È passato molto tempo dall'ultima volta in cui ci siamo allacciati i guantoni e siamo saliti su un ring virtuale per un po' di sana boxe vecchio stile. I tempi di Punch-Out, di Ready 2 Rumble, ma anche di Fight Night sono lontani secoli e in tutto questo tempo a nessuno è venuto in mente di realizzare una simulazione incentrata sulla nobile arte. Presi come siamo dall'eterno amore per il wrestling e dalla moda dell'MMA, non ci siamo quasi accorti che da anni manca un videogioco dedicato alla boxe, un titolo che, con ambizioni più o meno simulative, ci consentisse di ambire al titolo mondiale dei pesi massimi.
Fortunatamente, Steel City Interactive già da diverso tempo era a lavoro per colmare questo vuoto. In Early Access dal gennaio del 2023, dopo una lunga gestazione, Undisputed debutta ufficialmente in una forma che ha ovviamente tenuto conto dei numerosi feedback ricevuti nel corso degli ultimi mesi. Il risultato è una simulazione tendente al realismo che, nonostante qualche evidente problematica, conquista e convince proprio grazie alla passione che trasuda da ogni poro, all'attenzione posta su certi dettagli, ad alcune trovate interessanti che caratterizzano fortemente la modalità carriera.
Se siete appassionati di boxe e aspettavate da tempo un gioco dedicato a questa disciplina, mettetevi comodi e proseguite nella lettura di questa recensione di Undisputed.
Tutta la strategia della boxe
Undisputed non si inventa quasi nulla, né sul piano prettamente ludico, né tantomeno su quello delle modalità che propone. Sin dal primo avvio è facile intuire il significato di ogni voce di cui si compone il menu principale, né, una volta sul ring, si ha la sensazione di non essere padroni della situazione. Qualsiasi videogiocatore navigato, che magari ha vissuto in prima persona i bei tempi del già citato Fight Night, sarà a suo agio al primo impatto con la produzione Deep Silver.
Eppure, quasi per magia, scavando la superficie si giunge lentamente al succo di questa produzione che sorprende proprio nei dettagli, nelle piccole cose, nelle innovazioni che segretamente abbiamo sempre sperato di riscontrare in una simulazione di boxe.
Basta il tutorial, per esempio, per accorgersi di quanto il sistema di combattimento sia profondo e offra strumenti tattici quanto più si è esperti della disciplina. I pulsanti frontali, o in alternativa lo stick analogico destro, sfoggiano l'intero campionario di colpi possibili. Jab, diretti, ganci, bisogna prenderci un attimo la mano, soprattutto per le mosse attivabili tramite una combinazione di tasti, ma dopo un po' di pratica sarete in grado di indirizzare perfettamente i vostri pugni. Con l'intervento o meno di uno dei due dorsali direzionerete i colpi al viso o alternativamente al corpo, l'altro dorsale, invece, carica colpi più lenti, ma enormemente più potenti. Per coprirvi in difesa dovrete utilizzare il trigger destro, con l'altro controllerete la schivata, mentre con la croce direzionale attiverete, e disattiverete, una modalità d'approccio più sfrontata e diretta che vi renderà più efficaci in attacco, ma vi esporrà a facili KO. In passato abbiamo avuto a che fare con sistemi di controllo indubbiamente più intuitivi, ma basta prenderci la mano per diventare tutt'uno con il proprio atleta, soprattutto se si opta per lo stick analogico destro per sferrare i pugni al viso e al corpo dell'avversario.
Dopo qualche match passato in difesa e, soprattutto, a sferrare inutili ganci all'avversario di turno, carpirete appieno lo spirito del gioco, periodo di apprendimento e tirocinio che sarà tanto più breve quanto più siete soliti intrattenervi davanti al televisore guardando incontri di boxe. Come nella controparte reale della disciplina, capirete solo dopo qualche sconfitta che vale molto di più una combo di pugni piazzata al momento giusto che sparuti montanti pur tirati con tutta la potenza possibile.
Il perno attorno cui ruota l'intera esperienza è la stamina, metro che determina l'efficacia dei colpi e gestisce il ritmo degli attacchi. L'indicatore, sempre ben visibile nell'angolo in basso dello schermo, tende a ricaricarsi non appena si conclude la sfuriata di pugni, ma si consuma progressivamente ed irreversibilmente con il proseguo dell'incontro. Questa caratteristica, naturalmente, influenza pesantemente l'approccio allo scontro, anche in base alla tipologia di atleta di cui vestirete i panni. Nel caso di boxeur agili e dotati di grande resistenza, sarà consigliabile attendere il succedersi dei round, prima di apportare una serie di attacchi volti a mettere KO l'avversario. Al contrario, se avete optato per un peso massimo, che fa della potenza dei colpi la sua qualità principale, sarà vostro interesse chiudere il match il prima possibile.
