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Animal Crossing: New Horizons, successo e coronavirus

Animal Crossing: New Horizons è uscito in tutto il mondo il 20 marzo 2020, in piena quarantena, su Nintendo Switch: sta ottenendo un successo straordinario. Che sia solo l'inizio?

RUBRICA di Alessandro Bacchetta   —   02/05/2020

"Guarda, sei vuoi vendere vai a trovare mia moglie perché io sono a lavoro... le passo la comunicazione di aprire l'isoletta. Ok? Dai, fammi sapere". Questo non è l'incipit banale di uno squallido film porno, né l'intercettazione losca di qualche politico colto in fallo; è uno dei tanti messaggi vocali che stanno girando in questi giorni in una chat WhatsApp dedicata ai videogiochi, per scambiarsi delle preziosissime e ricercate rape (sì, rape). Animal Crossing: New Horizons, diretto da Aya Kyogoku, è uscito in tutto il mondo lo scorso 20 marzo. È stato universalmente acclamato dalla critica (noi compresi), ed è il primo gioco della serie ad aver ottenuto una media Metacritic superiore al 90; a livello commerciale, come vedremo dettagliatamente tra poco, sta superando ogni suo predecessore, stabilendo record di vendita che coinvolgono l'intera industria.

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Eppure abbiamo il pruriginoso sospetto che chi segue il mondo dei videogame dall'interno, come noi e voi lettori appassionati, possa non aver chiaro l'impatto che sta avendo, e potrebbe avere, New Horizons; è come se tanti diversi fattori si fossero allineati affinché la creatura originata da Eguchi fiorisse definitivamente al pieno del proprio potenziale. E, trattiamo subito questo argomento piuttosto controverso, probabilmente tutto ciò sta accadendo anche grazie a un perfido stratagemma elaborato da Nintendo: molti giornalisti non se ne sono accorti in fase di recensione, ma per godere appieno di New Horizons, volendolo esperire (almeno) in due all'interno di uno stesso nucleo familiare, è necessario possedere una console a testa. Altrimenti tutti gli altri utenti saranno vincolati dalle decisioni e dai progressi di quello che viene riconosciuto come "capo" dell'isola.

Non è una decisione casuale, né dettata dalla volontà di far condividere lo stesso villaggio: Nintendo ha creato uno spot in cui varie persone della stessa famiglia, con più di una piattaforma, giocano insieme ad Animal Crossing, mostrandosi le rispettive isole. Una scelta furba e contestabile, che tuttavia ha poco a che vedere, a nostro parere, con lo straordinario successo che sta ottenendo New Horizons.

Successo

In Giappone, Animal Crossing: New Horizons ha avuto un lancio migliore di Pokémon Spada e Scudo (1,88 milioni in tre giorni); a un mese dal suo ingresso nel mercato, ha scalato celermente la classifica dei giochi più venduti per Nintendo Switch, elevandosi fino al secondo posto (con circa 3,500,000 milioni di unità), a poche migliaia di copie da Super Smash Bros. Ultimate. Impensabile che non lo sorpassi a breve; probabilmente lo ha già scavalcato, dobbiamo solamente attenderne l'ufficialità. Negli Stati Uniti è stato il gioco più venduto di marzo 2020, e il secondo titolo di maggior successo dell'anno, in attesa di arrivare al primo posto; da quando si tiene traccia dei dati di vendita, in ambito Nintendo, il suo debutto è secondo solamente a quello di Super Smash Bros. Brawl (2008) e Ultimate (2018). In USA ha già superato ogni episodio precedente della saga.

Animal Crossing Battle Royale 3

In Europa non abbiamo ancora numeri definitivi, ma le cose non stanno andando troppo diversamente. Nel Regno Unito ha ottenuto il miglior lancio di qualsiasi gioco per Nintendo Switch, più che triplicando i dati fatti registrare ai tempi dal suo predecessore, Animal Crossing: New Leaf. In Germania, in pochi giorni, ha piazzato più di 200.000 unità. A livello globale, nel solo mese di marzo, ha venduto digitalmente cinque milioni di copie: in questo ambito è un record assoluto per l'intero mercato console. Approssimativamente dovrebbe essere intorno ai nove milioni di unità, una cifra che lo porterebbe - in soli trenta giorni - a ridosso degli Animal Crossing più venduti (il primo è New Leaf, con circa tredici milioni); non passerà molto prima che superi tutti i suoi predecessori.

Avremo altri numeri ufficiali il 7 maggio, quando Nintendo terrà l'abituale conferenza di fine anno fiscale, stavolta leggermente posticipata a causa del coronavirus.

