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Chiedi a Iwata, la recensione della versione italiana libro sul quarto presidente di Nintendo

Grazie a Planet Manga - e Panini Comics - è arrivato anche in Italia "Chiedi a Iwata": abbiamo recensito il libro sul quarto, e compianto, presidente Nintendo.

SPECIALE di Alessandro Bacchetta   —   07/03/2022

A tre anni dall'originale pubblicazione giapponese, a cura di Hobonici, e dodici mesi dopo quella in inglese, è finalmente arrivato in Italia "Chiedi a Iwata", un libro di approfondimento sul compianto presidente Nintendo, il quarto dell'azienda, morto l'11 luglio 2015. È stato tradotto da Susanna Scrivo, e pubblicato da Planet Manga (di proprietà Panini Comics). Il libro è composto da 192 pagine, costa 15 Euro, ed è un volume in brossura, in formato 13.5 x 21.5. Curiosamente, è stato ufficialmente commercializzato il 3 marzo, nel giorno in cui Nintendo Switch ha compiuto cinque anni.

Satoru Iwata ha lasciato un vuoto incolmabile all'interno di Nintendo. Come avevamo scritto nell'anniversario della sua morte, si tratta di una figura talmente speciale da essere sostanzialmente insostituibile: Nintendo ha fatto bene a non provarci, affidando la presidenza a Shuntaro Furukawa, il cui curriculum è prettamente manageriale. Iwata è nato come programmatore, a trentatré anni è diventato presidente di HAL Laboratory (in piena crisi finanziaria), e a quarantadue quello di Nintendo.

Nella recensione di Chiedi a Iwata potremmo sintetizzare la sua carriera da presidente in quattro fasi: la prima, di transizione, in cui ha gestito la vita di GameCube e Game Boy Advance (progettate senza di lui, quando Yamauchi era ancora presidente). Oltre a prendere le redini della società, in quel periodo ha cominciato il primo rinnovamento interno e iniziato a programmare quei successi che sarebbero diventati Wii e DS (seconda fase). A questa generazione è seguita quella più sfortunata degli eredi, ovvero Wii U e 3DS, in cui Iwata si è anche decurtato lo stipendio. È morto nel 2015, prima che nascesse Nintendo Switch, ma quest'ultima piattaforma è sua, è il suo ultimo lascito. NX, com'era chiamato all'epoca, è stato pensato e progettato sotto la sua guida, ed è stato portato avanti senza di lui.

Il libro è perlopiù narrato in prima persona dallo stesso Iwata, perché riporta i suoi pezzi scritti per il sito web Hobo Nikkan Itoi Shinbun, fondato da Shigesato Itoi (scrittore, copywriter e doppiatore, nonché autore di Earthbound). A queste si sommano alcune perle di saggezza tratte dalla sua rubrica online "Iwata chiede", in cui intervistava gli sviluppatori Nintendo, e da cui questo volume - ribaltando la dicitura - trae il titolo. Sono stati inseriti anche dei paragrafi scritti da Shigesato Itoi e Shigeru Miyamoto, due persone con cui Iwata ha avuto un lungo rapporto lavorativo e personale. Avendo letto anche la versione inglese, la traduzione - a parte qualche refuso di troppo, comunque nella soglia dell'accettabilità - ci è sembrata buona.

Biografia

Satoru Iwata non si prendeva troppo sul serio
Satoru Iwata non si prendeva troppo sul serio

Non dovete aspettarvi un libro biografico. Da questo punto di vista le informazioni sono limitate e tutte reperibili online. Nonostante questo, essendo principalmente Iwata stesso a parlare, sono presenti alcune curiosità. Chiedi a Iwata ci racconta il suo primo approccio alla programmazione, attraverso una calcolatrice. Le sue frequentazioni all'università, l'acquisto del suo primo computer (prodotto da Commodore), il suo primo incarico part-time nell'azienda fondata da un compagno di studi, ancor prima di laurearsi: una società chiamata HAL Laboratory. La sua passione per i videogiochi, la sua vocazione a far felici le persone. Il suo approccio con Nintendo - sì, è proprio lui, da dipendente, a creare il legame tra HAL e Nintendo. I suoi primi incarichi di programmazione con Golf e Pinball, che lo portano a divenire capo dello sviluppo software.

