Nel nostro speciale introduttivo dedicato alla finale dei mondiali di League of Legends avevamo parlato di un'atmosfera da grande evento sportivo, e quell'impressione è stata ulteriormente confermata dallo spettacolo ospitato ieri sera a partire dalle 8 serali (ora della California) allo Staples Center di Los Angeles. Quasi quattordicimila spettatori hanno seguito sul maxischermo ogni secondo dei tre match che hanno incoronato il team SK Telecom T1 campione del mondo della terza stagione, tifando con la stessa intensità che ci si può aspettare da un evento sportivo tradizionale. E questo nonostante il torneo abbia riservato meno brividi del previsto, data la dominazione totale del team koreano, che senza troppe difficoltà ha fatto letteralmente i pezzi i cinesi Royal Club, vincendo consecutivamente tre delle cinque partite e portandosi a casa il milione di dollari in palio. A giochi fatti, rimane spazio per alcune considerazioni relative alla diffusione sempre maggiore del fenomeno esport, testimoniata in maniera esemplare da questo evento targato Riot. Lo Staples Center è infatti, a pieno diritto, uno dei templi dello sport americano, e il fatto che un evento legato allo sport elettronico vi abbia trovato spazio è segno di quanto l'aspetto competitivo dei videogame, finora coltivato quasi solo in oriente, si stia facendo strada negli Stati Uniti, e sia pronto ad arrivare anche in Europa. Ancora è presto per capire se mai andremo a San Siro, all'Olimpico o allo Juventus Stadium ad assistere a tornei di videogame, ma quel che è certo è che la prospettiva appare oggi meno lontana rispetto a qualche anno fa.
I finalisti
I due team che si sono dati battaglia allo Staples Center sono riusciti a conquistarsi l'accesso alla finale dopo essersi misurati con altre dodici squadre, un lungo torneo caratterizzato soprattutto dalla grande quantità di team del tutto nuovi. Curiosamente, i vincitori della seconda stagione (Taipei Assassins) non sono riusciti a tornare quest'anno, sconfitti nelle eliminatorie taiwanesi dai Gamania Bears. Più in generale, dei quattordici team che si sono dati battaglia in quest'ultima edizione dei mondiali, solo tre avevano partecipato all'edizione dello scorso anno.
Per di più, con l'eccezione dei Najin Black Sword, sconfitti in semifinale dagli SK Telecom, nessuno di questi team ha ottenuto risultati degni di nota, consacrando questa edizione come quella del turnover più assoluto. Nonostante la dominazione koreana sia stata totale, questa terza edizione ha peraltro visto una discreta partecipazione occidentale, con gli americani Cloud 9 ai quarti di finale e, soprattutto, gli europei Fnatic (già vincitori nel 2011 della prima stagione) in semifinale, sconfitti dai finalisti Royal Club. Volendo dare un'occhiata più da vicino due team finalisti, i vincitori SK Telecom T1 si sono distinti in maniera notevole durante le eliminatorie estive, mandando a casa i KT Rolster B con sorprendente facilità e conquistandosi così un posto ai mondiali. Il loro gameplay è basato su una dominazione delle linee nell'early game, che permette loro di ottenere, con successo, un vantaggio in termini di oro accumulato e una costante erosione delle torri nemiche. Questa supremazia viene successivamente fatta valere al massimo nelle teamfight del mid e del late game, con gli highlight delle azioni più interessanti solitamente firmati da Faker e piglet, rispettivamente solo mid e carry del team, entrambi davvero superlativi quanto a tecnica. Dal canto loro i Royal Club mostrano uno stile di gioco estremamente aggressivo nell'early game, che durante la finale ha pagato davvero poco, impedendo loro di dominare la classifica dei gold accumulati. I ripetuti tower dive andati storti e un'eccessiva importanza data al Crescendo di Sona come initiator per le team fight hanno sancito l'assoluta inferiorità strategica dei cinesi, soprattutto nell'ultima partita, che in solo venti minuti ha visto i Telecom di fronte al Nexus avversario.
Questa finale potrebbe essere ricordata come un primo passo per l'affermazione dell'esport in occidente
Post partita
A fine match abbiamo avuto modo di intervistare brevemente i cinque vincitori koreani. Molto interessante è stato scoprire le loro modalità di allenamento, che si basano sostanzialmente in scontri uno contro uno per affinare al massimo le tecniche di dominazione delle linee, mentre il jungler bengi segue un training diverso, e basa la sua tattica sulla predizione dei movimenti del jungler avversario, così da poter avvisare per tempo i suoi compagni degli eventuali gank in arrivo, e prepararsi a supportare.
Tutto questo conferma come lo stile di gioco degli SKT si basi su un'aggressività inizialmente limitata, tutto in favore della dominazione strategica della mappa. Abbiamo poi parlato dei diversi stili di gioco legati alle regioni coinvolte nel torneo, con differenze che a parere della squadra si vedono soprattutto nella giungla, con i jungler orientali che tendono a non "gankare" nelle prime fasi di gioco rispetto a quelli statunitensi, tendenzialmente più aggressivi. Abbiamo anche chiesto al team quale sia stato per loro il match più impegnativo, scoprendo come la sfida con i Najin Black Sword (anch'essi koreani) abbia dato loro più di un grattacapo, come confermato anche dalla vittoria per 3 a 2 match. Qualche complicazione anche durante lo scontro con gli americani TSM Snapdragon, soprattutto a causa del tifo da stadio, che più volte ha creato problemi di concentrazione al team. A Impact, il top laner della squadra, abbiamo invece chiesto se si è considerato fortunato per aver potuto scegliere Jax in tutte e tre le partite, personaggio con il quale si è rivelato eccezionale nella linea alta, mettendo in fuga senza problemi anche il Malphite controllato da GoDlike in gara 1. Senza esitare, Impact ha affermato semplicemente che il suo scopo era, così come per il resto della squadra, la dominazione delle linee, alla quale avrebbe contribuito a prescindere dalla scelta dell'evocatore.
Ci sarebbe da chiedersi, semmai, perché i Royal Club non hanno sfruttato i ban di gara 2 e 3 per togliere Jax dalla partita, ma purtroppo non abbiamo avuto modo di ottenere dichiarazioni dal team sconfitto. Sebbene lo stile aggressivo dei Royal Club abbia pagato per la maggior parte del torneo, una volta scontratosi con l'assoluta dominazione delle linee operata da SKT, si è rivelato inefficace a livelli del tutto inaspettati. Anche l'eccessiva dipendenza da Sona come initiator ha dato risultati decisamente sottotono, sia perché i Telecom si sono rivelati pronti a contrastarla, sia per diversi errori di Tabe, il support della squadra, che ha "lisciato" più volte il fondamentale Crescendo. Nonostante il relativo rammarico per una finale davvero a senso unico, vedere all'opera dal vivo i due team migliori del mondo è stata un'esperienza unica nel suo genere, ulteriormente enfatizzata dall'ottima location. La terza stagione di League of Legends potrebbe essere ricordata nei prossimi anni come un primo, sensazionale passo per la consacrazione dell'eSport anche in occidente, naturalmente nella speranza di vedere presto, e nuovamente, un team europeo ad alzare la coppa del mondo.