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I 10 giochi più brutti del 2024

Il 2024 è stato un ottimo anno dal punto di vista dei giochi brutti, con alcuni che hanno fatto discutere parecchio per via della loro esistenza stessa.

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   24/12/2024
Tre personaggi di Concord

Siamo arrivati alla fine dell'anno ed è tempo di fare il bilancio del bello e del brutto. Babbo Natale ha pronta la sua sacca speciale piena di carbone da distribuire a quei giochi che hanno deluso le aspettative o che sono risultati essere talmente brutti da meritare un posto in questa top 10. In realtà ce ne erano molti altri di meritevoli, ma uno deve pur fare una selezione, quindi eccoci qua a parlare di fallimenti ludici e non solo, tutti proposti in rigoroso ordine alfabetico. Ma ora bando alle ciance e scopriamo quali sono stati i giochi più brutti del 2024.

Age of Empires Mobile

Quando i fan hanno letto che Tencent avrebbe curato un adattamento mobile della serie Age of Empires hanno subito messo mano agli archibugi. Hanno fatto bene, perché la nostra recensione di Age of Empires Mobile ci dice che il risultato è il solito strategico da smartphone senza alcun mordente e pieno di microtransazioni, di cui è noioso anche solo parlare.

Uno dei personaggi di Age of Empires Mobile, tanto bello quanto sprecato
Uno dei personaggi di Age of Empires Mobile, tanto bello quanto sprecato

In effetti sarebbe quasi meglio mettersi a discutere d'altro, tipo il meteo o il pranzo di Natale, considerando che non ha senso giocarci. Pensate a un qualsiasi problema dei free-to-play moderni e potete essere certi che Age of Empires Mobile ce l'ha. Quindi eccoci con l'ennesimo strategico / city builder concentrato solo sulla crescita delle statistiche, pieno di meccaniche di monetizzazione invasive come quelle gacha, che non offre alcun elemento interessante a livello di gestione della città e delle battaglie, queste ultime boriose e prive di qualsiasi velleità strategica. Insomma, lasciatelo ad ammuffire nei negozi mobile, senza farvi ingannare dall'accesso gratuito.

Concord

Concord è stato il disastro perfetto: una produzione costosissima (tra i 200 e i 400 milioni di dollari, stando a diversi report) per un gioco che nessuno voleva, a parte qualche dirigente di Sony in cerca del live service della vita. Concord era un hero shooter a pagamento lanciato in un mercato già pieno di alternative gratuite decisamente migliori, come Overwatch 2, ambientato in un universo di gioco anonimo e visivamente fiacco, che non ha trovato l'interesse dei giocatori, nemmeno di quelli più fedeli alle esclusive per la loro console del cuore (PlayStation 5, nel caso).

La verità è che a livello di sistemi di gioco non era nemmeno male, visto che i pochi che ci hanno giocato possono confermare che era molto rifinito. La nostra recensione di Concord stessa non ne parla poi così male, ma i presupposti della sua esistenza erano così deboli da aver prodotto delle vendite scarsissime, che hanno portato alla chiusura dei server circa due settimane dopo il lancio. Chissà se qualche dirigente di Sony è andato a seppellire le copie invendute nel deserto, visto che si parla di uno dei più grandi flop del mondo dell'intrattenimento.

Flint: Treasure of Oblivion

La recensione di Flint: Treasure of Oblivion è uscita pochi giorni fa, giusto in tempo per farlo finire in questa infausta classifica. Stiamo parlando di un gioco di ruolo con combattimenti a turni tattici che si è messo in mostra più per l'orrore rappresentato dalla sua interfaccia che per virtù ludiche. È uno di quei titoli che sulla carta poteva essere una valida esperienza, ma che è stato stroncato da delle scelte incomprensibili e da una realizzazione ottusa che lo hanno affossato senza pietà.

I fumetti sono l'unica parte che si salva di Flint: Treasure of Oblivion
I fumetti sono l'unica parte che si salva di Flint: Treasure of Oblivion

Del resto, quando in un gioco si passa più tempo a capire come fare ciò che si è deciso di fare, che a farlo, qualche problema deve sicuramente esserci. Peccato, perché le avventure piratesche del capitano Flint e della sua ciurma potevano essere ben altro, tra situazioni rocambolesche, tesori da cercare e diversi personaggi da gestire. Così, invece, rappresentano soltanto tanto potenziale sprecato. Anzi, peggio, un tesoro sepolto di cui la mappa è andata bruciata.

