Ogni anno ha le sue gioie e le sue pene. Nel 2023 le gioie sono state tante, ma tante sono state anche le pene subite dagli incauti acquirenti di titoli terrificanti, tanto che fino all'uscita di The Day Before, che ha superato tutti con brio all'ultimo rettilineo (è uscito il 7 dicembre), è stato difficilissimo immaginare anche solo di dare il premio a un singolo gioco peggiore dell'anno. Considerate che dall'elenco sottostante sono stati esclusi diverse opere che avrebbero meritato di entrare in questa prestigiosa selezione, come l'action Wanted: Dead, la versione Nintendo Switch di Mortal Kombat 1 o Gargoyles Remastered, perché le posizioni erano tutte occupate. Questo per dire che la scelta era davvero vasta, al punto che avremmo potuto realizzare una top 20. Detto ciò, bando alle ciance e vediamo quali sono a nostro giudizio i dieci giochi più brutti del 2023, quelli da regalare solo a chi volete fare più male.
Bum Simulator
Bum Simulator poteva essere un gioco splendidamente sopra le righe, dotato di un piglio anarchico tale da farlo virare verso il sublime. Invece si è rivelato essere solo un gioco davvero brutto, ambientato in un mondo aperto ripetitivo e privo di vita, dove il senza tetto protagonista si trova coinvolto in una campagna senza senso, in totale contrasto con quello che doveva essere il tema del gioco, almeno sulla carta, ossia la simulazione stessa. A conti fatti, tutto ciò che Bum Simulator ha da offrire sono sorrisi a mezza bocca e un continuo reiterare le stesse scenette, che magari sono divertenti la prima volta, ma che alla centesima diventano stucchevoli. Non è il gioco peggiore dall'anno in assoluto, ma solo perché nel 2023 c'è chi è riuscito a fare di molto peggio. Comunque sia merita di diritto di entrare in questa lista, quantomeno come monito del fatto che tra un'idea e la sua realizzazione può passarci un abisso.
Emoji Kart Racer
Mario Kart 8 Deluxe ha venduto milioni e milioni di copie su Nintendo Switch, ma ormai ha qualche anno sulle spalle. Quindi perché non provare a stargli in scia con un clone? Certo, non abbiamo i personaggi di Nintendo, però possiamo rimediare con le emoji, che qualsiasi fanciullino conosce alla perfezione. Poi mettiamo unicorni e cappelli allegri qua e là per mascherare la mancanza di creatività dei nostri personaggi e delle nostre piste, priviamo il gioco di ogni senso di velocità e ci mettiamo una pista arcobaleno perché sì. Il risultato è Emoji Kart Racer, un titolo piatto e blando che impallidisce di fronte al già citato Mario Kart 8 Deluxe. Se realizzato anche solo discretamente avrebbe potuto avere senso su sistemi diversi da Nintendo Switch, ma qui siamo lontani diversi parsec dal "discretamente", ma anche dal non far addormentare dopo un paio di gare.
Final Fantasy 7 Ever Crisis
"Tanto gacha, poco gioco", così inizia l'introduzione alla nostra recensione di Final Fantasy 7 Ever Crisis, il titolo che doveva celebrare il classico di Square Enix su sistemi mobile, presto anche su PC, ma che è riuscito solo a far venire voglia di tornare a giocare alla versione degli anni '90. Poco riescono a fare i grandi valori produttivi, di cui comunque è dotato, anche perché non è che una torta di fango incartata nella seta prenda immediatamente un buon sapore. Quello che ne è uscito fuori è il classico titolo in cui il sistema di monetizzazione è così ingombrante da prevalere sull'esperienza stessa, che risulta così essere frammentata e poco coinvolgente, anche in virtù del solito sistema di combattimento da GDR mobile in cui praticamente si guarda e basta. Per molti si è trattata di un'occasione sprecata, l'ennesima per tentare di portare un classico alle nuove generazioni che giocano su sistemi mobile, per altri solo la conferma che certi titoli stanno bene dove stanno e non possono essere adattati con successo a meccaniche e sistemi di gioco che non gli sono propri.
