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Death Stranding e le influenze di Neon Genesis Evangelion e The Postman

Spendiamo qualche parola su due delle più importanti e chiare influenze di Death Stranding

SPECIALE di Emanuele Gregori   —   18/11/2019

Qualche giorno fa abbiamo speculato e ripercorso l'eredità e le sensazioni generate dal ricordo e dall'esperienza di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, nei confronti di Death Stranding. Quello che vi apprestate a leggere è in qualche modo un articolo gemello, forse più tendente allo spoiler seppur non diretto, che non prende più in esame la storia autoriale di Hideo Kojima, ma bensì vuole provare a trovare due delle principali ispirazioni alle quali probabilmente il geniale autore nipponico ha attinto. È indubbia la sua conoscenza cinematografica, così come il suo gusto e la ricerca musicale. Vorremmo fosse chiaro che non si tratta certamente delle uniche due fonti di ispirazione ma, allo stesso tempo, Neon Genesis Evangelion e The Postman racchiudono al loro interno i temi portanti dell'esperienza: l'estinzione umana e la riconnessione.

Il Last Stranding come il Third Impact

Cerchiamo di fare chiarezza: per chi non conoscesse Neon Genesis Evangelion, stiamo parlando di una delle opere di animazione giapponese più influenti della storia. Scritta e diretta in buona parte da Hideaki Anno a seguito di una lunga depressione (nella quale ricadrà anche nel corso della lavorazione dell'opera) la serie animata è andata in onda in Giappone tra il 1995 e il 1996 per un totale di 26 episodi. La narrazione prende il via nel 2015, a quindici anni dall'inizio del nuovo millennio e dal Second Impact. Questo evento ha portato al totale discioglimento del Polo Sud e alla drastica morte di un'altissima percentuale di esseri umani. Come se non bastasse questa catena di eventi è scaturita dal manifestarsi del primo Angelo (ci rifiutiamo di chiamarlo Apostolo) una figura apparentemente incomprensibile, titanica, che porta distruzione ovunque passi.

A quindici anni da questo evento inizia il percorso della serie, con l'arrivo del secondo Angelo e con l'introduzione degli EVA, enormi mecha guidati dall'uomo tramite connessione neurale e basati sulle conoscenze acquisite proprio studiando la struttura del primo Angelo, rinominato Adam.

Chiunque non abbia mai visto l'anime in questione (così come il film che lo conclude) dovrebbe certamente rimediare al proprio cosmico errore, ma ciò che interessa a noi in questo contesto è capire i riferimenti ed i collegamenti con Death Stranding.

Così come nel mondo di EVA (uno dei nomi con i quali è conosciuta la serie), anche in Death Stranding l'uomo cerca inesorabilmente di evitare l'estinzione, scansare quell'ultima esplosione (il Last Stranding appunto) che porterebbe alla fine della razza umana e probabilmente alla distruzione del pianeta, in una sorta di anti-big bang. Non a caso le Creature Arenate hanno una forte componente di antimateria. L'idea dell'estinzione su larga scala deriva dalla consapevolezza storica delle funzioni dell'evoluzione stessa. L'ultimo step evolutivo di una razza è per forza di cose l'autoestinzione, ma noi in quanto esseri umani coscienti, siamo consapevoli di questo passaggio fondamentale e così come tentiamo di ingannare la morte, vorremmo ingannare anche l'evoluzione.

Death Stranding e le influenze di Neon Genesis Evangelion e The Postman

Metterci al posto di "Dio" quindi, diventare capaci di gestire volontà cosmiche ben oltre le nostre possibilità. In questo elemento si riscontra la grande affinità tra Death Stranding e Neon Genesis Evangelion. Nonostante le forti differenze di sviluppo e le chiare difformità dal punto di vista storico e di immaginario, entrambe le opere tentano di domandarsi su quel che siamo e su quanto ancora meritiamo di essere la specie dominante.

La paura del Third Impact in un caso e del Last Stranding nell'altro, sono il risultato delle nostre paure di fronte alle azioni compiute, alle guerre, alle carestie, anche agli ultimi risvolti climatici di cui tanto si parla in questi anni. Lì dove la connessione Uomo-Angelo diventa necessaria per la sopravvivenza, ma fondamentale anche per il "perfezionamento dell'uomo"; dall'altra parte le ricerche sui Bridge Baby e la comprensione dei riemersi è ciò su cui si basa la volontà di vedere una nuova alba e possibilmente manovrare la successiva.

