Se siete amanti dei Pokémon, all'annuncio di Pokémon GO avrete con ogni probabilità provato un brivido di eccitazione. Alcuni potrebbero pure - ed è del tutto giustificabile - aver preparato una lettera di licenziamento, recuperato un cappello con visiera dal primo sfortunato ragazzino di passaggio (opportunamente lasciato a terra con un bel calcio allo stinco), e deciso di diventare un maestro di pokémon alla faccia della famiglia e degli amici.
Dopotutto quel primissimo trailer di presentazione prometteva grandi cose: mostrava un grandioso concept su scala globale, dove ogni persona armata di cellulare aveva finalmente la possibilità di catturare i suoi pokémon preferiti gironzolando a piedi per le città e le campagne, di sfidare i propri amici per dimostrare di essere il miglior allenatore della storia, e di sconfiggere potenti pokémon leggendari in enormi eventi pubblici. Un'idea di fondo stratosferica, supportata da un marchio che ancora oggi quando si tratta di gaming portatile è secondo molti ineguagliabile. Poi però sono spuntati i primi gameplay effettivi, e i volti si sono improvvisamente induriti dinnanzi a un titolo mobile all'apparenza ben più semplicistico e limitato rispetto a quanto era stato inizialmente fatto credere. Inutile negare come anche noi, da appassionati della serie, avessimo iniziato a provare del forte scetticismo per Pokémon Go dopo i primi leak, ma la curiosità è sempre rimasta tanta, così come la volontà di provare il gioco sul campo. La possibilità di farlo è fortunatamente giunta qualche giorno fa nei parchi londinesi, dove alcuni addetti di The Pokémon Company, accompagnati da dipendenti di Niantic, ci hanno temporaneamente affidato un bell'iPhone di ultima generazione con un'acerba versione test del gioco. In questo articolo, dunque, risponderemo finalmente al pressante quesito che frulla nella testa di tutti gli amanti dei mostriciattoli di GameFreak dal giorno dell'annuncio: "che cos'è Pokémon GO?"
Cos'è Pokémon GO? Dopo averlo provato, ve lo spieghiamo qui!
Intanto catturali tutti, poi vediamo
Partiamo subito da cosa Pokémon Go non è: non è una trasposizione diretta delle meccaniche dei titoli originali su mobile ad esempio, e non sfrutta assolutamente lo stesso sistema di statistiche nascoste e visibili, o la stessa progressione. Avvicinarsi a questo progetto pensando che sia un Pokémon classico è il modo più facile per rimanere subito delusi. No, Pokémon GO è un titolo incentrato sulla ricerca dei pokémon, che spinge l'acceleratore sull'aspetto di collezionismo e raccolta, abbandonando in larga parte quello competitivo delle battaglie. Ci spieghiamo meglio: Pokémon GO sfrutta una versione modificata di Google Maps per trovare il giocatore in giro per il mondo; una volta capito dove si trova, costruisce attorno a lui una versione più colorita e stilizzata della location, e la riempie di caratteristiche tipiche dei giochi della serie. L'erba alta dove i pokémon gironzolano è rappresentata da chiazze brillanti di terreno, le location significative vengono evidenziate da simboli molto chiari, e certe zone si trasformano magicamente in Palestre Pokémon, su cui torneremo più tardi. Ogni passo da voi fatto sposterà il vostro alter ego in gioco, un allenatore parzialmente personalizzabile (almeno nella versione provata, le opzioni potrebbero aumentare sensibilmente a gioco uscito) e armato di vari oggetti. Il fondamentale dell'esperienza è proprio l'esplorazione; un algoritmo procedurale decide quali pokémon appaiono in una data zona, e camminando nell'erba alta c'è una probabilità che spuntino fuori. Toccateli e inizierà una sorta di battaglia, in cui vedrete il pokémon in 3D proiettato nel mondo reale grazie alla realtà aumentata e dovrete catturarlo scagliandogli addosso delle PokéBall con un preciso scorrere del dito sullo schermo.
L’importanza di avere le balls
La semplicità del sistema è disarmante. Un cerchio indica la probabilità di catturare il pokémon mentre si lanciano le PokéBall e, nel caso la telecamera vi metta in difficoltà, avrete modo di disattivarla con un tocco per facilitare la cattura indipendentemente dall'orientamento del cellulare.