Flashback 2
Flashback 2 è il gioco che nessuno aveva chiesto, ma di cui tutti sono stati felici di apprendere l'esistenza, almeno finché non lo hanno provato. Pur essendo strutturalmente molto semplice, non è riuscito non solo a catturare lo spirito dell'originale, ma neanche a essere un'esperienza quantomeno passabile. Giocandoci invece ci si ritrova alle prese con un prodotto poco rifinito, in cui anche mirare e sparare con un sistema da twin stick shooter può rivelarsi una complicazione eccessiva. Qualcuno poi deve aver pensato che inserire dei combattimenti tra mech stile picchiaduro a incontri doveva essere una grande idea, peccato che siano stati realizzati così male da far rimpiangere Dangerous Streets. Occupano una parte minima del gameplay, ma possono causare notti insonni lo stesso. Insomma, se riprendere delle serie storiche deve significare maltrattarle in questo modo, forse è meglio dimenticarsele.
Skull Island: Rise of Kong
Nella Divina Commedia, Dante mise i bestemmiatori nel terzo girone del settimo cerchio. La loro condanna era quella di stare sdraiati nella sabbia infuocata. Pare però che dopo la pubblicazione di Skull Island: Rise of Kong il girone si sia riempito al punto da non riuscire più a ospitare nessuno, tanto che molti dei nuovi arrivati sono stati ospitati dai sodomiti, che vengono puniti lì vicino. La verità è che il titolo di IguanaBee con protagonista il re degli scimmioni appare semplicemente realizzato in fretta e furia per essere lanciato sul mercato in una forma che ricordi in qualche modo un videogioco. Il teoricamente maestoso gorilla appare come una melassa mal animata che in movimento suscita più di qualche sorriso, peccato che non dovrebbe farlo. A far scrosciare le risate è però il sistema di combattimento, basato sulla pressione ripetuta di un tasto... ossia, si ride almeno finché non ci si ricorda di aver speso 40€ per avere il privilegio di installare questa roba. È quello il momento in cui si finisce dritti all'inferno.
Testament: The Order of High Human
Aran è il re immortale del regno di Tessara. Suo fratello Avra lo ha tradito e il nostro si risveglia nelle mani di tal Padre Natura. Potrebbe essere l'inizio della sigla di una nuova stagione dei Puffi, invece è solo l'antefatto di uno sparatutto GDR fantasy brutto come il risveglio nell'orizzonte degli eventi di un buco nero supermassiccio. Da dove cominciare per parlarne male? Dal sistema di combattimento povero e scivolosissimo? Dai nemici dotati di un'intelligenza artificiale da concerto trap? Dai boss che sono semplicemente delle spugne con degli schemi d'attacco risibili? Dai livelli progettati da un bambino di quattro anni caduto di testa sul Didò? Dal sistema stealth sottosviluppato? Dai combattimenti di massa eccitanti come una partita a The Day Before (di cui parleremo poi)? Molti speravano in un nuovo Heretic, ma ci siamo ritrovati a giocare a un titolo evidentemente fin troppo ambizioso per le possibilità del team di sviluppo, che non è riuscito ad approfondire alcun sistema di gioco, lasciando tutto in superficie. Fortuna che si può disinstallare, l'unica grande magia che viene voglia di lanciare dopo qualche ora in compagnia del re immortale.
The Lord of the Rings: Gollum
The Lord of the Rings: Gollum è un titolo davvero sfortunato: poteva davvero ambire a essere il gioco più brutto del 2023, ma poi è stato superato inesorabilmente da altre uscite, non riuscendo quindi a fare sua nemmeno questa onorificenza. L'idea di dedicare un intero videogioco a Gollum non era malvagia in sé per sé, ma all'arrivo sul mercato è diventato evidente come Daedalic, il team di sviluppo, non avesse le conoscenze e le risorse necessarie per realizzare un action stealth di tale portata. Non potendo far indossare il suo tesssoro a Gollum per farlo sparire con l'intero gioco, il progetto è andato avanti e, infine, si è rivelato per quello che è: malfatto e incompleto, con talmente tanti problemi nel gameplay che dopo averci giocato per qualche ora, Sauron si è convinto a gettare da solo l'Unico anello nel Monte Fato, desideroso di mettere fine alle sue pene. Insomma, Gollum non è piaciuto quasi a nessuno, ma ha fatto anche delle cose buone. Peccato che abbia segnato la fine di Daedalic, studio che ci aveva donato delle splendide avventure punta e clicca.