La speranza che entrambe le opere nascondono al loro interno viaggia su binari differenti e paralleli. EVA è chiaramente il frutto di una mente instabile, così come confusa è stata la produzione e la messa in onda (provate a guardare in successione il primo episodio e poi l'ultimo, ma dopo aver visionato l'intera serie) e proprio per questo più cattiva e drastica nei confronti di una specie nella quale non crede più, se non nella forza di qualche individuo e nella ricerca di potere di tanti altri. Death Stranding invece rappresenta un inno alla speranza, alla vita e alla possibilità di redenzione.

La più grossa vicinanza e la maggiore differenza, una accanto all'altra. Due lavori mastodontici e che resteranno nel tempo, scolpiti finché il Last Stranding non dovesse davvero colpirci.

Death Stranding e le influenze di Neon Genesis Evangelion e The Postman

Il Corriere come il Portalettere

The Postman, orribilmente tradotto da noi con il titolo "l'Uomo del giorno dopo", è un film del 1997 diretto ed interpretato da Kevin Costner e basato sull'omonimo romanzo del 1985 di David Brin. Opera post-apocalittica figlia di un modo di narrare particolare di quel periodo, narra di una terra devastata a seguito di un brevissimo e distruttivo conflitto atomico. Nel 2013 l'uomo vive separato e annullato nell'idea di società, all'interno di piccoli agglomerati urbani gestiti da finti sindaci e autoproclamati sceriffi. Gli Stati Uniti non esistono più e la forza bruta è dettata dai cosiddetti Holnisti: figure dannatamente simili all'idea del terrorismo, in grado di vincere facendo leva sulla paura della gente.

In questo inferno in terra vive un uomo in totale vagabondaggio, che si guadagna un pasto e un letto recitando Shakespeare aiutato dal suo fido mulo. Per una serie di vicissitudini finirà nell'esercito Holnista dal quale riuscirà a scappare e a travestirsi da postino, portando una lettera nel vicino villaggio di Pineview. L'evento metterà in moto un senso di connessione ritrovata nelle genti, che trasformerà il protagonista in una figura mistica, detto il Portalettere, unico uomo ad essere ancora in contatto con la nuova (inesistente) capitale e col nuovo (anche questo mai esistito) presidente degli Stati Uniti.

Ne scaturirà uno scontro drammatico con l'esercito Holnista e un viaggio da un capo all'altro dell'America per riconnettere le persone tramite i messaggi scritti a mano. I portalettere diverranno eroi e miti e come una vera e propria religione, combatteranno in nome della consegna dei messaggi e dei ricostituiti Stati Uniti d'America.

Vi ricorda niente? Death Stranding sembra riprendere molto da questo titolo, forse poco citato perché non un grande successo al suo debutto in sala. L'idea della riconnessione, del "corriere" e soprattutto delle UCA (Città Unite d'America) dell'ultimo gioco di Hideo Kojima sembrano dovere molto al testo di David Brin. 

Death Stranding e le influenze di Neon Genesis Evangelion e The Postman

Abbiamo scelto di basarci sul film di Kevin Costner per una pura semplicità di connessione audiovisiva, vista la vicinanza tra cinema e videogioco, ma ciò che conta in questo caso è il messaggio importante ripreso dal game designer giapponese: la riconnessione. Nonostante le differenze estetiche, di immaginario e soprattutto i dettagli soprannaturali, il concetto di unione basato sulla semplice consegna di messaggi e oggetti tra persone ormai isolate tra loro è chiaramente il medesimo. Il famoso "simulatore di corriere" non è altro che un modo basso e meschino, quando detto in maniera dispregiativa, di definire un tipo di gameplay che tende a parlare a noi e alla comunione della nostra razza.

Lo stesso Kojima aveva in qualche iniziato un percorso comunicativo basato sul linguaggio e già chiaro e spiegato nell'ambito di quel pasticcio che è Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. La comunicazione, intesa come capacità di scambio ed interconnessione, è tema portante del nostro momento storico, che spesso si perde a causa della miriade di mezzi di comunicazione che attualmente ci sovrastano. Social Network, internet, televisione e perfino l'idea stessa di un ente come Amazon, che ha annullato anche la semplice di ricerca fisica di un oggetto, sono tutti elementi che facilitano la comprensione del fenomeno e che, non a caso, vengono in qualche modo citati all'interno di Death Stranding.

Andando oltre a tutti i concetti, le tematiche e i simbolismi, risulta quindi chiaro come siano questi i due temi principali del gioco e sta a noi essere in grado di metabolizzarli, sempre con la possibilità di condividerli o meno, ma quantomeno riconoscerli e apprezzarli in quanto tali.