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Death Stranding: nella mente di Hideo Kojima

I The Game Awards 2017 ci hanno regalato il nuovo trailer di Death Stranding: proviamo a ricavarne qualche dettaglio sul gioco

ANTEPRIMA di Rosario Salatiello   —   08/12/2017
Death Stranding
Death Stranding
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Sin dai tempi di Metal Gear, Hideo Kojima ci ha abituati a di tutto e di più. Senza ombra di dubbio quella del game designer giapponese è una delle menti più estrose dell'industria videoludica, e non è un caso se il mondo si divide sostanzialmente tra chi lo venera come una divinità e chi invece pensa sia un matto. Lo ricordavamo esattamente un anno fa, dopo aver visto il trailer di Death Stranding proveniente dai The Game Awards 2016: un filmato che ci lasciò a dir poco confusi, in preda a supposizioni di ogni tipo incuriositi dalla prima fatica di Kojima dopo il suo divorzio da Konami e dalla serie Metal Gear Solid. Un divorzio che ha sciolto del tutto le redini della creatività del padre di Solid Snake, portandoci insieme a lui ad attraversare il viaggio che si sta rivelando lo sviluppo di Death Stranding, durante il quale ne stiamo ancora vedendo di tutti i colori. Dopo aver visto gente fluttuare, balene spiaggiate, neonati sotto vetro e carri armati ricoperti di robaccia organica, i The Game Awards 2017 sono ancora una volta teatro del nuovo trailer di Death Stranding: più lungo dei precedenti, con forse qualche indicazione in più, ma sempre in grado di confondere tanto quanto affascinare chi lo guarda, in un'esplosione (è proprio il caso di dirlo) sci-fi nella quale proviamo nel nostro piccolo a mettere ordine.

Stranger Hideo

Dopo averci mostrato Guillermo del Toro e Mads Mikkelsen in occasione del precedente trailer, questa volta Death Stranding torna a farsi vedere con un video in cui compare Norman Reedus, star della serie televisiva The Walking Dead. Lo avevamo lasciato su una spiaggia in compagnia di un feto e cinque loschi figuri fluttuanti, lo ritroviamo sulla scena di un incidente che ha sbalzato il suo personaggio Sam fuori da un veicolo, insieme a quelli che sembrano essere i suoi compagni di viaggio. L'inizio della scena, realizzata anche stavolta in piano sequenza, ci parla di due esplosioni: una prima che ha dato il via alla vita così come la conosciamo, più una seconda di cui non si ha tempo di apprendere altro. Ripresosi dall'incidente, Sam si accorge infatti che uno dei suoi compagni è rimasto schiacciato dal veicolo su cui essi stavano viaggiando. Un secondo membro della squadra sta provando a tirarlo fuori, quando una specie di drone alle sue spalle entra in funzione. Nello stesso momento, il personaggio disteso inizia a invecchiare a vista d'occhio, riportandoci così a tutte le teorie sulla manipolazione dello spazio e del tempo che sono state fatte su Death Stranding, soprattutto dopo aver visto l'ormai famosa targhetta con incisa la formula del Raggio di Schwarzschild, porta d'ingresso al legame che il gioco potrebbe avere coi buchi neri. Anche in questo caso, c'è poco tempo per perdersi in divagazioni, perché il drone di cui sopra inizia a fare un rumore infernale, mostrandosi così come una sorta di rilevatore per alcune creature misteriose, all'apparenza invisibili ma in grado di lasciare un'impronta a forma di mano umana nel fango. La loro pericolosità diventa evidente quando Sam dice al suo compagno di non respirare neanche, cosa che nonostante l'evidente dolore inizia a fare anche il malcapitato disteso per terra. La creatura continua comunque ad aggirarsi nei paraggi, prima di palesarsi nella nebbia con una silhouette che ricorda quella del Demogorgone di Stranger Things, opera alla quale forse Hideo Kojima vuole strizzare un occhio, permettendoci di ricordare il legame della serie dei fratelli Duffer con il sottosopra e il multiverso. La concomitanza tra la comparsa della creatura e l'invecchiamento del personaggio schiacciato sembra suggerire che questo strano essere sia in grado di manipolare a proprio piacere il tempo, ma c'è ovviamente altro su cui discutere.

