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Valorant, la recensione

Dopo moltissime ore in beta e dopo aver provato i contenuti rilasciati in day one, è il momento di tirare le somme sullo sparatutto firmato Riot: ecco la nostra recensione di Valorant

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   03/06/2020

Riot ha davvero spinto a tavoletta per la pubblicazione di Valorant e quasi a sorpresa esce con la versione definitiva del suo sparatutto competitivo dopo aver dato vita ad una closed beta piuttosto breve, se pensiamo agli standard attuali. Tre mesi concentrati di playtest, con la meccanica dei Twitch Drop tanto discussa ma che ha portato al titolo una visibilità incredibile. Se ci avete seguito nell'ultimo periodo saprete che di Valorant ne abbiamo già discusso abbondantemente in tutte le salse: vi abbiamo parlato dei migliori Agenti per muovere i primi passi, della volontà prorompente di lasciare un segno nel settore degli eSport e anche di come questa nuova produzione sia solo una delle frecce nella faretra di Riot per invadere ogni segmento di mercato nei prossimi anni. La recensione di Valorant arriva dunque dopo moltissime ore di gioco ed è anche l'occasione per analizzare la nuova iniezione di contenuti rilasciati in occasione del lancio ufficiale, il 2 giugno.

Riassunto delle puntate precedenti

Valorant è uno sparatutto competitivo a squadre completamente gratuito. Si ispira fortemente a Counterstrike sia nel modo di sparare sia nella gestione delle linee di tiro ma riesce a distinguersi grazie all'implementazione degli agenti, personaggi che il giocatore può impersonare dotati di abilità speciali in grado di rivoluzionare le strategie di base, offrendo al contempo una grande profondità al gioco. Tutto si basa dunque sulla composizione del proprio team, sulla comunicazione e sulla sincronia dell'azione.

Al momento il gioco offre undici agenti, un numero che non sembra a prima vista così impressionante ma che già adesso riesce a portare grandissima varietà alle partite. Grazie al design delle abilità, gli Agenti di Valorant impattano i match molto più che i campioni di League of Legends, tanto per restare in casa Riot, e averne uno in squadra piuttosto che un'altro vuol dire riscrivere interamente la gestione delle fasi offensive e difensive, per una meccanica di gioco capace di rendere le partite sempre molto dinamiche e mai troppo uguali tra loro. Discutere di bilanciamento degli eroi o di meta il giorno stesso dell'uscita di uno sparatutto del genere è piuttosto inappropriato, soprattutto se pensiamo a quanto Riot aggiorni velocemente e con frequenza i suoi titoli. Persino lo stesso Valorant ha visto cambiare molteplici statistiche nel passaggio dalla versione beta a quella definitiva, con il rework di Omen e il fix a diverse abilità che sembravano eccessivamente incisive. Quello che possiamo garantirvi però, è che tutti gli agenti presenti hanno punti di forza e punti di debolezza ben delineati e anche quelli meno utilizzati come Viper nelle mani giuste riescono a fare disastri.

Quello che importa quindi al momento è aver trovato nella produzione un buon design dei personaggi, sia esteticamente sia in termini di meccaniche, e su questo fattore non possiamo che promuovere a pieni voti il lavoro fatto da Riot. Certo, qualche abilità è derivativa e vista già in altri titoli, così come l'aspetto può ricordare protagonisti di altri giochi (alzi la mano chi non ha associato Reyna a Sombra non appena l'ha scorta nell'artwork di presentazione) ma l'insieme generale dei contenuti risulta nel suo complesso soddisfacente e ben fatto. Valorant propone abilità da utilizzare come utility per la stragrande maggioranza delle volte. Troviamo dunque agenti con capacità curative, moltissimi in grado di creare ostruzioni alle linee di tiro attraverso granate fumogene e altri invece dotati di aree velenose o fiammeggianti per rallentare l'avanzata del nemico. Non manca nemmeno il personaggio ignorante con granate e rocket launcher integrato, adorabile da giocare durante le prime sessioni ma complesso da gestire mano a mano che le cose si faranno più difficili vista la quasi impossibilità di fornire ai propri compagni cognizione della posizione sulla mappa degli agenti avversari.

Con un pool di eroi ben studiato è lecito e scontato aspettarsi una tipologia di gameplay altrettanto tecnica, ma che non disdegna neanche un pizzico di casualità per venire incontro a un pubblico più vasto. Riot da questo punto di vista ha lavorato bene rischiando però di creare un ibrido non in grado di soddisfare pienamente la scena dei pro player. Sostanzialmente la rosa dei colpi è gestibile ma con una buona componente di casualità sull'indirizzo di colpi, situazione che spesso porta ad avere ancora oggi headshot fortuiti. Rispetto alla beta tuttavia la situazione è stata ulteriormente migliorata e anche l'hit detection sembra aver fatto passi avanti, con i server che nel giorno del lancio stanno funzionando alla grande per quanto riguarda le partite nonostante la mole esagerata di gente desiderosa di provare il gioco. Situazione che andrà via via a sistemarsi nel corso delle prossime settimane.

Reveal Window Valorant

Qualche novità per tenervi impegnati

Valorant sembra quasi essere tornato indietro in termini di contenuti rispetto alla beta, avendo di fatto perso al momento tutto il sistema di partite classificate, che rivedremo comunque in via definitiva non appena una buona fetta di giocatori avrà ottenuto l'esperienza necessaria a rendere interessanti, bilanciate e divertenti le partite. Inutile infatti sottolineare come per il momento ci sia un'enorme disparità nei match, anche a causa dell'assenza totale di matchmaking e che il rischio di trovarsi in una squadra fortemente svantaggiata sia un problema concreto.