The Settlers: New Allies
Fino alla lettura di questo articolo, chi di voi si ricordava che nel 2023 è uscito anche The Settlers: New Allies? Immaginiamo gran pochi, considerando che giace praticamente dimenticato, dai giocatori e da Ubisoft stessa. In effetti perché qualcuno dovrebbe conservare la memoria di un progetto così sbagliato? Molti speravano che con questo capitolo la serie Settlers subisse la sorte toccata alla serie Anno, con quest'ultima che, con Anno 1800, è riuscita a rinnovarsi e ampliarsi, pur senza snaturarsi. The Settlers: New Allies, invece, fa l'esatto opposto, fondandosi su di una struttura fragile e ripetitiva e prendendo a piene mani meccaniche da alcuni giochi online, che rendono però il gameplay povero e noioso. Probabilmente nelle intenzioni di Ubisoft avrebbe dovuto sopravvivere per anni e anni, supportato con contenuti sempre nuovi, ma la risposta del pubblico lo ha trasformato in un gioco praticamente morto, di cui si ricordano con rammarico solo gli sviluppatori.
The Walking Dead: Destinies
Già non sei troppo allegro perché devi vivere in un mondo pieno di zombi , figurarsi se gli stessi sono pure di scarsissima qualità come quelli di The Walking Dead: Destinies. GameMill Entertainment, che ci tiene moltissimo a figurare in questo elenco dei giochi peggiori dell'anno, ce ne ha piazzati addirittura due (l'altro è Skull Island). Cos'ha Destinies che non va? Un po' tutto, in realtà, dalle animazioni legnose, ai volti da meme, passando per delle meccaniche di combattimento che fanno rimpiangere qualsiasi cosa, anche le ragadi. Naturalmente non mancano i classici del genere, ossia bug e crolli di performance vari. Come per il gioco dello scimmione, anche The Walking Dead: Destinies sembra essere stato frutto della fretta di lanciare qualcosa sul mercato. Mettiamoci anche che ormai la licenza non è più forte come un tempo e il gioco brutto è fatto. La sua unica ancora di salvezza è in realtà The Day Before, che quantomeno non lo ha fatto diventare il gioco di zombi più brutto dell'anno.
The Day Before
Nonostante la galleria degli orrori di cui avete potuto leggere in questa pagina, il 2023 ha sicuramente il suo gioco peggiore in assoluto, ossia The Day Before. Uscito solo in accesso anticipato su Steam, chiuso dopo quattro giorni dal lancio, il titolo di FNTASTIC si è rivelato essere un disastro da qualsiasi punto di vista lo si è provato a guardare: quello realizzativo, quello comunicativo e quello lavorativo, considerando come la compagnia ha trattato chi lo ha sviluppato, licenziando tutti dalla mattina alla sera senza alcun preavviso. Semplicemente era un progetto troppo ambizioso rispetto alle possibilità del team, colpevole di averlo pubblicizzato con dei trailer falsi particolarmente invitanti, che hanno fatto salire l'attesa alle stelle.
Doveva essere un MMO, ma è uscito fuori un extraction shooter, doveva offrire un mondo ricco di interazione, ma i giocatori si sono ritrovati in un deserto pieno di zombi sciocchi e poco divertenti da abbattere. Va detto che in questo caso molti giocatori sono stati complici del disastro, andando ad acquistare in massa sulla fiducia qualcosa di cui si sentiva l'odore di cadavere lontano un miglio, e non per la presenza degli zombi. Alla fine, comunque, The Day Before è stato tolto dalla vendita e tutti sono stati rimborsati. Purtroppo non sappiamo dirvi se si tratta di una storia a lieto fine o no, visto come sono andate le cose.