Funko Fusion

Quando un marchio di giocattoli ha successo è naturale che prima o poi arrivi il videogioco ufficiale a coronarlo. Visto l'amore del pubblico per i giochi LEGO, in preda alla gelosia, i produttori dei Funko Pop!, sostanzialmente dei pupazzetti dalle teste grosse con licenza ufficiale dei più famosi personaggi della cultura popolare contemporanea e non, hanno pensato bene che era arrivata l'ora di dare al mondo un'opera dedicata al loro brand.

Funko Fusion è pieno di citazioni, che da sole non bastano per salvarlo
Funko Fusion è pieno di citazioni, che da sole non bastano per salvarlo

Bella pensata, ragazzi! La recensione di Funko Fusion ci ha messo subito una pietra sopra, parlando di uno sparatutto avventuroso che sbaglia davvero tutto, tra sparatorie incolore e una ripetitività di fondo che affossa l'intera esperienza senza darle alcuno scampo. Non lo salvano quindi i diversi personaggi e la loro simpatia di fondo, che viene vanificata da un gameplay senza mordente, che si dimentica nel momento esatto in cui si decide di disinstallarlo.

Jujutsu Kaisen: Cursed Clash

Evidentemente qualcuno, leggendo il manga o guardando la serie anime di Jujutsu Kaisen, deve aver pensato che era perfetta per trarne un picchiaduro arena dozzinale e senza qualità, realizzato in fretta e furia per inseguirne il successo globale. Ne è nato Jujutsu Kaisen: Cursed Clash, un gioco sbagliato da praticamente ogni punto di vista, tra gameplay semplicistico basato su attacchi mordi e fuggi (mancano tutte le mosse che potrebbero dare vita a un gameplay più strategico, come i contrattacchi), la misteriosa assenza di sequenze animate per raccontare storia e personaggi, e un multiplayer online che andrebbe cancellato dalla memoria collettiva, tanto è frustrante.

Chissà Sakuna che direbbe di Jujutsu Kaisen: Cursed Clash
Chissà Sakuna che direbbe di Jujutsu Kaisen: Cursed Clash

A salvarsi sono soltanto i modelli dei personaggi, ben fatti e ben animati, che però devono combattere su degli scenari blandi e piatti, che non rendono giustizia ai luoghi in cui è ambientata la serie. La speranza è che in futuro l'opera di Gege Akutami venga usata per qualcosa di meglio, sinceramente. La recensione di Jujutsu Kaisen: Cursed Clash ci dice che per adesso c'è questo, ma potete tranquillamente fare finta che non esista.

SNK: All-Star Brawl

Un cross-over tra i personaggi delle serie storiche di SNK di epoca Neo-Geo? Come The King of Fighters, Fatal Fury, Art of Fighting, Samurai Shodown e Metal Slug, per citarne alcune? Sulla carta potrebbe essere un'idea simpatica, ma se ci aggiungiamo il fatto che è per sistemi mobile capirete subito che qualcosa non quadra. Bravi, avete già inteso come è stato sprecato il tutto.

I combattimenti di SNK: All-Star Brawl sono noiosi
I combattimenti di SNK: All-Star Brawl sono noiosi

SNK: All-Star Brawl è il classico gioco per smartphone bello da vedere, ma costruito intorno a un gameplay di una povertà disarmante, che trasforma l'utente in un mero spettatore, cui vengono chiesti soldi in continuazione per trascinarsi fino alla fine. È talmente brutto che a un certo punto viene voglia di pagare per far finire prima lo strazio, tanto non si fa niente durante i combattimenti e il resto della campagna. L'unica cosa che conta è far crescere le statistiche. Peccato che in questo caso siano stati coinvolti dei personaggi storici, che non meritavano di essere associati a una simile porcheria, come abbiamo detto nella recensione di SNK: All-Star Brawl.

Squirrel with a Gun

Uno scoiattolo armato fino ai denti che combatte contro gli esseri umani... cosa può andare storto? Praticamente tutto, visto che è il protagonista di un gioco pensato più per sghignazzare, che come una solida esperienza ludica. Quindi preparatevi alla fiera dei controlli scivolosi, a una telecamera implementata malissimo che fa di tutto per farvi morire, a situazioni disorganizzate che sembrano essere costruite a caso e a un lato sparatutto che, invece di rappresentare un punto di forza, è semplicemente ripetitivo e superficiale e mostra Squirrel with a Gun esattamente per ciò che è: un'idea nata dal successo di un meme, che non ha saputo trasformarsi in un videogioco degno di questo nome.

