La storia videoludica di Digimon è strana. La serie è tra le più popolari e note di sempre e dovrebbe prestarsi magnificamente a trasposizioni videoludiche di ogni tipo, eppure la qualità dei titoli a essa legata è straordinariamente altalenante, con alcuni dei giochi di qualità migliore usciti solo nell'era moderna (Cyber Sleuth, ad esempio, è un valido titolo, seppur lontano dall'essere un capolavoro).
Ora il mondo digitale sta per tornare tra noi, ma non con la continuazione dei Cyber Sleuth, bensì con la serie Digimon Story, sparita dalla circolazione per oltre otto anni. Il nuovo capitolo, chiamato Time Stranger, ha chiaramente avuto uno sviluppo peculiare (culminato nell'abbandono del producer pochi anni fa), eppure è al contempo uno dei titoli più attesi dai fan del marchio, perché il suo lungo ribollire potrebbe aver dato vita a una zuppa ben più saporita del solito. Curiosi di scoprirlo, siamo andati negli uffici milanesi di Bandai Namco per provare una lunga demo del gioco. Ci siamo trovati davanti a un JRPG con del notevole potenziale per quanto riguarda meccaniche e contenuti, ma anche vari difetti, tra cui una formula un po' troppo "classica". Ecco cosa abbiamo scoperto tra una digievoluzione e l'altra.
Sono digiconfuso, però avanzo lo stesso
La trama di Time Stranger vi mette nei panni di un agente dell'organizzazione ADAMAS, apparentemente impegnato nel mantenere l'ordine in caso di eventi "fuori dai ranghi" derivanti dal mondo digitale e dai suoi abitanti. La demo da noi provata era peraltro separata in due parti: il prologo del gioco e una fase più avanzata, entrambe con un bel boss da combattere alla chiusura della sessione.
In verità abbiamo trovato proprio il prologo la più debole delle due parti: introduce degnamente la narrativa, sottolineando con chiarezza come qualcosa di molto strano stia accadendo tra mondo reale e digitale, tuttavia il suo avanzamento ci è parso lento e banale, al punto da ricordare un JRPG dei primi anni duemila. Se non altro, le cose non vengono a noia per un motivo molto semplice: Time Stranger è un JRPG che si basa su un sistema ben più elaborato della media e una fase iniziale rallentata aiuta il giocatore a comprendere il tutto nel migliore dei modi, quindi capiamo la scelta degli sviluppatori, nonostante si sarebbero potuti costruire capitoli iniziali più esaltanti.
Detto ciò, la storia appena citata non sembra malaccio, dato che gira attorno agli Olympus XII e al loro conflitto con i titani; peccato solo che non ci sia stato modo di addentrarsi a fondo nelle vicende principali durante il provato, dato che abbiamo per lo più seguito la storia di un titano "ravveduto" dopo esser stato salvato da un altro Digimon nel mezzo della guerra digitale. Le meccaniche però le abbiamo potute analizzare e ci sono sembrate degne di lode, pur con qualche riserva legata alla gestione del livello di sfida. In primis siamo rimasti sorpresi dalla complessità del sistema di resistenze e dal numero di Digimon, che sembrano una base solida per donare al gioco un po' di sana tattica.
Quanti elementi vuoi? Ne ho a bizzeffe
Il fulcro dell'esperienza è, come prevedibile, la cattura e l'utilizzo dei Digimon: dopo averne scelto uno di partenza vi basterà mazzuolarne un po' della stessa tipologia e potrete poi evocarli, pur con un massimo di quattro membri attivi per volta in squadra e il quarto potenzialmente "ospite". Già perché nella demo da noi testata il quarto Digimon era sì controllabile, ma non sostituibile liberamente, mentre altri compagni controllati dall'IA si sono uniti alla battaglia in base alla fase della storia giocata.
