118

Intelligenza artificiale: quale futuro nei videogiochi?

Cerchiamo di capire come potranno essere adottate le nuove intelligenze artificiali in ambito videoludico e perché non si possa fare niente per fermarle.

Intelligenza artificiale: quale futuro nei videogiochi?
SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   05/01/2024

Nel corso del 2023 c'è stata una vera e propria guerra combattuta tra attori, attori e grandi multinazionali dell'industria dell'intrattenimento. Il nodo principale del contendere è stato l'uso delle intelligenze artificiali generative per copiare la voce, le fattezze e i movimenti degli attori, così che fossero utilizzabili al di là della presenza e del consenso degli stessi. Gli attori hanno ottenuto molte concessioni, ma solo dopo aver messo in ginocchio molte produzioni. Si tratta solo della prima di molte battaglie avviate contro queste nuove tecnologie, che per alcuni rappresentano un'enorme minaccia in ambito creativo. La stessa industria dei videogiochi è in subbuglio per la loro venuta. Cerchiamo quindi di capire cosa sono e cosa possono determinare nell'ambito dello sviluppo dei videogiochi. Apriranno davvero delle nuove possibilità, o rappresenteranno un ulteriore fattore di appiattimento dell'offerta? Insomma, qual è il futuro dei videogiochi nell'epoca delle intelligenze artificiali generative?

L'IA generativa in breve

Gli algoritmi delle intelligenze artificiali sono basati sulla statistica
Gli algoritmi delle intelligenze artificiali sono basati sulla statistica

Prima di cominciare, cerchiamo di chiarire cosa si intende per "intelligenza artificiale generativa". È praticamente dalla nascita dell'informatica che ingegneri e scienziati scrivono algoritmi e sistemi che consentano alle macchine di imitare i comportamenti umani, ossia di eseguire in modo efficace quei lavori che richiedono l'utilizzo dell'intelligenza. Nel caso la parola chiave è "imitare", perché per quanto i vari ChatGPT, Stable Diffusion o Midjourney siano convincenti, non sono dotati di alcuna forma di intelligenza vera e propria. Più propriamente sono dei sistemi mossi da algoritmi estremamente complessi basati sulla scienza statistica, capaci di imparare partendo da enormi dataset, ossia mucchi di dati che gli vengono dati in pasto, riproducendo un linguaggio simile a quello degli esseri umani o immagini estremamente dettagliate e realistiche, per fare due esempi.

La questione è molto più complessa di così, ma l'importante è capire che i modelli che muovono i vari bot per la produzione di testi, video, immagini e suoni non presentano nessuna vera forma di intelligenza, ossia non "ragionano" in senso stretto e non concepiscono concetti. Più propriamente si limitano a fornire gli output statisticamente più probabili agli input degli utenti, in base ai dati con i quali sono state addestrate.

Segnali inequivocabili

Microsoft è in prima linea nello sviluppo e nell'uso delle intelligenze artificiali generative
Microsoft è in prima linea nello sviluppo e nell'uso delle intelligenze artificiali generative

Intorno alle intelligenze artificiali generative è nato un immenso dibattito riguardante l'uso dei dati fatto dalle multinazionali del settore, ossia di come spesso le IA siano state addestrate partendo da materiale coperto da copyright. Recentemente è emerso, nell'ambito delle varie cause legali per violazione del diritto d'autore che si sono aperte in tutto il mondo, che in realtà dietro ai vari modelli c'è una vera e propria curatela umana, mirata a far copiare alle IA stili e artisti più remunerativi, i cui dati hanno un peso enorme all'interno dei dataset, diverso da quello delle opere generiche, così da ottenere un migliore piazzamento sul mercato. Si tratta ovviamente di questioni enormi, che andranno a plasmare uno dei business che ha registrato la maggiore crescita negli ultimi anni, nonché una delle più veloci di sempre, alimentando il sogno di poter sostituire con le macchine molti lavoratori umani in ogni possibile ambito, con relativo risparmio per le aziende.

Naturalmente il mondo dei videogiochi non è rimasto insensibile alle intelligenze artificiali generative, considerando anche le affinità elettive che ci sono tra i due settori, anche se per ora gli studi di sviluppo si sono mostrati molto cauti sul loro utilizzo, per via delle reazioni non particolarmente favorevoli da parte del pubblico.

Ubisoft sta già usando strumenti basati sull'intelligenza artificiale
Ubisoft sta già usando strumenti basati sull'intelligenza artificiale

Comunque sia i segnali della loro adozione ci sono e, come vedremo, sono molto forti. Ad esempio, quando Tim Stuart, il CFO di Xbox, parla di un futuro in cui le IA tradurranno i giochi in diverse lingue, non sta predicendo semplicemente il futuro: "Dal lato sviluppo, si deve riflettere sui milioni e milioni di dollari spesi in un gioco per la localizzazione, la sceneggiatura, su come si pensa ai giocatori che si spostano dal punto A al punto B e sui dialoghi dei personaggi non giocanti. L'intelligenza artificiale può prendersi cura di tutto". Il suo discorso può essere considerato più propriamente un "business plan", visto che Microsoft, che come saprete possiede Xbox, è una delle aziende che più sta investendo nello sviluppo delle nuove intelligenze artificiali generative, tanto da aver fatto in modo di prendere il controllo sostanziale di OpenAI, la più grande compagnia del settore, e da essere stata la prima a integrarle nei suoi software. Da questo punto di vista la strada sempre essere tracciata e le realtà che si stanno muovendo in questa direzione sono numerosissime. Pensiamo ad esempio a Unity, che ha annunciato moltissime integrazioni con l'IA, sotto la suite Unity Muse, nella prossima versione del suo motore, la sesta, in arrivo nel 2024.