Ok, Squirrel with a Gun, ci hai strappato un sorriso, ma ora fatti disinstallare
Ok, Squirrel with a Gun, ci hai strappato un sorriso, ma ora fatti disinstallare

In ultima analisi, se vi piace morire a causa dei difetti dei sistemi di gioco, venendo contemporaneamente delusi dalla mancanza di irriverenza, che a suo modo avrebbe dovuto essere il fulcro di tutto, il titolo di Dee Dee Creations fa al caso vostro. Se volete farvi del male c'è anche la recensione di Squirrel with a Gun da leggere, per saperne di più su questo mezzo disastro.

The First Descendant

The First Descendant è uno sparatutto in terza persona tecnicamente all'avanguardia, che ha un enorme problema, quello della ripetitività. Per costruire i personaggi i giocatori sono chiamati a ripetere le missioni decine di volte, così da ottenere il bottino di cui sono alla ricerca. Spesso nemmeno ci riescono, a dirla tutta, a causa delle scarse possibilità di ottenere gli oggetti migliori. Il grinding è così esasperato da trasformare l'esperienza in una specie di lavoro, finendo per rappresentare il peggio di ciò che possa essere un free-to-play di questi tempi.

Uno dei personaggi di The First Descendant che guarda i giocatori mentre grindano come pazzi
Uno dei personaggi di The First Descendant che guarda i giocatori mentre grindano come pazzi

Facile anche notare come tutto sia progettato per spingere il giocatore verso gli acquisti in gioco o per continuare a farlo grindare all'infinito. In realtà la nostra recensione di The First Descendant ci ha detto che ci sono anche altri problemi, come alcuni equilibri completamente sballati (giocato da soli è difficilissimo, con missioni che rasentano quasi l'impossibile, mentre in coop la difficoltà cala drasticamente), dei prezzi altissimi per gli acquisti in gioco e così via. Insomma, ci sono tanti titoli migliori la fuori, anche tra i free-to-play, quindi è meglio se lo lasciate perdere.

Unknown 9: Awakening

Unknown 9: Awakening è un progetto sballato sin dalle sue fondamenta. Il suo problema principale è che vorrebbe essere più di ciò che è, finendo per creare una quantità tale di stonature da risultare indigeribile. A poco è servita la presenza di Anya Chalotra (la Yennefer della serie Netflix di The Witcher) nei panni della protagonista Haroona per risollevare un gioco che non sembra avere molto da dire, tra problemi tecnici, livelli piatti e una struttura sorpassata. Probabilmente, se il team di sviluppo si fosse concentrato su meno elementi e li avesse curati maggiormente, adesso staremmo parlando di qualcos'altro.

Anya Chalotra non ha salvato Unknown 9: Awakening
Anya Chalotra non ha salvato Unknown 9: Awakening

È anche vero che con i sé e con i ma non si fa la storia, quindi ciò che conta davvero è il risultato finale, che nel caso dell'opera di Reflector Entertainment è quello che è: un titolo mediocre che nessuno ha voluto giocare e che probabilmente sarà dimenticato molto velocemente. Un tempo sarebbe finito in qualche cestone venduto a pochi euro. Oggi prenderà soprattutto polvere virtuale. Voi però potete sempre leggere la nostra recensione di Unknown 9: Awakening per avere un altro motivo per ignorarlo.

Until Dawn

Quello di Ballistic Moon rientra in una categoria di brutto tutta sua. La recensione di Until Dawn ci dice che non è un gioco orribile. Anzi, tutt'altro, ma è uno davanti a cui passi il tempo a pensare a cosa serva, visto che l'originale non aveva alcuna necessità di essere rifatto e fa la sua figura ancora oggi, pur girando in retrocompatibilità su PS5. Non sarebbe bastato realizzare una patch di aggiornamento, convertendo il gioco su PC, invece di ricalcarlo da zero? Sembra la classica montagna che ha partorito il topolino.

Until Dawn è sempre Until Dawn, quindi continuate pure a giocare al vecchio
Until Dawn è sempre Until Dawn, quindi continuate pure a giocare al vecchio

Ecco, volendo a essere brutto è questo rimasterizzare tanto per rimasterizzare, provando a rispondere a un'esigenza che nessuno aveva, tanto per lanciare qualcosa sul mercato a prezzo pieno. Se vogliamo qualcosa di simile è successa anche con l'edizione rimasterizzata di Horizon: Zero Dawn, ma è con Until Dawn che questa tendenza deleteria è giunta al suo apice.