Ogni volta che un nuovo videogioco assimilabile alla deriva "arena fighter" si presenta sul mercato c'è un'antica discussione che si riaccende all'improvviso: è possibile che opere di questo genere, solitamente pensate come grandi tributi all'immaginario dei manga "battle shonen", possano nascondere un lato competitivo capace di far presa sul pubblico internazionale? Se da una parte è capitato molto di rado di vedere questi combattimenti in ambiente tridimensionale sui palchi delle principali manifestazioni dedicate ai picchiaduro, dall'altra non significa che non siano esistite - e soprattutto che non si stiano preparando a esplodere di nuovo - delle correnti sotterranee volenterose di spingerli oltre il limite consentito.
È, infatti, proprio quello che era accaduto nel caso di Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 3, predecessore spirituale dell'ultimo capitolo ma soprattutto teatro dell'emersione di una profondissima scena competitiva che nell'arco di diversi lustri ha trasceso il confine di PlayStation 2, formando tantissimi appassionati che ora sono più che mai determinati a conquistare il grande palcoscenico mondiale.
Oggi, quindi, faremo un tuffo nella storia del sottobosco competitivo di Budokai Tenkaichi, cercando di capire se Dragon Ball Sparking Zero! può raccogliere il testimone del suo predecessore e proiettarlo verso nuove vette.
Una scena competitiva... atipica
La maggior parte degli appassionati ha conservato dei ricordi piuttosto chiari della saga Budokai Tenkaichi: si trattava di un immenso scatolone pensato per mettere al centro del palcoscenico il numero più elevato possibile di combattenti provenienti dalla saga di Dragon Ball, una specie di calderone votato al gioco spensierato e capace di sottrarre dozzine di ore del tempo libero per dedicarle a battaglie con gli amici nelle quali, semplicemente, divertirsi.
Com'è possibile, allora, che da fondamenta del genere sia emersa una costola competitiva? Com'è possibile che un titolo nel quale convivono Gogeta Super Saiyan di Quarto Livello e la Squadra Ginew possa offrire un'esperienza bilanciata? Di primo acchito verrebbe da pensare che gli utenti abbiano ideato delle sovrastrutture, per esempio mettendo al bando alcuni personaggi: la realtà è che nei tornei di Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 3 si poteva utilizzare qualsiasi personaggio si volesse.
La serie di Bandai Namco ha sempre avuto un approccio molto particolare al gameplay, sfoggiando tratti che sono riemersi anche in Sparking! Zero: i personaggi del cast mettono sul piatto set di mosse completamente diversi, attacchi speciali unici, addirittura pool di punti vita differenti, e questo è stato spesso considerato come uno dei limiti della produzione sul fronte della strutturazione di un apparato torneistico. In realtà, queste caratteristiche hanno finito per creare inaspettati strati di profondità che hanno finito per stravolgere totalmente anche la percezione dei protagonisti.
Quanti attacchi sferra un PG al termine dell'assalto in scatto? Le onde energetiche che scaglia hanno la capacità di tracciare il nemico? Quali colpi lo mantengono stordito il tanto che basta per seguire con una combinazione o una mossa speciale?
Nel corso degli anni, nel caso di Budokai Tenkaichi 3, tutte queste piccolissime sfumature si sono mosse in concerto fino a creare un meta-gioco nel quale, per esempio, Cell, Gohan, l'Androide 17, ma anche Broly e Trunks si sono dimostrati spesso molto più efficaci di una forza apparentemente inarrestabile come Gogeta, che sul grezzo piano statistico avrebbe dovuto annichilire la concorrenza, proprio in ragione delle dozzine di minute interazioni fra i diversi gameplay.
L'evoluzione di Budokai Tenkaichi si può paragonare per certi versi a quella di altri fighting game dall'anima sandbox, come per esempio Super Smash Bros Melee, ovvero opere in cui è stata la lenta e costante scoperta di meccaniche e interazioni nascoste a delineare le strategie competitive. Pian piano, i giocatori hanno sviscerato le centinaia di variabili che costituiscono l'esperienza, scoprendo per esempio l'efficacia del movimento verticale, la capacità di cancellare gli scatti e dar vita ai cosiddetti "dash cancel", la possibilità di estendere le combo oltre il limite, i metodi corretti per punire le barriere, nonché dozzine di altre interazioni che hanno tracciato le regole di una sorta di gioco oltre il gioco stesso che si è fatto largo in enormi comunità sotterranee.
