All'E3 2015 Tom Clancy's Rainbow Six Siege ha presentato una nuova modalità di gioco, Terror Hunt. Ovvero un classico PvE, declinato ovviamente in salsa Rainbow. Le meccaniche sono semplici: cinque giocatori umani combattono contro un vero e proprio esercito di terroristi, convenientemente barricati nella nostra demo all'interno del consolato francese in qualche stato africano. Lo scopo non è di salvare degli ostaggi, ma di disinnescare delle bombe, innescando (scusate il gioco di parole) le classiche dinamiche di assedio quando scatta il timer che ci impegna a resistere per circa un minuto mentre aspettiamo che la bomba venga resa inoffensiva.
Conosciamo qualcosa in più di Tom Clancy's Rainbow Six Siege!
Le differenze con quanto giocato nella alpha sono da subito palesi: non c'è una fase iniziale in cui chi attacca utilizza i droni per scovare nemici e bombe nella struttura, ma si entra e basta, scegliendo con la votazione solo il punto di ingresso. Inutile dire che non esiste la fase di costruzione delle barricate da parte dei cattivi visto che sono gestiti dall'intelligenza artificiale. Una volta all'interno, dopo aver scelto se impostare la punitiva modalità realistica o la più permissiva normale, si gioca come nella alpha, con la grande differenza che non è più cinque contro cinque, bensì cinque contro un sostanzioso numero di nemici che provano ad attaccarci da tutte le parti.
Giocare tatticamente in base alle classi è quindi fondamentale; nulla di nuovo, insomma, ma ora si è sempre in inferiorità numerica. Prima di entrare in partita abbiamo a disposizione un pannello del tutto simile a quello del multiplayer, dove scegliere chi impersonare. Abbiamo a disposizione un'arma primaria, una secondaria e un gadget, come una granata, una flashbang o la carica per fare irruzione, ma anche il piccolo drone che può stordire gli avversari. Anche ora, una volta colpiti, si è fuori dalla partita, quindi non c'è spazio per assalti a testa bassa e per azioni svagate, perché invece di agguerriti avversari umani c'è l'intelligenza artificiale. Sono tanti e tosti come giocatori veri, c'è poco da scherzare. La distruzione ambientale è grande protagonista, i muri e le pareti rinforzate esplodono come da manuale: il ritmo è forse un filo più frenetico, ma le dinamiche sono esattamente le stesse di quanto giocato in alpha. Durante il nostro hands-on abbiamo visto che grande importanza è stata data al giocatore dotato di scudo, perfetto ariete per sfondare le difese avversarie, dietro al quale gli altri giocatori hanno tentato di nascondersi. Complice il numero maggiore di avversari stare in copertura diventa ancor più fondamentale, anche perché vista la mancanza della fase di scoperta iniziale ogni svolta, ogni piano può nascondere un'insidia letale. A livello prettamente contenutistico, questa modalità nelle intenzioni degli sviluppatori può essere virtualmente "infinita".
Usiamo questo termine perché la costruzione degli ambienti di gioco, o meglio la "popolazione" dei teatri degli scontri, avviene in maniera totalmente casuale, grazie al cosiddetto Siege Generator. Il sistema mischia le carte in tavola: decide dove piazzare i nemici e le bombe, quali e quante fortificazioni mettere in campo, se si gioca di giorno o di notte. I ragazzi di Ubisoft sono molto ottimisti al riguardo; le combinazioni sono davvero tante, sulla carta ogni partita può esser davvero diversa dall'altra. Fai esplodere quel muro e dietro non c'è nulla, lo fai esplodere nel match successivo e c'è uno dei terroristi pronto ad ucciderci con una mitragliatrice pesante. Un tool questo che, ovviamente, va verificato sul campo, e non come un singola partita. Le potenzialità sono comunque molto alte, visto anche che avremo a disposizione undici location sparse in giro per il mondo, da mettere a ferro e fuoco in quattro modalità di gioco, tre a disposizione degli attaccanti e una per i difensori. Come siano declinate all'interno di Terror Hunt non è ancora dato saperlo purtroppo. Senza dubbio poi la possibilità di poter scegliere tra i due livelli di difficoltà è una mossa azzeccata, capace di stemperare le dinamiche estremamente punitive del gioco, senza comunque snaturarle alla base. Tom Clancy's Rainbow Six Siege continua a piacerci molto. E ci è sembrato anche molto migliorato rispetto alla alpha, senza dubbio ben più pulito, con meno texture placeholder, ottimi modelli, buona illuminazione, al servizio di una distruttività ambientale regina del gioco. La varietà del Terror Hunt potrebbe essere quindi uno dei punti di forza di Siege, non una semplice modalità in più per arricchire l'offerta di gioco. Speriamo quindi che a Colonia ci sia la possibilità di tornare a sviscerare a fondo l'antiterrorismo di Ubisoft.
CERTEZZE
- Il cinque contro uno funziona
- Cooperazione ai massimi livelli
DUBBI
- Il Siege Generator garantirà tanta diversificazione?