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Cyberpunk 2077: come CD Projekt RED ha distrutto e ricostruito la sua visione di Night City

Finalmente un gameplay, delle build e un profondo gioco di ruolo: con Phantom Liberty e la versione 2.0, CD Projekt RED ha cambiato definitivamente Cyberpunk 2077.

Cyberpunk 2077: come CD Projekt RED ha distrutto e ricostruito la sua visione di Night City
SPECIALE di Lorenzo Mancosu   —   16/10/2023

Quando Cyberpunk 2077 ha raggiunto gli scaffali dei negozi, il 10 dicembre del 2020, si è trovato nell'occhio di una moltitudine di tempeste. Quella più fragorosa e violenta fu senza dubbio scatenata dai giocatori console, che nel migliore dei casi avrebbero potuto contare su una versione sottotono del prodotto, nella peggiore su una variante al limite dell'ingiocabilità, poco prima di vederlo svanire in una nube di fumo dalle pagine dello store proprietario di Sony. Accanto a loro si sono schierate tutte le vittime della comunicazione scellerata di CD Projekt, utenti che si aspettavano un'offerta completamente diversa, vicina all'ispirazione degli RPG e degli immersive-sim tradizionali, trovandosi invece al cospetto di un'avventura molto lontana dall'idea del Deus Ex su vasta scala.

Le loro non sono state le uniche voci di malcontento a levarsi dalle folle: in tantissimi hanno infatti criticato ferocemente il gameplay, il comportamento dell'intelligenza artificiale, l'integrità delle fasi sparatutto, la superficialità del segmento corpo a corpo, addirittura la struttura stessa delle decine di missioni celate nei meandri di Night City. Insomma, la pubblicazione dell'opera è stata funestata da diverse ondate di critiche rivolte a tanti differenti aspetti di quella che - al netto delle evidenti criticità di allora e delle tante promesse disattese - restava un'esperienza dotata di un valore unico che mai le potrà esser sottratto, alimentato dall'immaginario di Mike Pondsmith.

Finalmente, con l'aggiornamento 2.0 e la pubblicazione dell'espansione Phantom Liberty, lo studio polacco ce l'ha fatta: è riuscito a distruggere e ricostruire completamente la propria opera, integrando una risposta più che mai concreta a ogni singola critica gli fosse stata mossa, impattando profondamente sulle pieghe dell'elemento GDR, sulla spina dorsale del mondo di gioco, ma soprattutto sul comparto del gameplay, che da impercettibile sottofondo nella sinfonia del mercenario V e del terrorista Johnny Silverhand si è trasformato in un grande assolo capace di mantenere in piedi un'esperienza della durata di decine di ore.

Abbiamo deciso di seguire il consiglio degli autori, ricominciando da capo l'odissea nel cuore di Night City e facendo lentamente conoscenza delle nuove meccaniche, delle pesantissime modifiche al sistema di progressione, dell'operazione di bilanciamento che ha toccato gli impianti Cyberware nonché di tutte le altre sfumature pensate per accogliere i nuovi arrivati e soprattutto i vecchi giocatori delusi. Quello che ci siamo trovati di fronte è sorprendente: oggi Cyberpunk 2077 riesce a convincere soprattutto attraverso la costruzione del gameplay.

Finalmente si gioca, e si gioca duro

Ora si spara, e si spara anche tosto
Ora si spara, e si spara anche tosto

La patch 2.0 di Cyberpunk 2077 ha portato una lunghissima serie di novità all'intero parco delle meccaniche di gioco che abbiamo riassunto in un articolo dedicato. Ciò detto, la rinascita del progetto passa per prima cosa dal gameplay duro e puro: rispetto a una versione di lancio che spingeva lentamente verso l'abbandono dei lavoretti dei Fixer, ovvero le missioni "terziarie" che punteggiano l'interezza di Night City, l'opera si presenta completamente trasformata, ma soprattutto sorprendentemente varia. Oggi V può essere utilizzato come il protagonista di un boomer shooter, può vivere la fantasia dello sciamano della rete, può muoversi come una sorta di cavaliere Jedi armato di katana, può andare all-in sugli innesti di Cyberware per trasformarsi in un ibrido al limite dell'umano.