Death Stranding: nella mente di Hideo Kojima

Anche voi galleggerete

In pochi istanti l'azione diventa frenetica: il personaggio disteso, ormai intorno alla novantina d'anni, viene trascinato via da alcuni esseri comparsi dal fango, mentre l'altro compagno decide di porre fine alle sue sofferenze. Dall'alto compare sul veicolo una nuova figura, il cui gesto con la mano richiama quello di Mads Mikkelsen alla fine del trailer precedente. Potrebbe dunque essere proprio lui, rafforzando così la teoria secondo la quale il personaggio interpretato dall'attore danese non sarebbe l'antagonista che pensavamo. Lo conferma il fatto che anche dalle sue spalle si affaccia un drone simile a quello posseduto da Sam e compagni, che appaiono inoltre amichevoli nei suoi confronti e non ostili. Un lampo di luce evidenzia la presenza sui suoi vestiti di un contenitore per feti come quello visto nelle mani di Guillermo del Toro nel vecchio trailer, presente dopo qualche secondo anche tra le mani del compagno di Sam. In pericolo, quest'ultimo lascia cadere il contenitore sacrificandosi per esso, a conferma che la nuova vita umana sembra avere un valore inestimabile nell'universo di Death Stranding. Il personaggio viene catturato dai misteriosi esseri, e prova a suicidarsi pugnalandosi più volte in preda al terrore: è un aspetto importante, perché a quanto pare queste creature cercano esseri umani vivi, come testimonia il fatto che anche l'altro personaggio, quello finito sotto al veicolo, non risulta più di loro interesse una volta ucciso dal compagno. L'unico a non fluttuare - non sappiamo perché e ce lo chiediamo - è Sam, che si accorge della presenza di un essere gigantesco, con pugni che sembrano stringere alcuni fili e una testa che esplode dopo aver inghiottito il compagno di Sam.

Death Stranding: nella mente di Hideo Kojima

Dentro un sogno?

A posteriori crediamo di poter dire che è questa la seconda esplosione di cui si parlava, ma qui le cose si complicano ancora di più. Il personaggio interpretato da Reedus finisce sul fondo del mare, mentre una strana creatura si vede nuotare più in superficie: l'atmosfera sembra suggerire una sorta di dimensione onirica, alla quale si finisce per pensare dopo aver visto fluttuare un acchiappasogni. Lo stesso oggetto, tra l'altro, s'intravede appeso all'uniforme di Sam a inizio trailer. Mondi paralleli, sogni e viaggi nel tempo sembrano dunque fondersi in Death Stranding, al punto che i tre trailer potrebbero anche non avere una consequenzialità temporale, ma essere collocati sullo stesso punto di tre linee diverse. La scena successiva ci mostra la presenza di un feto nel corpo di Sam, prima di tornare all'ambientazione iniziale per la fine del trailer: sul bordo del cratere dell'esplosione, una lacrima solca il volto di Norman Reedus, forse dopo aver constatato che nel contenitore non c'è più il feto. I cinque loschi figuri fluttuanti si mostrano ancora una volta, mentre la voce fuori campo parla di questa seconda esplosione come "nostra ultima". Come da tradizione, Hideo Kojima si diverte dunque a rivelare e confondere allo stesso tempo, rendendo davvero difficile il compito di chi vuole provare a districare i fili di una matassa dotata di un d'ambizione con pochi precedenti.

Per dire cosa sarà Death Stranding è ovviamente prestissimo, e molto probabilmente sarà il gioco stesso a dircelo mentre il suo creatore continuerà a giocare nelle prossime occasioni. L'impressione di potersi trovare di fronte a un capolavoro epico - narrato nel modo in cui solo Kojima sa fare in ambito videoludico e forte dell'impatto visivo del Decima Engine - è alta, ma anche il timore che senza freni la mente del designer giapponese possa andare essere schiacciata dalla sua stessa fantasia. Staremo a vedere.

CERTEZZE

  • Visivamente impressionante
  • Produzione di evidente spessore
  • Non un mondo, ma un universo dotato di proprie regole

DUBBI

  • L'unico pericolo per Kojima sembra essere proprio Kojima
  • Quando avremo qualcosa di tangibile in mano?