Lo spessore tattico e strategico di Undisputed lo si apprezza a tutti i livelli. Quando avvierete una partita rapida, a seconda della categoria di peso che selezionerete, il ritmo dello scontro e la gestione della stamina cambiano completamente. Al tempo stesso, in base all'avversario, potrete e dovrete adattare lo stile di combattimento, sempre pronti a sfruttarne le debolezze. Lo stesso andamento del match detta cambi di strategia. Una ferita al volto dello sfidante, per esempio, potrebbe spingervi a colpirlo ripetutamente su quel punto, lasciandovi presagire una vittoria anzitempo rispetto a quanto inizialmente preventivato. Al tempo stesso, dopo aver messo al tappeto una prima volta l'avversario, potreste decidere di rallentare il ritmo, cercando di vincere ai punti.
Ogni partita offre le sue insidie e possibilità e ai livelli di difficoltà maggiori - ce ne sono quattro in totale - non potrete affatto esimervi dall'approcciare i match con un minimo di strategia. Esibendovi in combinazioni di attacchi casuali, o trincerandovi in difesa sperando che si presenti come per magia il momento giusto per attaccare, collezionerete solo sonore sconfitte.
Un sistema di combattimento simile, che farà inevitabilmente la gioia di appassionati di boxe e di chi cerca un picchiaduro tecnico, si scontra con qualche difetto della produzione che ne ridimensiona, pur solo limitatamente, l'estrema propensione al realismo. Tanto per cominciare, la telecamera ogni tanto vi riserverà qualche colpo basso. Nelle arene più contenute, alcuni spettatori potrebbero improvvisamente occupare l'inquadratura, facendovi perdere il ritmo. In quelle più ampie, rotazioni troppo repentine dell'angolo di inquadratura fanno perdere l'orientamento, con conseguenti colpi andati a vuoto.
Anche la gestione della difesa non ci ha sempre convinti. In certi casi basta attivarla per rendersi sostanzialmente immuni a qualsiasi offensiva. In altri, invece, nel pieno rispetto del realismo che persegue Undisputed, basta trovare l'angolo giusto per fare breccia e mandare a segno il colpo. A scoraggiare, in questo caso, è l'assoluta arbitrarietà con cui ciò accade o non accade, un difetto su cui dovranno assolutamente lavorare gli sviluppatori.
A dirla tutta, sempre elencando i difetti del gioco, anche alcune animazioni ci hanno convinto poco. Soprattutto il ragdoll degli atleti che hanno perso i sensi è poco convincente, così come le torsioni del busto quando vengono sferrati alcuni pugni. Roba di poco conto, tuttavia. Al netto di un motore fisico che dona davvero poca espressività agli atleti, il comparto grafico di Undisputed è comunque promosso a pieni voti, anche per merito di introduzioni al match spettacolari al punto giusto, di modelli poligonali globalmente dettagliati e di un frame rate assolutamente granitico. Nulla di così notevole sul piano prettamente estetico, beninteso, ma il gioco fa la sua bella figura.
Una carriera imprevedibile
Undisputed, fortunatamente, non è convincente solo sul ring. Anche il contorno è generalmente solido e ben indirizzato ad un pubblico di appassionati. Tanto per cominciare, la rosa di lottatori vanta una settantina di atleti. Si va dai contemporanei come Tyson Fury, Oleksandr Usyk, Katie Taylor e Canelo Alvarez ad autentiche leggende di questo sport come Muhammad Alì, Rocky Marciano e Joe Frazier. Ognuno di questi atleti, altro punto a favore della produzione, è perfettamente riprodotto sia in termini estetici, sia per quanto riguarda movenze e statistiche che ne determinano e influenzano il comportamento durante l'incontro. La cura profusa in quest'ambito rende palese e percepibile tutta la passione per la disciplina del team di sviluppo, oltre ad infondere carattere all'intero progetto.
Questo ampio e variegato elenco di lottatori potranno naturalmente essere utilizzati nelle partite veloci, sia contro la CPU, che in locale contro un proprio amico, in una serie di match che impongono obiettivi specifici e che vengono cambiati a cadenza regolare e ovviamente online. Per il momento siamo riusciti a imbastire solo un paio di partite, dopo attese interminabili, riscontrando, tra l'altro, un netcode tutt'altro che solido, ma non vogliamo fornire giudizi definitivi attualmente, visto l'ovvio e giustificato esiguo numero di utenti nei server.