Le PokéBall sono ottenibili con le microtransazioni, o semplicemente raggiungendo le location di cui parlavamo in precedenza, che se avvicinate offrono una serie di oggetti random tra cui spesso vi sono anche le tanto agognate sfere. Pokémon GO spinge dunque a camminare e ad esplorare, ed è costruito per sposarsi furbescamente tanto a una semplice giornata lavorativa quanto a una scampagnata con amici: tenetelo in tasca e lo schermo si spegnerà per non consumare batteria, vibrando non appena un pokémon compare nelle vicinanze; in più non dimenticate che rivisitare un luogo dove si possono recuperare oggetti dopo un po' di tempo permette di trovare nuovi strumenti casuali. Ad ogni cattura il vostro allenatore salirà di livello e aumenterà la probabilità di trovare pokémon rari o potenti durante le camminate; peraltro, i pokémon non sono fissi in base al posto in cui vi trovate, e chiazze d'erba dove in passato vivevano solo dei Rattata potranno nascondere tranquillamente Evee o altri pokémon più rari in un'eventuale visita futura (le specie di pokémon nelle vicinanze vengono indicate da iconcine oscurate simili a quelle viste nel PokéRadar degli ultimi capitoli della saga). Può sembrare troppo basilare per appassionare un giocatore, ma dopo qualche minuto scatta la solita mania del PokéFan, anche in virtù della bellezza dei modelli tridimensionali dei pokémon coinvolti e della volontà di riempire il PokéDex. Un'ulteriore spinta alla cattura sfrenata risiede nel fatto che i pokémon non si evolvono normalmente, ma in base al numero di catture. Per evolvere un Abra dovrete ad esempio catturarne dodici, ottenendo schegge evolutive che vi permetteranno poi di trasformarlo.
In palestra si tolgono le scarpe, e si combatte
Parlavamo prima di potenza dei pokémon, però, e c'è un chiaro motivo per questo. I mostriciattoli catturati hanno infatti un certo valore di Combat Point, che ne indica la forza in combattimento.
Questo valore unico è ben meno complesso rispetto alla pletora di statistiche a cui la serie ci ha abituato, ma è comunque indice di quanto un pokémon possa cavarsela nella difesa o nell'attacco delle palestre. Tali edifici non sono dopotutto inseriti nelle mappe solo per bellezza, ma possono venir "conquistati" dagli allenatori, piazzandoci dei pokémon mentre sono neutrali. Una volta fatto per la prima volta dovrete scegliere il colore del vostro team, e da quel momento conquisterete palestre in giro per il mondo a loro nome. Se però l'elemento della cattura lo abbiamo apprezzato parecchio, è difficile non nutrire seri dubbi sui combattimenti. Il gameplay è troppo scarno: si tocca il proprio pokémon o si tiene premuto per eseguire due diversi attacchi (tipici, ovviamente, della bestiola), e si scorre lateralmente per utilizzare una schivata davvero poco efficace. Ovvio, il battle system della versione da noi provata era completamente allo stato brado, ed è evidente anche che Niantic voglia migliorarlo sensibilmente prima della release, ma sul momento la possibilità di combattere solo nelle palestre e in modo asincrono ci ha fatto storcere il naso. La palestra è anche l'unico modo per potenziare i propri pokémon, poiché una volta conquistata potrete attaccare i vostri stessi difensori per potenziare i loro punti battaglia. Un sistema di crescita un po' contorto in un gioco che fa dell'accessibilità la sua forza. Ah, l'unico modo di curare i pokémon caduti sono gli oggetti curativi; non ci sono Centri Pokémon nel gioco. Per fortuna, pare che gli sviluppatori vogliano portare avanti tutti gli aspetti del gioco col passare del tempo, non solo quelli legati al combattimento.
Un futuro da allenatore
Durante una breve intervista abbiamo tentato di mettere in campo tutti i nostri dubbi, per capire quali fossero le effettive intenzioni dei Niantic.
Le risposte sono state spesso volutamente oscure, ma qualche informazione gustosa la abbiamo comunque ottenuta. Ad esempio la scelta di non utilizzare il solito combat system della serie è stata dettata dalla volontà di offrire un prodotto diverso dai tipici Pokémon, stando agli sviluppatori (anche se il desiderio di non far concorrenza ai titoli principali è probabilmente una motivazione più realistica), ma questo non significa che il sistema non possa ampliarsi in futuro con oggetti utilizzabili, e zone di battaglia esterne alle palestre. Difficile dire se verrà introdotto un sistema competitivo diretto tra allenatori, su questo aspetto purtroppo i Niantic non si sono sbottonati. Si sono invece dimostrati più loquaci sugli eventi globali, visto che nella nostra mente era ancora ben vivido il ricordo della battaglia in piazza contro Mewtwo vista nel trailer di presentazione. L'intenzione è quella di creare avvenimenti a tempo in certe location particolarmente importanti, pare, ma al momento il team sta valutando nel dettaglio come gestire tali circostanze, e se incentrarle effettivamente solo sulle battaglie. Il fatto è che Pokémon GO è ancora in una forma chiaramente sperimentale, con prospettive di crescita enormi in quasi ogni aspetto sia prima che dopo la release. Al momento è un gioco costruito sul collezionismo, particolarmente indicato per chi ama i pokémon e camminare, ma in futuro potrebbe offrire grossi eventi di raccolta con pokémon speciali, battaglie più elaborate che rendano sensato il sistema delle palestre, e molti più mostriciattoli da catturare della novantina disponibile nella versione da noi provata. Gli sviluppatori, insomma, hanno molto lavoro da fare, seppur lo scheletro del progetto paia funzionare già a dovere. Non resta che attendere fiduciosi.
CERTEZZE
- Le mappe sono colorate e il rilevamento satellitare funziona benone
- Stuzzica il collezionista di pokémon in ognuno di noi
DUBBI
- Sistema di battaglia semplicistico e tutto da sviluppare
- Ancora in uno stato sperimentale