I PNG di GTA 6 potrebbero parlare usando le IA generative
I PNG di GTA 6 potrebbero parlare usando le IA generative

La frase marketing che viene adottata in questi casi è sempre la stessa: dare agli sviluppatori più strumenti per esprimere la loro creatività, che possiamo tradurre in "far risparmiare soldi alle aziende" limitando le assunzioni. Del resto i primi utilizzi accertati di IA generative in ambito videoludico hanno sottolineato proprio questo aspetto come fondamentale. Ad esempio Eugene Kitkin, il capo dello studio di sviluppo Lost Lore, ha spiegato di aver risparmiato 70.000 dollari usando Midjourney per realizzare alcuni artwork del gioco mobile Bearverse: "Una sola persona capace con i prompt dell'IA, può produrre immagini di oggetti, l'inventario, icone e altri elementi. Prendiamo ad esempio Bearverse: Vlad Martyniuk, il nostro art director, ha impiegato meno di una settimana a creare e rifinire il design di 17 personaggi, oltre a vari elementi dell'interfaccia utente. Prima? La creazione di un personaggio richiedeva almeno 16 ore, ossia due giornate di lavoro piene. O 34 giornate di lavoro piene per le concept art dei diciassette personaggi. E il processo avrebbe richiesto l'impiego di diversi specialisti. Di base, dopo aver studiato i numeri, siamo arrivati alla conclusione che usare l'IA riduce i costi di 10-15 volte, con risultati comunque comparabili."

L'eccitazione dei colletti bianchi

I colletti bianchi sono eccitatissimi per la riduzione dei costi dovuto all'uso di intelligenze artificiali generative
I colletti bianchi sono eccitatissimi per la riduzione dei costi dovuto all'uso di intelligenze artificiali generative

In particolare in ambito mobile l'uso delle IA generative è ormai acclarato, con gli artisti che lamentano una diminuzione enorme delle offerte lavorative e con queste ultime che spesso richiedono solo di andare a correggere immagini generate dall'IA e non più di produrne di nuove. Del resto tutte le grandi compagnie si sono dette entusiaste delle nuove tecnologie e, di conseguenza, ci stanno investendo sopra grandi quantità di denaro. Strauss Zelnick, il CEO di Take-Two, ha parlato di usarle per i personaggi non giocanti di GTA 6: "Sei un personaggio giocabile e stai interagendo con un personaggio non giocante. Attualmente quell'interazione è programmata e di solito i personaggi non giocanti non sono molto interessanti. Potete immaginare che tutti i PNG diventino interessanti e divertenti (con l'uso dell'IA)." Ubisoft sta già usando da tempo Ghostwriter, uno strumento creato da Ubisoft La Forge, pensato per scrivere i dialoghi dei PNG generici. Anche Sony sta investendo nel campo, con Sony AI, che, secondo Shuhei Yoshida, attualmente Head of PlayStation Indies, darà un grande contributo ai giochi di PlayStation: "Sony AI ha iniziato una collaborazione con PlayStation che renderà le esperienze di gioco ancora più ricche e più coinvolgenti.

Anche Sony sta investendo nel settore IA
Anche Sony sta investendo nel settore IA

Sfruttando il reinforcement learning, stiamo sviluppando Agenti IA che possano rappresentare avversari o partner nei giochi". Le prospettive di utilizzo dell'IA nello sviluppo di videogiochi sono così fondate, che per Electronic Arts la regolamentazione del settore rappresenta uno dei rischi maggiori da affrontare in futuro. Ultima, in ordine di tempo, ad aver dichiarato il suo amore per le intelligenze artificiali generative è stata Square Enix, che nella tradizionale lettera per il nuovo anno scritta dal presidente Takashi Kiryu ha parlato di un uso aggressivo delle nuove tecnologie, per cui vede "un potenziale non solo per quanto riguarda la possibilità di dare nuova forma alle nostre creazioni, ma anche per quanto riguarda il fatto di cambiare i processi attraverso i quali noi creiamo, inclusa la programmazione". L'obiettivo a breve termine è migliorare la produttività, mentre "Nel lungo termine, speriamo di poter sfruttare queste nuove tecnologie per creare nuove forme di contenuti per gli utenti, perché crediamo che l'innovazione tecnologica rappresenti anche nuove opportunità di business".

