più complessi non vengano approfonditi a dovere.
Ed è un peccato, perché dentro a UFO 50 si trovano videogiochi completi, completissimi. Potreste pensare che, dato il numero di proposte, si tratti perlopiù di esperienze mordi e fuggi un po' come quelli della serie WarioWare, invece ci sono titoli che durano molto. Grimstone, un RPG a tema western, è un'avventura lunga e impegnativa che vi porterà via più di una decina di ore. Alcuni sportivi sono perfetti per fare una partita ogni tanto, anche a distanza di tempo, per sfidare il computer o magari qualche amico, dal momento che il multiplayer è ben implementato.
È una vera e propria caccia al tesoro, e in quanto tale richiede pazienza e devozione, due qualità che spesso si mettono da parte per seguire i tempi di un mercato compulsivo. Scavare e trovare la propria comfort zone è parte del gioco, ma è bello anche sfidarsi per cercare e testare generi e idee lontani dal nostro modo di giocare.
Come se non bastasse la vastissima proposta base di UFO 50, il titolo di Mossmouth propone perfino un gioco nel gioco. Nel menù delle opzioni è infatti possibile accedere a un terminale che, se si utilizzano codici ben precisi, può dare accesso a una selezione di trucchi, modalità segrete e persino qualcosa di più prezioso, magari rimasto sepolto per anni nel cassetto dei prototipi di UFO Soft.
Conclusioni
Giudicare UFO 50 è un'impresa, non fosse altro che per la quantità di materiale che contiene, per l'incredibile numero di trovate, meccaniche e proposte che troverete all'interno di questo universo alternativo. Attraverso i suoi videogiochi UFO 50 racconta un momento storico, un'epoca che non è mai esistita, ma che si trova all'interno dei nostri ricordi, delle sensazioni e delle emozioni che abbiamo provato da bambini, quando questo mondo era ancora inesplorato. Allo stesso tempo ti richiede una certa devozione, un amore per un tipo di retrogaming ben specifico e tanta pazienza per esplorare una proposta capace di schiacciarti con la sua mole.
PRO
- Una quantità incredibile di videogiochi
- Classico e moderno si uniscono in una continua sperimentazione
- Alcuni dei titoli della raccolta potevano essere venduti a parte
CONTRO
- Può essere spiazzante esplorare così tante proposte
- I videogiochi più complessi rischiano di essere sacrificati per quelli più immediati
- Generalmente è molto difficile