A trentadue anni, mentre l'azienda è in condizioni finanziarie disastrose, diventa presidente HAL: ci racconta, essendosi già sposato, che sua moglie (nonostante la situazione difficile) non gli suggerisce mai di rifiutare l'incarico. Iwata non ha una soluzione miracolosa per risanare la società, ci riesce gradualmente, ascoltando e capendo quali sono i suoi punti di forza. Ci riesce parlando due volte all'anno con ogni singolo dipendente (circa novanta) dell'azienda, senza licenziare nessuno, trattando pazientemente coi creditori.

Satoru Iwata all'E3 2005, quando annunciò il progetto Revolution, futuro Wii
Satoru Iwata all'E3 2005, quando annunciò il progetto Revolution, futuro Wii

Ci riesce anche prendendo decisioni insolite, ascoltando il parere di Miyamoto, quando quest'ultimo gli suggerisce di rimandare l'uscita di Twinkle Popo, nonostante le 25.000 copie già prenotate: quel titolo diventa Kirby's Dream Land, che di copie ne venderà cinque milioni.

Ci racconta della sua progettazione di Super Smash Bros., quando è ancora presidente HAL, e aiuta nei ritagli di tempo Masahiro Sakurai. Lo creano assieme, con l'aggiunta di un sound designer, e non avrebbero mai immaginato che sarebbe divenuto un successo internazionale: tuttavia, Iwata è consapevole di avere qualcosa di speciale - letteralmente - tra le mani. Ci racconta del suo rapporto con Yamauchi, con Miyamoto, con Itoi: veniamo indirettamente a sapere che ha un figlio maschio, che si è già sposato. Ci racconta, infine, della sua esperienza manageriale, dei principi cardine che segue mentre è presidente Nintendo. In classico stile Iwata, propone concetti complessi con parole semplici, e un sacco di risate fuori campo abbastanza strambe (non è raro che le frasi terminino con un "Ah ah!"). Miyamoto ci dice che, ai banchetti, Iwata era soprannominato Kirby: non tanto per la somiglianza fisica, quanto per la sua attitudine a divorare ogni dolcetto.

Comprendere tutto, comprendere Miyamoto

Satoru Iwata nel 2013, ancora in grande forma, nonostante i problemi di Wii U
Satoru Iwata nel 2013, ancora in grande forma, nonostante i problemi di Wii U

Questo libro rende chiara, pur non esplicitandola, la principale capacità di Iwata: la volontà di comprendere. Non tanto la velocità di pensiero, le competenze logiche e umane: anche quelle, sì. Ma la sua caratteristica principale era proprio il desiderio di comprendere la natura di ciò con cui doveva relazionarsi: che fossero persone, console, movimenti di mercato. Non intervistava i suoi dipendenti soltanto per cortesia, ma per capire qualcosa di più sulla sua società, sul suo funzionamento, e per approfondire la conoscenza dei propri sottoposti: una parola che usiamo noi, ma che non utilizzava lui. Iwata non ha mai imposto la sua leadership con arroganza.

Un altro pregio che risalta dalle sue parole, è che Iwata non ha mai dato la priorità ai profitti nel breve termine. Pensava al medio e lungo periodo, e anche oltre; era amico di Miyamoto, col quale c'era stima reciproca, mai intaccata dai potenziali motivi di invidia. Dei motivi concreti: Miyamoto era molto più talentuoso, otteneva successi e aveva idee totalmente impensabili per Satoru, ma Iwata, pur essendo più giovane, lo aveva superato nei gradi aziendali. Entrambi avrebbero avuto delle ragioni per essere rivali, entrambi decisero di restare amici, e di andare a pranzo insieme ogni lunedì, scambiandosi idee e opinioni.

Satoru Iwata in un'immagine dell'E3 2015, poco prima di morire
Satoru Iwata in un'immagine dell'E3 2015, poco prima di morire

Iwata ripete spesso che lui è "l'osservatore numero uno di Miyamoto". Ed è vero, e non per amicizia. Perché il suo desiderio di comprensione, una volta diventato presidente Nintendo, deve averlo condotto proprio lì. Cosa c'è al centro del successo Nintendo? I suoi giochi. E di chi sono i suoi giochi principali? Di Miyamoto. Di conseguenza: qual è la filosofia di sviluppo di Miyamoto? Ciò che per il maestro era naturale come respirare, non lo era per nessun altro. E Miyamoto si stava gradualmente allontanando dai videogiochi: per tramandarlo, bisognava capirlo e codificarlo. Iwata ha fatto esattamente questo, e i risultati si sono visti con la nuova generazione che ha plasmato Nintendo Switch. Nonostante Miyamoto non abbia messo mano - direttamente, tangibilmente - su nessun'opera recente Nintendo, la sua filosofia è presente in ognuno dei giochi di maggior successo.