L'introduzione dello scatto multidirezionale - e la possibilità di sfruttarlo anche a mezz'aria - si combina alla perfezione con fantasie come quella del lanciatore di lame e con le armi da fuoco più cattive, consentendo al mercenario di muoversi con una velocità del tutto aliena alla versione originale. La corsa fra l'altro non prosciuga più le riserve di stamina, proprio perché quest'ultima è stata dirottata verso la gestione delle manovre dinamiche, che si sposano al bacio con Cyberware come il Kerenzikov capaci di rallentare il tempo in concomitanza alle schivate e alle scivolate. Per coloro che fossero alla ricerca di un'esperienza adrenalinica è dunque possibile montare i Tendini Rinforzati per sbloccare il doppio salto, acquisire le abilità votate all'aumento della velocità e installare il Cyberware dedicato al bullet-time, trasformando le sparatorie in un surrogato del classico FPS dinamico in puro stile id Software. Ovviamente il design delle mappe e il comportamento dei nemici restano profondamente diversi, ma si tratta di una soluzione impensabile al momento del lancio.

Se vi piace il gameplay da shinobi, abbiamo delle buone notizie per voi
Se vi piace il gameplay da shinobi, abbiamo delle buone notizie per voi

Ancora differente è la situazione per gli amanti dell'arma bianca, specialmente per quanto riguarda le lame giapponesi: ora utilizzando una katana è possibile sfruttare il pulsante di parata per deflettere i proiettili nella direzione in cui si sta mirando fino all'esaurimento della stamina, esattamente come farebbe il celebre ninja Genji di Overwatch. Questa capacità, unitamente al perk che permette di scattare verso i nemici ed effettuare esecuzioni con un tasto dedicato, apre a una variante del gameplay da shinobi che brilla se alimentata da dispositivi come il Sandevistan, innesto cibernetico che ha raggiunto la fama grazie al David Martinez della serie Cyberpunk Edgerunners. Un ulteriore "rework" ha toccato i coltelli da lancio, che possono contare su un intero ramo di abilità dedicate e si muovono in grande sinergia con l'approccio stealth, applicando veleni e aprendo a mosse finali disponibili anche dalla distanza, immediatamente dopo un colpo andato a segno.

In ultimo c'è il Netrunner, probabilmente la variante che più d'ogni altra ha subito il peso dei cambiamenti introdotti. Ora esistono tantissimi modi diversi per vestire i panni dell'hacker: lo si può fare ispirandosi a Lucy Kushinada, accoppiando i Quickhack al devastante Monocavo, danzando in mezzo ad avversarsi indeboliti per farli a fette senza sforzo alcuno; è possibile sedere lontano dal luogo della missione, magari nell'edificio di fronte, sfruttando le telecamere per infiltrarsi a distanza nelle strutture e friggere il cervello delle guardie ignare ma solo a patto di non farsi individuare, dal momento che saranno sempre in grado di tracciare la posizione di V; infine è stato introdotto l'Overclock, una nuova meccanica che permette di utilizzare i propri punti vita anziché la RAM, risorsa fondamentale per lanciare i Quickhack, di fatto - con le giuste precauzioni - regalando a V un pool di risorse infinite. Ma questa è solo un'infarinatura generale, perché la formula di gioco è stata ulteriormente limata attraverso il sistema di progressione.

Night City si fa stratificata

I Netrunner sono senza dubbio i mercenari che saranno messi di fronte alle scelte più difficili
I Netrunner sono senza dubbio i mercenari che saranno messi di fronte alle scelte più difficili

Oltre ad aver ridisegnato tutti gli alberi delle abilità e i relativi perk, CD Projekt RED ha apportato una serie di modifiche alla struttura del gioco che sono per lo più passate inosservate. Strappando dal sistema ogni tinta residua del looter-shooter, ha reso di fatto tutte le armi dello stesso modello praticamente identiche, di fatto ampliando enormemente la libertà di scelta dei giocatori; allo stesso modo, i Ripperdoc sparsi per Night City non vantano più degli inventari specifici legati alla Fama di V, ma possono contare su un vastissimo arsenale condiviso che si amplia al raggiungimento dei livelli più elevati: le varianti di Grado 5 compaiono infatti in vendita a partire dal livello 40, esattamente come accade sul fronte dell'arsenale, azzerando la necessità di passare in rassegna tutto ciò che si raccoglie per ottenere minimi incrementi prestazionali. Ciò che più conta, tuttavia, è che gli sviluppatori hanno scavato profondamente nelle caratteristiche dei potenziamenti, offrendo un ventaglio di opzioni validissime anziché una singola scelta sempre ovvia.