Videogiochi cuciti intorno agli utenti

I nuovi giochi saranno cuciti addosso agli utenti
I nuovi giochi saranno cuciti addosso agli utenti

Per adesso gli effetti dell'uso delle intelligenze artificiali non sono stati marcatissimi per il mercato videoludico, ma in futuro la situazione è destinata a cambiare, con l'arrivo di nuovi strumenti dedicati e una maggiore accettazione da parte degli utenti. Ad esempio è noto come Google stia sviluppando un sistema per far testare i giochi all'intelligenza artificiale, che potrebbe andare a smantellare una delle voci di costo più alte degli editori, con relativa perdita di migliaia di posti di lavoro.

In realtà l'uso delle IA è destinato a diventare più profondo, andando a incidere sul modo stesso di sviluppare i videogiochi, come spiegato da Julian Togelius, uno dei fondatori di modl.ai. Se avete letto fino a qui, vi sarete resi conto che finora le grandi compagnie si sono espresse pubblicamente solo sugli aspetti più superficiali che saranno toccati dalle nuove tecnologie, ma ce ne sono di sotterranei e più importanti che però faticano a emergere nel dibattito pubblico perché meno vendibili. Stando a Togelius, ad esempio, le IA potranno essere usate per elaborare i dati degli utenti, quelli che vengono regolarmente raccolti dai giochi online, per creare dei modelli computazionali sempre più precisi basati sul singolo giocatore, in modo tale da cucirgli l'esperienza di gioco addosso e, magari, da spingerlo a spendere più soldi all'interno di un titolo.

Le IA saranno usate per studiare i dati degli utenti
Le IA saranno usate per studiare i dati degli utenti

Va detto che lo studio dei comportamenti dei giocatori esiste praticamente da sempre in ambito videoludico, ma con le IA e con l'immensa quantità di dati prodotti dai giochi moderni, raggiungerà un livello inimmaginabile: "Potremmo imparare a predire quale sarà l'esperienza del giocatore in base al suo stile di gioco, o capire se trova divertente un determinato livello, o se considera intrigante interagire con un certo personaggio", ha spiegato Togelius, che ha poi cercato di chiarire maggiormente il quadro della situazione: "Sarà possibile creare modelli di un giocatore basati su più giochi, così che i proprietari delle piattaforme e gli editori con più giochi abbiano l'opportunità unica di apprendere moltissimo sui loro giocatori e usare i modelli per fare previsioni in giochi non ancora lanciati.

Le IA toglieranno spazio alla creatività?
Le IA toglieranno spazio alla creatività?

Questi modelli potranno aiutare a migliorare i giochi adattandoli a ciascun giocatore". Togelius fa quindi l'esempio dei giochi sportivi, che già tentano di adattare il loro livello di difficoltà in base all'abilità del giocatore, ma che con le nuove tecnologie faranno un ulteriore salto in avanti, con gli sviluppatori che non solo potranno selezionare contenuti in base all'abilità, ma anche in base a ciò che piace di più, offrendo al singolo una sfida adeguata e mai soverchiante, tenendolo così in gioco più a lungo. "Con abbastanza dati e l'uso del machine learning saremo in grado di dire non solo cosa piace al giocatore ora, ma anche cosa gli piacerà in futuro". Togelius illustra quindi gli altri ambiti in cui i giochi saranno rivoluzionati. Ad esempio pensate a tutti quei titoli con contenuti procedurali: in futuro i motori potranno non solo combinare in modo casuale gli elementi di gioco, ma anche creare nuovi contenuti per arricchirli e renderli sempre diversi, cucendoli anche in questo caso addosso al singolo giocatore.

Conclusioni

L'adozione delle IA potrebbe far perdere molti posti di lavoro
L'adozione delle IA potrebbe far perdere molti posti di lavoro

Insomma, l'idea generale è che l'uso di intelligenze artificiali si diffonderà a macchia d'olio nel mondo dei videogiochi, per il semplice fatto che è troppo conveniente le aziende. Inoltre è una di quelle tecnologie che non ha necessariamente bisogno dell'approvazione del grande pubblico per affermarsi (come ad esempio i fallimentari NFT), perché può essere adottata dietro le quinte e sfruttata senza che il fruitore finale ne abbia alcuna contezza (cosa che in realtà avviene per la maggior parte delle tecnologie, ma sorvoliamo). Il fatto che alcuni dei più grossi attori del mercato abbiano cantato le magnifiche sorti e progressive dell'uso delle IA, fa capire come non si stia parlando di una possibilità, ma di una certezza. Si sono espressi pubblicamente non tanto per avvertire il pubblico di cosa sta per arrivare, ma per rassicurare gli investitori che sono pronti a saltare sul carro, qualsiasi sia il costo umano. La macchina si sta già muovendo, insomma, e attualmente non c'è modo di frenarla, se non con una profonda regolamentazione del settore che vada a tutelare i diritti, in particolare quelli dei creativi, come ad esempio l'accordo raggiunto tra editori e sindacati degli attori per l'uso delle IA nel doppiaggio di cui parlavamo in apertura. In questo senso tutto è in divenire e non è nemmeno molto semplice comprendere tutti i settori che potrebbero essere toccati dalle intelligenze artificiali. Mai come in questo caso, il futuro ci sembra allo stesso tempo segnato quanto nebuloso, con effetti la cui portata possiamo solo immaginare.