Ancora più di Nintendo Switch, è questo il regalo principale fatto da Iwata all'azienda: aver compreso e divulgato il suo DNA, estendendolo a tutta la società, attraverso la fusione dei team interni. Nel libro questo concetto è implicito, ma sottostante alla maggior parte dei capitoli: Miyamoto ci racconta che Iwata citava spesso delle sue frasi, che lui stesso non ricordava di aver pronunciato.

Diversità e innovazione

Satoru Iwata nel suo ultimo incontro con gli azionisti, nel 2015
Satoru Iwata nel suo ultimo incontro con gli azionisti, nel 2015

Iwata aveva il coraggio di osare, Nintendo DS e Nintendo Wii sono lì a dimostrarlo. Era convinto che Nintendo dovesse rendere felici le persone, e dovesse farlo sperimentando, non combattendo nello stesso territorio delle altre società, senza fare distinzioni tra giocatori di serie A (appassionati) e B (occasionali). È abbastanza palese, nonostante non siano datate, che queste parole siano state scritte in epoca Wii. I racconti compiono un balzo temporale da quegli anni, al momento della morte di Iwata: il capitolo scritto da Miyamoto risale, da quanto possiamo evincere dal contesto, all'era Switch. Ed è un peccato, perché sarebbe stato bello leggere i pensieri personali di Iwata sui momenti di difficoltà passati con Wii U e 3DS: sappiamo che fece tutto il possibile per uscire da quella situazione, tra l'altro ulteriormente complicata dalla sua malattia, e sappiamo che ci riuscì, avallando il progetto NX (il futuro Nintendo Switch). Ma sarebbe stato bello capire la sua posizione su questa tematica in particolare, quella dei giocatori occasionali, e quella sulla "diversità" di Nintendo.

Sarebbe stato bello, perché sarebbe stato potenzialmente illuminante sul successore di Switch. Sappiamo che Iwata ha codificato il DNA Nintendo, che ha lasciato una struttura aziendale moderna, aggiornata, e fluida nella condivisione delle idee e delle competenze. Ha messo le basi per anni, forse decenni, di successi futuri. Ma è proprio sulla "diversità", sulla sperimentazione, e sul rapporto coi giocatori occasionali, che - immaginiamo - si gioca il futuro Nintendo. Si tratta di un approccio che ha funzionato con Wii e DS, ma che si è dimostrato non replicabile, anche a causa del fiorire del mobile gaming. Nintendo Switch ha avuto un successo eccezionale, e lo ha ottenuto anche grazie al suo essere sia ibrida che casalinga: parafrasando ciò che Iwata scrive nel libro, per una console, oltre alle prestazioni, è fondamentale intuire l'ambiente e il modo in cui sarà utilizzata. E non c'è dubbio che in Giappone ormai si giochi principalmente con le portatili, e in Occidente con le casalinghe: Nintendo Switch ha risolto il problema. Una soluzione elegante e funzionale, come quelle che piacevano a lui. Ma Nintendo Switch ha fatto successo soprattutto perché, nel suo primo anno, ha avuto grandissimi giochi rivolti al pubblico tradizionale, e perché prima di tutto si è rivolta ad esso.

Satoru Iwata, il classico saluto delle Nintendo Direct, create durante la sua presidenza, nel 2011
Satoru Iwata, il classico saluto delle Nintendo Direct, create durante la sua presidenza, nel 2011

Se Nintendo riuscirà - come con Switch - a coniugare la sua volontà di eccellere con quella di essere diversa, allora i successi non si esauriranno qui. Ma è davvero un peccato non sapere come Iwata abbia reagito "all'abbandono" dei giocatori occasionali, che lui ha sempre tenuto in altissima considerazione, alla pari degli utenti appassionati. A parte questo punto, consigliamo il libro a ogni amante dei videogiochi; e lo consigliamo anche a chi volesse ampliare le sue conoscenze di management, perché si troverà a leggere di un amministrare delegato incredibilmente atipico e meticoloso, con una comprensione assoluta della società che gestiva.

Per gli appassionati Nintendo, inoltre, c'è il - non trascurabile - fattore emotivo. Perché tutti, sia chi l'ha amato sia chi l'ha criticato, abbiamo voluto bene a Satoru Iwata: e come scrive Miyamoto nel libro, "se adesso ho una grande idea nel weekend, non so più con chi parlarne il lunedì mattina".