Un numero tale di combattenti durante uno scontro potrebbe sembrare esagerato, ma Time Stranger lo controbilancia con un sistema elementale a dir poco complesso: in pratica i Digimon subiscono più o meno danno in base a una combinazione degli elementi usati con le loro mosse e alla loro tipologia di attributo; se un digimon nemico è debole sia all'elemento che all'attributo arriverete a fargli anche il quadruplo del danno, mentre se resiste a una delle due cose o è neutrale subirà nettamente meno i vostri colpi, cosa che rende pressoché obbligatorio avere una squadra ricca di opzioni e tipi. Gli elementi sono infatti ben 11, le tipologie sette e non ci vuole molto a rendersi conto del numero estremo di combinazioni possibili (seppur il fatto che molti Digimon abbiano debolezze multiple aiuti non poco). Questo ha reso abbastanza dinamico il combattimento della demo, portandoci frequentemente a cambiare le scelte fatte, e a usare non poco le abilità capaci di potenziare il nostro team o il nostro attaccante principale.
Significa che siamo davanti a un JRPG arduo? Beh... no, se vi aspettate uno Shin Megami Tensei in salsa Digimon cascate male: il numero di mostri a vostra disposizione è altissimo e permette di stare tranquilli anche durante boss teoricamente impegnativi. Inoltre, nonostante i nemici abbiano un bel po' di punti vita e spingano a usare il sistema, di rado usano abilità in grado di mettere in seria difficoltà il vostro team. Durante la prova non ci siamo mai sentiti realmente in pericolo e avremmo apprezzato un'IA più aggressiva, se non altro al punto da spingere il giocatore a sperimentare con varie abilità. Certo, va detto che nella prova avevamo un team di tutto rispetto con Digimon ben livellati e molto potenti, però non crediamo sia un risultato difficile da ottenere durante la campagna; non bastasse, il fatto che la squadra si rigeneri appena vi fermate per qualche secondo rende le cose ancor più accessibili.
Avanzando, comunque, le battaglie potrebbero risultare più esaltanti. Il nostro scontro con Sharkmon non è stato affatto male e boss più brutali potrebbero portare il giocatore a usare tutti i suoi strumenti al meglio. D'altronde il gioco offre anche super attacchi chiamati Cross Arts utilizzabili dal vostro agente ADAMAS (sono legati al team usato, e vanno da attacchi ad area a buff vari ed eventuali) e non cambia turno quando usate un oggetto o sostituite un Digimon, proprio per sottolineare la necessità di regolare al meglio le proprie risorse.
Indipendentemente dalle opzioni per il livello di sfida che troveremo nel gioco completo, comunque, ci sarebbe piaciuto un map design un pizzico più elaborato: la seconda fase era un grosso corridoio con un blocco aggirabile uscendo dalla mappa, un espediente visto una miriade di volte nel genere, ed è difficile aspettarsi dungeon incredibilmente originali e complessi se questo è quello che gli sviluppatori hanno scelto di mostrarci. Certo, magari hanno solo voluto trattenere le sorprese, non è ancora il caso di fasciarsi la testa in tal senso.
Non è criticabile invece la varietà dei Digimon stessi. Il gioco ne contiene una miriade e le loro linee evolutive variano in base a condizioni ottenute giocando e alle scelte fatte mentre si parla con loro, poiché i dialoghi ne cambiano la personalità e li indirizzano verso specifiche evoluzioni. Crediamo, sinceramente, che sia ancora questo l'elemento più affascinante e divertente del gioco, e che i fan della serie si sbizzarriranno nel creare team con i loro mostri più amati.
Digimon Story: Time Stranger ci ha lasciato qualche dubbio: da una parte il gioco offre una miriade di Digimon al giocatore e vanta meccaniche ben più elaborate rispetto alla media dei JRPG, che potrebbero svilupparsi in modi molto interessanti; dall'altra ha una struttura vecchiotta da JRPG vecchio stile, che ci è sembrata un po' troppo banale in termini strutturali e di progressione. Sarà interessante vedere quali elementi spiccheranno nel gioco finito, e se i lati positivi faranno passare in secondo piano i difetti notati. Lo speriamo: la serie merita un grande gioco.
CERTEZZE
- Sistema di resistenze complesso e interessante
- Numero enorme di Digimon e gestione interessante delle loro evoluzioni
DUBBI
- Struttura vecchiotta e limitata, che potrebbe venire a noia
- Difficoltà piuttosto bassa nella demo da noi provata