L'avvento di Dragon Ball Sparking! Zero
Anche se Dragon Ball Sparking! Zero ha mantenuto intatto il desiderio di Bandai Namco e Spike Chunsoft di presentarsi come una grande festa dedicata al franchise che chiunque può vivere in maniera spensierata, sono stati introdotti anche diversi accorgimenti volti a regalargli un'insolita lunga vita che virano nella direzione di un'esperienza maggiormente bilanciata e controllata.
Ovviamente la più grande novità sul fronte dell'intero franchise risiede nelle modalità online - che nel caso dell'ultima istanza era disponibile esclusivamente per la versione Wii - e nella nuova modalità classificata, un binomio che mai aveva fatto parte della serie Budokai e che rischia seriamente di cambiare il destino di questo progetto: ora non resta che scoprire quanto riusciranno ad ampliarne effettivamente i confini.
Il secondo grande cambiamento, strettamente connesso al primo, sta in un approccio rinnovato al bilanciamento e soprattutto nell'individuazione di un regolamento che, almeno gli sviluppatori, reputano competitivamente soddisfacente: sfruttando nelle partite classificate in modalità Battaglia PD il totale di quindici Punti Distruzione a disposizione è possibile costruire la propria squadra di combattenti senza eccedere tale limite, il che ha permesso a Spike Chunsoft di rappresentare le diseguaglianze di potenza tipiche di Dragon Ball senza compromettere l'equilibrio dell'esperienza competitiva.
Probabilmente si tratta dell'unica soluzione possibile per mantenere intatta l'integrità del gameplay, tuttavia sarà necessario un po' di tempo per comprenderne l'efficacia, perché l'effetto Budokai Tenkaichi 3 è sempre dietro l'angolo: nessuno, al momento del lancio, avrebbe potuto prevedere che un contendente come C17 sarebbe emerso fra i guerrieri più temibili in assoluto, e qualcosa di molto simile sta già accadendo sul fronte delle partite classificate. Tuttavia, a questo proposito, sono tantissimi gli elementi ad aver modificato il fronte del gameplay, pertanto tocca analizzare da una prospettiva completamente diversa l'approccio degli sviluppatori al gameplay.
Sparking! Zero diventerà un gioco competitivo?
Sono stati numerosi i cambiamenti apportati da Spike Chunsoft alla tradizionale formula di Budokai Tenkaichi, e la maggior parte sono stati rivolti alla costruzione di un nuovo sistema di bilanciamento dei combattimenti volto a ridurre molte delle disuguaglianze dei titoli passati e a cambiare l'efficacia delle tecniche più abusate, come per esempio la velocità del movimento verticale. Dragon Ball: Sparking! Zero ha optato per un sistema carta-forbice-sasso che si basa sulla scelta di una risposta precisa per ogni situazione e nella quale a fare la differenza sono tempismo e prontezza di riflessi.
La parata semplice (R1) batte le combo frontali (☐), assorbe la maggior parte degli attacchi Ki, ma perde contro i colpi caricati direzionati (per esempio giù+∆ premuto) - a meno che non sia a sua volta direzionata verso l'alto o verso il basso - e le prese (R1+☐). La percezione (◯) consente di eseguire contrattacchi ma soffre anch'essa le prese, le prese dal canto loro possono essere schivate lateralmente, allo stesso modo in cui caricando il Ki (R2) si accede alle tecniche avanzate ma ci si espone a qualsiasi attacco energetico (∆) e soprattutto al fortissimo Slancio Dirompente Z (R2+X+X) con il quale l'avversario può portarsi alle spalle del nostro personaggio, in modo tale da impedirgli l'ingresso nella temibile modalità Sparking.