All'occorrenza potrete utilizzare uno dei settanta boxer presenti nel gioco anche nella modalità carriera, ma potrete crearne uno ex novo a partire dal potente editor messo a disposizione. Dalla grandezza degli occhi, alla posizione delle sopracciglia, passando per le dimensioni di mascella e naso, ogni parte fisica dell'avatar in questione può essere modificata a piacimento. Considerando anche la possibilità di applicare tatuaggi e di curare il design di calzoncini, guanti e scarpe, avete le dimensioni di un editor realmente in grado di dare forma all'atleta che avete in testa.
Distribuendo punti nelle varie statistiche tra cui Vitalità, Difesa e Velocità, inoltre, ne determinerete le qualità e i punti di forza sul ring. Come in un qualsiasi titolo del genere, a mano a mano che lo farete lottare potrà progressivamente potenziarsi, acquisendo bonus più o meno passivi che ne andranno ad influenzare lo stile di combattimento. Anche in questo caso, molto, ma non tutto, dipenderà dal vostro stile di lotta e da come concepite la boxe.
Avviata la carriera vera e propria, poco a sorpresa, si tratterà di guidare il personaggio attraverso una lunga serie di tornei e scontri singoli, sino a condurlo alla conquista del titolo di categoria. Se la progressione, sulla carta, non presenta chissà quali sorprese, scendendo nel dettaglio Undisputed mostra diverse particolarità intriganti.
Tanto per cominciare dovrete mettere su la vostra squadra composta da allenatore, cutman e manager. Ognuno di essi influenzerà rispettivamente i progressi in termini statistici del pugile, la capacità di recuperare dagli infortuni e la possibilità di imbastire incontri con cui guadagnare denaro e fama. Anche in questo caso dovrete tenere in considerazione numerosi parametri, anche in base alla direzione che volete imprimere alla vostra carriera ed essendo consapevoli che gli imprevisti accadono di continuo.
Un grave infortunio, per esempio, potrebbe mettervi fuori gioco per lunghi mesi o mandare in fumo un incontro già deciso da tempo. L'invecchiamento del boxeur vi costringerà a cambiare stile di lotta e, di conseguenza, allenatore. Il manager potrebbe concentrarsi troppo sul guadagnare soldi e poco ad accontentare le vostre ambizioni di affermarvi come campione di categoria. Le incognite sono abbastanza da imprimere un pizzico di imprevedibilità al tutto, soprattutto quando la posta in gioco diventerà importante e, magari, l'età del vostro atleta inizierà ad incidere sulla sua tenuta atletica.
Tra un incontro e l'altro, difatti, dovrete anche preoccuparvi degli allenamenti, impostando un piano ben specifico, che avrà la sua influenza sullo stato di riposo, sulla forma fisica, sullo spirito combattivo dell'avatar.
Sebbene il gioco fatichi in certe circostanze a bilanciare il tasso di sfida, proponendovi avversari con statistiche non proporzionate a quelle del vostro atleta (soprattutto ai livelli di difficoltà più alti farete molta fatica all'inizio), la modalità carriera di Undisputed funziona alla grande. Bisogna avere pazienza sulle prime, perché la stamina degli esordienti tende a consumarsi fin troppo in fretta, ma superato il primo ostacolo, vi godrete una delle modalità carriera più interessanti mai provate in una simulazione sportiva.
Conclusioni
Undisputed non è un gioco perfetto, ma è realizzato da gente appassionata di boxe e che sa perfettamente restituire l'essenza della nobile arte. Già la presenza di oltre settanta atleti, tutti ottimamente riprodotti, testimonia piuttosto a favore del fatto che ci troviamo di fronte ad un prodotto imperdibile per chi è rimasto orfano di una simulazione di questo sport sin dai tempi di Fight Night Champion del 2011. Anche la modalità carriera offre un buon numero di incognite e parametri da considerare, tali da rendere la progressione incerta, imprevedibile, sorprendente quanto basta. Sul ring, poi, le cose funzionano a dovere, con un sistema di controllo profondo e l'incombenza del consumo della stamina a gestire il ritmo di ogni round. Peccato solo per qualche piccolo intoppo della telecamera, per alcune animazioni non convincenti e per la relativa arbitrarietà sull'efficacia della difesa. Giudizio sospeso sul multiplayer online, invece, per mancanza di giocatori con cui testare questa modalità. Al di là delle piccole storture, tuttavia, Undisputed è il gioco di boxe che stavamo aspettando. Non un gioco perfetto, ma una simulazione validissima e dannatamente soddisfacente.
PRO
- Sistema di combattimento profondo
- La modalità carriera è imprevedibile al punto giusto
- 70 atleti tutti ben riprodotti
CONTRO
- Le bizze della telecamera possono costarvi un incontro
- Non tutte le animazioni sono convincenti
- La fase difensiva non è perfetta