Quarantena

Non possiamo quantificarne la spinta in numeri precisi, ma non vi è dubbio che la concomitanza tra quarantena e New Horizons sia stata paradossale, e abbia generato imprevedibili reazioni mentali. Qualsiasi grande gioco che fosse uscito in questo periodo avrebbe sfruttato le particolari condizioni mondiali che stiamo attraversando: le persone sono costrette a passare più tempo in casa, e conseguentemente spendono di più nei prodotti di intrattenimento a cui possono accedere. I videogame non fanno eccezione, non serve un genio per capirlo; dovesse protrarsi questa reclusione probabilmente gli effetti favorevoli non sarebbero duraturi (anzi), ma per un titolo lanciato il 20 marzo i vantaggi sono stati innegabili.

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Animal Crossing tuttavia non è un gioco qualunque, ma un'opera che gli stessi creatori hanno delle difficoltà a incastrare in una definizione. Non ha un obbiettivo chiaro. È una sorta di vita alternativa, in un villaggio virtuale popolato da animali strampalati, in cui le principali occupazioni risiedono nel cogliere frutti, nel piantare alberi, nell'arredare casa, nell'incontrare i propri vicini e, da New Horizons, nell'andare in giro ad alterare la conformazione dell'isola. Molti giocatori ne sono stati lontani, in passato, proprio per l'assenza di sfida, e per il fatto che non offre niente (o quasi) che non si possa fare nella "vita reale": per quanto sciocca e contestabile come frase, racchiude dei concetti essenzialmente veri. In virtù di questa sua natura, New Horizons, giocato tra marzo e aprile (e maggio...) 2020, ha assunto delle sfumature impreviste e imprevedibili: la quarantena ha donato un valore ludico a delle occupazioni che, di solito, ludiche non sono.

La mente di tutti noi è stata sottoposta a forti stress, le violente e improvvise rinunce hanno creato dissesti, e forse la nostra percezione di questo fenomeno sociale, che comprenderemo nella sua interezza solamente tra qualche mese (o anno), ha fatto sì che avessimo una nostalgia subitanea, deformata e deflagrante di quella quotidianità di cui siamo stati deprivati, come se fossimo stati gettati in un bunker in seguito a un'esplosione nucleare e non semplicemente chiusi in casa: New Horizons ha reificato le isteriche e romantiche nostalgie per un passato datato solamente di qualche giorno. E questa, inutile specificarlo, è una casuale fortuna. Ma è solo la prima delle ragioni del suo successo.

Target

Fin dai tempi in cui si chiamava Animal Forest, ed era sviluppato da un piccolo team impegnato su Nintendo 64, il target di questa saga è stato strano, diverso da quello dominante dell'industria (che, checché se ne dica, rimane sintetizzabile in "adolescenti maschi, bianchi e occidentali"): non è un caso che il suo pubblico sia prevalentemente femminile, e che sia molto apprezzato anche da quelli che, anni fa, avremmo definito "casual gamer".

È un gioco a medio/alto budget (a seconda degli episodi) rivolto a un target tendenzialmente dimenticato dalle grandi software house: il suo successo quindi, per quanto possa apparire lontano dai vostri gusti e dalla vostra comprensione, non deve sorprendere. Proprio riguardo ai valori produttivi, non possiamo che lodare New Horizons: graficamente è bellissimo, e lo stile di Animal Crossing è magnificato come meglio non sarebbe potuto accadere.

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Non è l'unico merito del gioco nell'attualizzare la serie, ci sono almeno altri due elementi da evidenziare: l'utente non è Tom Nook (il procione banchiere-despota-dittatore del paese), ma ormai, più che ospite dell'isola, è il suo abitante principale. Arrivare da esterno in un villaggio sconosciuto è stato un concetto fondamentale nella genesi della serie, ma è una caratteristica ormai superata, così da facilitare l'ingresso - e il coinvolgimento - del giocatore. In egual misura si potrebbe parlare della possibilità di alterare la conformazione dell'isola, un autentico inchino della saga alla contemporaneità: le nuove generazioni sono cresciute con Minecraft, vogliono essere libere di rompere, creare e plasmare. New Horizons quindi consente di alterare, senza alcuno scrupolo morale, la disposizione di fiumi e sentieri, di pianificare l'architettura stessa dell'isola.