Accanto a questa semplicissima filosofia di design sono sopravvissute molte delle meccaniche basate sul tempismo, fra cui quello Z Counter che negli anni è diventato un simbolo stesso dell'esperienza Budokai Tenkaichi: la pressione del dorsale destro con il tempismo giusto, infatti, è legata a una pletora di varianti della schivata con immagine residua tipica dei Guerrieri Z, alle quali si affianca, per esempio, un attacco dirompente (mantenendo premuto ☐) che può anch'esso essere eseguito con tempismo perfetto, aprendo spiragli d'esecuzione "frame perfect" e strati di gioco legati alla prontezza di riflessi, che arrivano a brillare nella forma del Super Counter (☐ + la direzione dell'avversario), l'unico metodo affidabile per contrattaccare un assalto alle spalle del personaggio.
Emergeranno ancora una volta meccaniche inaspettate, per esempio personaggi capaci di effettuare multiple intrusioni ed estendere le combo oltre il limite consentito? Tutto questo basta per gettare le fondamenta di un reale ecosistema competitivo? La platea del pubblico si spacca inevitabilmente quando si parla di competizione nel campo degli "arena fighter" tridimensionali: storicamente è successo che alcune varianti riuscissero ad apparire sui palchi dell'esport internazionale, come per esempio la Gundam vs Series edita proprio da Bandai Namco che in Giappone può vantare una scena estremamente attiva, cosa che nel passato recente è accaduta anche nel caso di Kill la Kill IF di Arc System Works.
Il nocciolo della questione risiede proprio nella varietà: Dragon Ball: Sparking! Zero porta in scena un totale di 182 personaggi, ciascuno dotato di marcate differenze nelle combo, nel modo in cui esse interagiscono con il nemico, così come nell'intero kit di abilità, delineando un'esagerata mole di sottigliezze che, per esempio, potrebbero portare personaggi sottostimati come Yajirobei o Videl a primeggiare in battaglia, cosa che sta accadendo proprio in questi primi giorni di vita del titolo e che già era accaduta nella scena sotterranea di Budokai Tenkaichi. La chiave di volta risiede nelle scelte degli sviluppatori, che dovranno scegliere se intervenire in merito a meccaniche dirompenti come l'Immagine Residua (la schivata automatica di cui sono dotati, per esempio, Muten e Crilin) che sta dominando le partite classificate.
Bilanciamento: è questo il concetto che è stato croce e delizia del genere e del marchio di Bandai Namco, perché il divario nel livello di potere fra i protagonisti è un concetto chiave dell'intero universo di Dragon Ball, ma in un'opera dalle meccaniche imprevedibili come Sparking! Zero potrebbe mandare in tilt anche gli Scouter più avanzati. La modalità competitiva c'è e il pubblico ha voglia di competere: mentre le guide avanzate si stanno accumulando su YouTube, i canali Discord che organizzano tornei contano già decine di migliaia di membri attivi.
Il futuro di Dragon Ball Sparking! Zero
Sono diverse le derive inaspettate che hanno caratterizzato l'eredità di Budokai Tenkaichi: nel corso degli anni, per esempio, si è formata anche una scena legata alle speedrun che - anche dalle parti della comunità italiana - ha tentato costantemente di spingere al limite l'esperienza di gameplay fino a portare gli utenti, nel caso del terzo capitolo, a completare l'interezza del gioco nell'arco di meno di un'ora. A questo proposito, le celebri classifiche di speedrun.com apriranno i cancelli di Sparking! Zero fra pochissimi giorni, preparandosi ad accogliere una nuova generazione di record del mondo.
Per quanto riguarda il fronte competitivo, al momento esiste una sola ed estremamente rassicurante certezza: mai, nella storia degli "arena fighter" e dei videogiochi legati al sottobosco manga-anime, era capitato di trovarsi al cospetto di un fenomeno della portata di Dragon Ball: Sparking! Zero. In tutti gli angoli del pianeta, specialmente nelle regioni sorrette da comunità storiche come l'Europa meridionale e il Sudamerica, ci sono persone di tutte le età pronte a rivivere emozioni che mancavano ormai da diciassette anni dal mondo dei videogiochi: se, una volta, l'obiettivo era quello di sconfiggere i propri amici sgomitando sul divano, ora la competizione sarà in grado di unire il mondo intero.