Le partite, della durata di 40 minuti, non aiutano poi la situazione con il rischio di trovarsi invischiati in una debacle frustrante e non poter fare niente per uscirne. Auspicavamo una modalità più leggera al lancio e Riot ci ha accontentato con l'Assalto Spike, dove, con lo stesso concetto di sempre, due squadre da cinque giocatori si affrontano al meglio dei sette round. Qui le partite sono veloci, adrenaliniche e divertenti ma falliscono nell'insegnare a dovere le basi di coordinazione necessaria per trionfare nella modalità principale. In Assalto Spike a tutti gli attaccanti viene fornita una spike e non esiste né shop né economia da tenere in considerazione, con le abilità che vengono ricaricate all'inizio di ogni round e le armi fornite automaticamente a tutti i giocatori in maniera equa. Compaiono poi sulla mappa potenziatori di varia natura per rendere più varie le partite, sfere che avvelenano o in grado di aumentare la velocità, ma che restano per l'appunto meccaniche molto lontane dal core gameplay di Valorant.

Firstlook Fire Valorant

Riot ha voluto rimpolpare anche il roster di base, con un nuovo personaggio: Reyna è un'agente in grado di assorbire le anime dei caduti e dopo averla provata per parecchie ore possiamo tranquillamente affermare si tratti di uno dei personaggi più difficili da usare di tutto Valorant, proprio perché legata indissolubilmente alle uccisioni. È uno di quei personaggi che difficilmente può portarvi alla vittoria nel caso in cui vi troviate schiacciati dagli avversari, ma che può invece dare un boost non indifferente verso la vittoria quando le cose volgono già al meglio. Una bella aggiunta che va ad incastrarsi perfettamente tra gli agenti già presenti senza accavallarsi alle altre scelte al momento disponibili. In tutto questo avremmo avuto il piacere di trovare una versione più breve della modalità classica, magari al meglio dei 9 o degli 11 round invece che dei 25.

A fare capolino è anche il classico Season Pass, venduto per una decina di euro e contenente tredici skin e oltre quaranta elementi estetici suddivisi tra carte, spray e ciondoli per le vostre bocche da fuoco preferite. Due cose in questo caso ci fanno storcere il naso: l'impossibilità di ottenere crediti con il season pass per poter acquistare quello successivo, restando in linea con quanto offerto fino ad ora su Teamfight Tactics ma discostandosi dal modello di successo di Fortnite, e i prezzi generali delle skin singole. Assurdo pensare di dover spendere oltre 70 euro per la Collezione Prime che include al suo interno cinque varianti per le armi e poco altro. La media dei prezzi rimane comunque quella di 10 euro per modello di arma extra con picchi di 35 euro nel caso in cui vogliate sostituire il vostro coltello con la nuova ascia. Prezzi davvero esorbitanti a nostro modo di vedere, per una scelta in netto contrasto con la possibilità di sbloccare tutti gli eroi spendendo solo ore di gioco.

Chiude infine il pacchetto delle novità Ascent, quarta mappa su Valorant ambientata nella nostra amata Venezia, in grado di distinguersi fortemente dalle altre presenti in gioco grazie alla presenza di serrande controllabili dai giocatori per aprire e chiudere linee di tiro a proprio piacimento e ad alcuni passaggi attraverso le finestre finora inediti. È l'ennesima mappa dotata di tantissime curve a gomito e angoli ciechi, una soluzione di design che obbliga i giocatori ad esplorare le varie aree sempre in coppia onde evitare di poter essere presi alle spalle, una soluzione che comunque ci soddisfa e che amplifica la sensazione di avere a che fare con una gestione eccellente delle mappe, soprattutto quelle a due punti di controllo. Bellissimi i colori e l'ambientazione in generale, integrate perfettamente con uno stile riconoscibile sin dai primi passi e segno distintivo di un titolo deciso con tutte le forze a restare a lungo sulla scena.

Firstlook Creepcreep Valorant

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (42)
8.0
Il tuo voto

Riot esce dalla sua zona sicura buttandosi nel mondo degli FPS competitivi e lo fa indubbiamente con stile e capacità. Valorant non è sicuramente adatto a tutti, abbiamo tra le mani infatti un prodotto estremamente ricercato e affamato di dedizione da parte dei suoi giocatori. Solo chi deciderà di applicarsi seriamente allo studio delle tattiche migliori e alla lettura delle mappe potrà infatti goderne appieno. Due elementi di questo tipo scoraggeranno facilmente invece tutti i giocatori della prima ora che non troveranno, almeno per il momento, un terreno fertile sul quale svagarsi liberamente per qualche semplice partitella. Ci troviamo per le mani insomma uno sparatutto molto bello ma anche estremamente punitivo, un modo di intendere gli shooter ben preciso destinato ad un target altrettanto specifico.

PRO

  • Estremamente tecnico
  • Buona varietà di agenti
  • Gameplay soddisfacente una volta padroneggiato

CONTRO

  • Micro transazioni eccessivamente costose
  • Durata delle partite estremamente elevata
  • Qualche modalità aggiuntiva non avrebbe guastato