Kojima lo si può adorare come una divinità o detestare visceralmente, e le sue parole possono venir prese come dogmi quanto ignorate come fossero i deliri di un folle, tanto eccentriche e all'apparenza inapplicabili possono sembrare.
Questo ormai leggendario director nipponico non può però venir ignorato: ogni volta che fa un annuncio tutta la rete trema come se fosse passato un cataclisma, nell'era dell'informazione globale è forse l'unico a riuscire ancora a sorprendere con trovate virali e imprevedibili legate ai suoi giochi, e anche quando svela parte delle carte del suo mazzo riesce sempre e comunque a mantenere segreti alcuni degli elementi più significativi e spettacolari dei suoi lavori. Privato delle poche catene contenitive che ne limitavano l'estro dopo il divorzio da Konami, poi, il buon Hideo si è trasformato in un tornado di creatività e concetti che sembrano aver preso forma nell'attesissimo Death Stranding: un videogioco capace di distorcere l'espressione di qualunque appassionato già con il suo primo trailer, che oggi - durante i The Game Awards - ha raddoppiato la dose di follia con un secondo video di presentazione difficilissimo da interpretare. Ci proviamo al volo, tentando di mettere in campo qualche teoria sul gioco e di capire quali novità potrebbe portare nell'industria. Speriamo di beccarne qualcuna, perché siamo di fronte a una bestia davvero non facile da domare con la sola forza della logica e dell'osservazione.
Il secondo trailer di Death Stranding è follia pura: cerchiamo di analizzarlo nel dettaglio!
Hello Guillermo
Il primo elemento shock del trailer mostrato è sicuramente la comparsa in forma digitalizzata di Guillermo del Toro, regista molto amico di Kojima e coinvolto nello sviluppo del fu Silent Hills. Nel trailer Guillermo porta delle manette simili a quelle di Norman Reedus nel primo video ma invertite, e contrariamente al primo protagonista gironzola vestito e nascondendosi da un nemico abbastanza evidente, in compagnia di un feto sotto vetro.
Ora, tralasciamo per un momento il suo atipico partner e torniamo al suo ruolo nel titolo, perché è davvero poco chiaro: Del Toro è evidentemente un personaggio importante nel video (e abbastanza noto da poter essere sfoggiato a mo' di trofeo per la sua partecipazione), eppure non viene mai nominato nella locandina di chiusura, dove appare invece il nome di Mads Mikkelsen, svelato poco dopo. Questo rende difficile al momento capire se la sua comparsa è solo un omaggio o se effettivamente il regista sarà uno dei volti principali di Death Stranding, una risposta che probabilmente arriverà da lui stesso nei prossimi giorni o molto più avanti con una demo giocabile. Quel che è certo è che né Mikkelsen né del Toro sostituiranno Reedus come protagonista, poiché Kojima stesso ha confermato via Twitter che il giocatore interpreta proprio la star di The Walking Dead nella sua nuova creatura. Non è però impossibile che in Death Stranding compaiano personaggi extra utilizzabili, o comunque comprimari di grande peso dal punto di vista narrativo. C'è qualcosa di molto losco nella storia del gioco, che riguarda con ogni probabilità i viaggi nel tempo e le dimensioni alternative. Sono dopotutto molti gli elementi dei video mostrati che paiono confermare tale teoria... L'equazione di Schwartzchild del primo trailer è direttamente correlata alla formazione dei buchi neri, ricollegati spessissimo nella fantascienza ai viaggi dimensionali o temporali. Non bastasse questa conferma, però, il secondo trailer ci mette del suo inserendo dei soldati con abiti e armamenti chiaramente vicini a quelli della seconda guerra mondiale, all'interno di un mondo dove le stranezze non mancano. Un arcobaleno al contrario solca il cielo durante la fuga di Del Toro, e se si osserva la bussola sul vestito di Mikkelsen (che peraltro è vestito in modo ben più moderno dei "soldati non morti" che controlla) si può notare come l'ago sia impazzito a causa di un forte campo elettrico o magnetico. Qualunque sia il mondo di gioco, è un posto simile al nostro ma nettamente più disturbante (la spilletta di Del Toro ad esempio riporta la scritta "United Cities of America", indicando plausibilmente Stati Uniti alternativi), dove una strana melma nera sembra rappresentare una costante minaccia, e grossi carri armati semi organici e coperti di budella e resti umani popolano le strade. Se qualcuno ha messo le mani sulla linea temporale, in parole povere, ha combinato un bel casino. Non bastasse, è del tutto ignoto al momento il legame tra i personaggi visti e le loro cicatrici: quella di Del Toro è sulla fronte, Reedus ha invece una ferita chiarissima sull'addome - simile a quella della bambola che galleggia nel secondo trailer - mentre Mikkelsen ha cicatrici nella zona delle sopracciglia. Con ogni probabilità, queste ferite potrebbero indicare abilità di qualche tipo, a loro volta connesse ai cordoni ombelicali di cui i tre sono dotati. Tuttavia è qua che si entra nel reame della speculazione più becera, perché a livello di meccaniche non si è visto davvero nulla di concreto.
Corde e bastoni, once again
Torniamo per un attimo alla discussione di Kojima sulle corde e sui bastoni, e sulla sua volontà di offrire un titolo con un approccio molto diverso all'azione, dove la collaborazione tra personaggi risulterà importante.
È già stato confermato che il gioco avrà una modalità cooperativa, ma magari non si tratterà di una co-op obbligata: Mikkelsen non è necessariamente un antagonista (anche se i segnali perché lo sia ci sono tutti), potrebbe infatti essere un personaggio dotato di abilità prettamente offensive e capace di controllare i soldati nemici, laddove Del Toro, col suo feto attivato, sembra avere capacità sensoriali aumentate. Chissà che i "poteri" di questi comprimari non vadano utilizzati per avanzare nell'avventura; d'altronde Kojima ha confermato che Reedus sarà il protagonista, ma non ha ancora detto nulla sull'eventualità di formare un "party" di personaggi con vari poteri, magari con meccaniche basate su una sorta di simbiosi che richiederebbe obbligatoriamente l'uso coordinato delle abilità per risolvere situazioni complesse. Se poi alla base si tratterà di una avventura fortemente narrativa, di un action/sparatutto o di tutt'altro... non è dato saperlo. Meno oscuro, invece, il motore grafico, su cui sembrano esserci alcune conferme. Si vocifera sia una versione modificata di quello di InFAMOUS: Second Son chiamato Decima; quel che è certo è che Kojima punta ad avere una incredibile espressività dei volti nel suo gioco, tenendo moltissimo all'interpretazione digitalizzata dei suoi attori. Con un cast di questo calibro non dubitiamo che la sua sia una scelta sensata, anche perché il numero di star fa ancora tempo ad aumentare. Ne abbiamo viste tre, per ora, ma nel primo trailer le figure in lontananza erano ben cinque; chissà che non appaiano altri attoroni nei prossimi video dedicati a questo gioco ricco di misteri.
CERTEZZE
- Misterioso e ricco di fascino
- Nomi di calibro notevole nel cast
- C'è di mezzo Kojima, senza più freno alcuno
DUBBI
- C'è di mezzo Kojima, senza più freno alcuno, appunto... chissà cosa può combinare