Futuro

Come dicevamo all'inizio, la nostra impressione è che Animal Crossing: New Horizons sia uscito al momento giusto. E non ci riferiamo alla questione coronavirus, che comunque ci ha regalato esegesi quasi letterarie (a noi) e un lancio ancor più pirotecnico del previsto (a Nintendo). New Horizons è arrivato insieme alla primavera, il 20 marzo 2020, e potrebbe rappresentare la fioritura dell'intera saga. Animal Crossing è sempre stato un gioco dall'atmosfera atipica e dalle meccaniche rilassanti, basato (inizialmente) su tratti tecnologici avanguardistici: lo scorrimento realistico del tempo, l'avanzare della vita anche a console spenta. Eppure per lungo tempo è stato confinato in Giappone, il suo approdo in Europa è stato complicato, e ha ottenuto grande successo solamente sulle console portatili.

Nintendo Switch, come saprete tutti, è una piattaforma ibrida; ne è stata realizzata un'edizione su misura per New Horizons. Alcuni, non senza ragioni, si sarebbero aspettati una versione a tema della tascabile Lite. Nintendo invece ha puntato su Switch standard, per un motivo ambizioso ma sensato: a differenza di altri titoli, Animal Crossing potrebbe sfruttare come pochi altri la natura proteiforme della console. Si può giocare in treno, per poi tornare a casa, inserire Switch nel dock, e condividere le novità del villaggio coi propri familiari. New Horizons può essere spiluccato a piacimento in modi e tempi diversi. Animal Crossing è un piccolo mondo virtuale, parallelo a quello reale; è sempre stato così, del resto. Come lo ha definito Kyogoku, "uno strumento di comunicazione".

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Nel 2020 i social network fanno parte della quotidianità del mondo occidentale (e non solo), e New Horizons pare averli attraversati quasi magicamente, così da arrivare viralmente - concedeteci il termine - agli occhi di un vasto pubblico non necessariamente interessato ai videogame. Si crea un ricercato avatar a propria immagine e somiglianza (o assecondando le personali proiezioni identitarie), e allo stesso modo si arreda la casa, si altera l'aspetto dell'isola: a quel punto, si condivide il tutto su Facebook o Instagram. Animal Crossing sta diventando un ponte tra realtà e social network, un luogo virtuale che filtra - attraverso i riconoscibili stilemi - i desideri del giocatore, permettendogli di elaborare la propria immagine ideale e, successivamente, di condividerla coi propri conoscenti.

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La volontà di esibire sistemazioni e possedimenti sta generando piccole mostruosità, come l'esorbitante prezzo (15/20 milioni di stelline, valuta del gioco) del ricercato Raymond, un gatto color antracite richiesto più di ogni altro abitante. Ed è solo un esempio; New Horizons sta sfondando il muro che separa realtà e virtualità come nessun predecessore era riuscito a fare. Il Sole 24 Ore ha scritto un articolo sull'economia del gioco; il Washington Post ospita una rubrica in cui delle celebrità parlano della propria isola, e del rapporto che intrattengono coi suoi abitanti (come Mark Hoppus, il bassista dei Blink182). Una ragazza su Twitter ha proposto di scambiare materiali del gioco con foto di sé stessa nuda (non necessariamente artistiche). Elijah Wood ha visitato l'isola di una fortunata giocatrice per raccogliere della frutta. Danny Trejo ha postato su Twitter una sua foto, senza machete, ma con Switch e K.K. Slider. Davide Soliani, autore di Mario + Rabbids Kindgom Battle, sfoggia su Facebook il suo magico paese, con creazioni che citano The Legend of Zelda e Mario Kart. Due giovani e settoriali influencer come Ary De Rizzo ed Elisa Lipari, che abitualmente si occupano di arte e letteratura, stanno pubblicando su Instagram delle foto dei loro alter ego di Animal Crossing (e, di solito, non trattano videogiochi). New Horizons sta coinvolgendo, in sintesi, un pubblico trasversale: quanto ancora possa estendere la sua area d'influenza non è lecitamente prevedibile.

In conclusione, abbiamo la forte sensazione che, recenti ammodernamenti a parte, non sia stato tanto Animal Crossing ad adeguarsi alla contemporaneità, quanto la contemporaneità ad andare verso Animal Crossing: in questo particolare momento storico, in un'evenienza amplificata dalla clausura, il pubblico è pronto ad abbracciare e fondersi con questa serie come mai in passato. Non sappiamo quanto l'idillio durerà, se sia l'inizio di una lunga storia o un'effimera coincidenza, ma abbiamo la certezza che questo sia il momento di Animal Crossing, e che abbia la seria possibilità di diventare il gioco, a livello globale, più venduto per Nintendo Switch. Non dovesse riuscirci, sicuramente ci andrà vicino.