Se nella vecchia versione di Cyberpunk 2077, ad esempio, tutti i Netrunner utilizzavano il Sistema Operativo Tetratronic Rippler Mk IV, ora ci sono cinque scelte diverse ugualmente efficaci, ciascuna ricamata attorno a un particolare stile di gioco, di fatto incrementando a cinque il numero di build disponibili solamente per un V di stampo hacker. Ce n'è una, basata su hardware NetWatch, che aumenta l'efficacia dei Demoni quando utilizzati attraverso le telecamere e sconta il costo in RAM per quelli che prendono di mira i dispositivi; ce n'è un'altra, firmata Raven, che consente ai Quickack di 'contagiare' altre vittime, li fa diffondere istantaneamente e incrementa la distanza di diffusione; un'altra ancora, legata al Cyberdeck Tetratronic, permette di eseguire combo tra Quickhack per infliggere danni devastanti a un singolo avversario. Sempre nell'ottica della differenziazione, i principali alberi delle abilità orientati al combattimento hanno guadagnato delle abilità distintive che mutano ulteriormente il gameplay, dall'Overclock che rende la RAM illimitata, passando per l'inarrestabile modalità Adrenalina dedicata a chi abbia investito nel Fisico, per arrivare infine alla capacità di lanciare i nemici, a quella di scatenare sismi con le armi contundenti oppure di generare impulsi EMP in concomitanza con l'attivazione del Cyberware.

Ora gestire il Cyberware è un'attività a tutti gli effetti che richiede una pianificazione molto precisa
Ora gestire il Cyberware è un'attività a tutti gli effetti che richiede una pianificazione molto precisa

A proposito di Cyberware, non è una sorpresa che la discesa negli abissi del David Martinez di Edgerunners abbia condizionato la mano di CD Projekt, portandola a rivederne interamente il funzionamento, le abilità connesse, le statistiche nonché il prezzo da pagare per ciascun innesto. Ora è decisamente più complesso riempire il protagonista di "cromo", è un'operazione che ha un peso notevole sul portafogli, richiede un grosso investimento in termini di abilità e soprattutto di tempo. Allora entrano in scena le meccaniche esclusive di Phantom Liberty, nello specifico il nuovo l'albero dedicato al Relic installato nella mente di V, che modifica profondamente il funzionamento di meccanismi come le Lame da Mantide o le Braccia da Gorilla, prima di consentire dozzine di variazioni sul tema dedicate a ogni singola build disponibile. In sostanza, dopo tre anni di lavoro, Cyberpunk 2077 è finalmente riuscito a tradurre l'immaginario del gioco da tavolo nei confini del gameplay, offrendo fra l'altro un'esperienza ludica al pari della controparte andata in onda su Netflix.

L'elemento da Gioco di Ruolo

Con Phantom Liberty la componente da gioco di ruolo ha finalmente uno spazio molto impattante
Con Phantom Liberty la componente da gioco di ruolo ha finalmente uno spazio molto impattante

Effetto collaterale della mole di modifiche apportate, ma soprattutto delle novità specifiche introdotte solo nei confini di Phantom Liberty, è la nuova intelaiatura da gioco di ruolo. Il rinnovato sistema di progressione mette sul piatto una crescita del personaggio compassata, le cui ripercussioni sul mondo sono state parzialmente rivedute: i punteggi necessari per superare determinati Check di abilità, ad esempio quelli che richiedono Forza, Capacità Tecnica o Intelligenza, sono stati generalmente incrementati, regalando maggiore impatto alle doti di ciascuna specializzazione. Arricchendo le modifiche risalenti alla patch 1.6, la nuova struttura ha mutato il modo in cui si respira Night City, espandendo pian piano gli orizzonti, le missioni disponibili e soprattutto le ricompense, dal momento che ciascun Fixer presente nei vari distretti premia il giocatore con regalini unici una volta completati tutti gli incarichi. Nel complesso è maturato un solido concetto di crescita del personaggio, tanto sul piano statistico quanto su quello delle attività e dei relativi premi, senza dimenticare il fronte dei veicoli - ora tantissimi ed estremamente differenziati - nonché gli abiti unici e le abitazioni da arredare a piacere.

Detto ciò, come ampiamente spiegato nella recensione di Phantom Liberty, l'espansione ha alzato in maniera a dir poco imprevedibile l'asticella delle scelte e delle conseguenze di grande impatto. Ci sono finali segreti nascosti anche a pochi secondi dall'inizio del DLC, ma soprattutto dozzine di scelte impercettibili che si portano dietro un imprevedibile mare di conseguenze. Un esempio a caso? Durante una delle prime missioni, il solo fatto di farsi riprendere da una telecamera cambia completamente lo svolgersi degli eventi successivi, senza che venga fornito alcun genere di avviso al giocatore; di circostanze soggette a varianze di questa entità ne esistono almeno una dozzina e impattano profondamente l'esperienza, a volte stravolgendo la narrazione e in altre occasioni celando potentissime ricompense uniche, avvicinando finalmente non solo la struttura GDR, ma anche l'atmosfera e i personaggi all'originale fantasia firmata Mike Pondsmith. In questo senso CD Projekt RED ha confezionato un piccolo capolavoro, probabilmente superando i traguardi raggiunti con le espansioni di The Witcher 3 Heart of Stone e Blood and Wine. Il fatto che la vicenda di Phantom Liberty sia perfettamente collocata nel mezzo dell'avventura di V, integrata in maniera fluida e naturale nella trama principale, fa sì che i nuovi giocatori abbiano la percezione di trovarsi proprio nei confini del Cyberpunk 2077 che era stato promesso prima del lancio.

Il futuro è oggi

Sarà difficile andare oltre Phantom Liberty: il compito ricade nelle mani del sequel Project Orion
Sarà difficile andare oltre Phantom Liberty: il compito ricade nelle mani del sequel Project Orion

Phantom Liberty è di nome e di fatto una versione 2.0 di Cyberpunk 2077, una parentesi di Night City che non sfigurerebbe assolutamente nei confini di un ipotetico sequel diretto. Ma il sequel vero e proprio, ovvero Project Orion, è già in fase di preproduzione da qualche tempo, e la casa sembra finalmente aver trovato la formula giusta per rendere onore tanto alla creatura di Mike Pondsmith quanto al passato glorioso dei suoi sviluppatori. Se dovesse essere pubblicato un secondo capitolo capace di mantenere l'asticella della qualità vicina alle vette sfiorate nell'espansione, sarà estremamente difficile trovare angolazioni obiettive da cui attaccare questo mondo virtuale. Le scottature bruciano sempre, quella provocata dallo stato delle versioni Xbox One e PlayStation 4 al lancio lo fa in maniera particolare, è del tutto lecito prendere con le pinze qualsiasi affermazione relativa a questa IP, ma oggi - finalmente - Cyberpunk 2077 si può considerare uno dei videogiochi più interessanti emersi durante la nona generazione di console.

CD Projekt RED ha distrutto e ricostruito completamente la sua creazione: l'unica pecca dell'operazione 2.0 + Phantom Liberty è che per poterla apprezzare fino in fondo è necessario creare da capo un nuovo personaggio e vivere l'esperienza nella sua interezza, saggiando il sistema di progressione e l'implementazione fluida dell'espansione nelle pieghe dell'avventura principale. L'inedito filone narrativo, al contempo, riesce una volta per tutte a dismettere i lustrini della vicenda di V e Johnny Silverhand, abbracciando finalmente il cupo fondale che caratterizza i manuali di R. Talsorian Games, culle di un desolante universo cyberpunk in cui non esistono possibilità di salvezza. Insomma, se stavate aspettando quel momento imprecisato nel futuro in cui Cyberpunk 2077 avrebbe assunto la sua forma definitiva dopo anni di aggiornamenti, beh, sappiate che quel momento è finalmente arrivato.