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Lies of P: abbiamo provato una sostanziosa demo dell'atteso soulslike di Round8 e Neowiz

Dopo averci impressionato con la sua notevole direzione artistica, Lies of P ora è arrivato tra le nostre manine sotto forma di demo: ecco cosa abbiamo scoperto.

Lies of P: abbiamo provato una sostanziosa demo dell'atteso soulslike di Round8 e Neowiz
PROVATO di Aligi Comandini   —   08/06/2023

C'è già stato modo di discuterne in passato, ma il fatto che nell'ormai popolarissimo genere dei soulslike nessuno sia stato in grado realmente di superare FromSoftware non dovrebbe stupire più nessuno. Per quanto l'esplosione di questi giochi abbia, infatti, portato un'infinità di emuli a percorrere la strada tracciata da Miyazaki - e in alcuni rari casi anche a deviarne in modo interessante - risulta seriamente difficile anche per team consolidati reggere il paragone, trattandosi di progetti estremamente complessi dove l'unica "scorciatoia" realmente applicabile, di solito, è legata alla gestione narrativa.

Escludendo una manciata di progetti di valore, quindi, all'annuncio di un nuovo soulslike non capeggiato da Miyazaki, Tanimura o affini, la tendenza è ormai diventata quella di scuotere la testa: difficile avere aspettative altissime, dopo che l'asticella è stata ulteriormente alzata da Elden Ring (e non certo solo a livello di mercato). Nonostante il pessimismo generale, però, c'è un team che è riuscito recentemente a catturare l'attenzione anche della fanbase più scettica... parliamo di Round8 Studio, che, nonostante uno storico non propriamente memorabile, sembra aver trovato la chiave di volta con un'ispirazione a dir poco peculiare: Pinocchio.

Il loro Lies of P in realtà è molto lontano dall'opera di Collodi (che, va detto, è comunque molto più dark di quanto molti si ricordino), ma l'idea di partire da quella base e di fonderla con un'ambientazione che ricorda molto da vicino Bloodborne sembra aver pagato, tanto da aver reso per molti il gioco tra i più attesi in un'annata dove gli avversari prestigiosi non mancano di certo. Siamo tuttavia a un passo dal lancio e a pochi giorni dal traguardo è il caso di vedere qualcosa di concreto: ci siamo dunque buttati su una demo di Lies of P gentilmente offerta dagli sviluppatori, che ci ha permesso di affrontare l'intero prologo in una versione plausibilmente vicina a quella che vedremo al lancio. Le impressioni? Molto più positive di quanto ci aspettassimo, seppur qualche dubbio legato alle limitazioni del gioco rimanga.

Le leggi della burattineria

Se ve lo state chiedendo la risposta è Sì: Lies of P è davvero bello come sembra in movimento
Se ve lo state chiedendo la risposta è Sì: Lies of P è davvero bello come sembra in movimento

Per quanto il comparto tecnico sia per noi sempre secondario rispetto ad aspetti molto più importanti come gameplay, struttura e design, è innegabile che "il graficone" sia ancora un aspetto in grado di avere una notevole presa sul grande pubblico, e il motivo per cui Lies of P è così chiacchierato è quasi interamente da ricercarsi nel suo look notevole: gli sviluppatori di Round8 - come molti della scuola coreana - sono chiaramente alquanto competenti nell'uso dell'Unreal Engine, tanto che il loro pargolo è parso in grado di dare la paga anche alle migliori opere di FromSoftware (un team noto per tutto, meno che il comparto tecnico). E la prima prova non ha deluso nemmeno in tal senso: Lies of P è davvero un titolo molto bello in movimento, ricco di dettagli e atmosfera, e animato magnificamente; il notevole livello visto è però in parte possibile (oltre che per la flessibilità del motore utilizzato) per via delle limitazioni strutturali.

Questo non è infatti un soulslike con movimento complesso e mappe particolarmente elaborate: il prologo ci ha portato ad esplorare per qualche ora le zone iniziali della città fittizia di Krat - una sorta di misto tra la Yharnam di FromSoftware è una capitale dell'est Europa - e abbiamo notato spesso barriere architettoniche piuttosto forzate, pensate per mantenere il tutto entro binari ben chiari. Attenzione, non significa che non ci sia una complessità o una verticalità nelle mappe: già dopo il primo "corridoio" stavamo camminando sui tetti di un'ala della metropoli esplorabile a più livelli, e abbiamo trovato ben posizionate le immancabili scorciatoie tra le zone. Solo non aspettatevi le mappe follemente brillanti delle opere recenti di Miyazaki e compagnia. Lies of P strizza chiaramente l'occhio a un'era più semplice e diretta dei souls, e forse per alcuni fan potrebbe essere proprio questa la sua attrattiva.

Krat è una città devastata, ma non del tutto morta. In Lies of P avrete a che fare con molti personaggi diversi, mentre cercate di capire cosa è successo
Krat è una città devastata, ma non del tutto morta. In Lies of P avrete a che fare con molti personaggi diversi, mentre cercate di capire cosa è successo

L'art direction del gioco non è da meno, nonostante a tratti l'ispirazione a Bloodborne sia così palpabile da sfiorare il plagio diretto; eppure non è tanto l'impatto estetico ad averci inquietato, quanto la narrativa, che ha a nostro parere del serissimo potenziale. Voi interpretate, infatti, un Pinocchio a dir poco particolare: un burattino avanzatissimo creato dal misterioso Geppetto nella già citata città di Krat, dove i "burattini" sono in realtà automi programmati con leggi che ricordano quelle della robotica di Asimov. Tecnicamente questi esseri meccanici dovrebbero servire gli umani senza poter mai disobbedire, e men che meno far del male a qualcuno; solo che in Lies of P qualcosa è andato terribilmente storto, e un malfunzionamento su larga scala dei burattini ha provocato uno sterminio di proporzioni bibliche. Il giocatore dovrà quindi scoprire cosa è successo, in una Krat divenuta una gigantesca e labirintica fossa comune, nei panni di un automa così evoluto da poter aggirare del tutto le leggi che dovrebbero guidarne il comportamento. Sì, anche quella che dovrebbe impedirgli di uccidere o mentire...

Si tratta nel complesso di una premessa solida, che mescola fantasy e fantascienza con discreta naturalezza, e sembra voler mettere in campo anche un curioso sistema di morale, influenzato dai comportamenti del "Pinocchio" protagonista. Mentire e avere atteggiamenti violenti è quanto di più umano esista, e avrete la possibilità di farlo, ma a quali sviluppi dell'avventura porterà? Il fatto che poi Krat non sia un guscio vuoto, ma un centro di potere popolato da varie organizzazioni, ricco di personaggi coloriti, e piagato da una temibile malattia incurabile, mette molta altra carne al fuoco.

Sarà un quantitativo esagerato di fattori e porterà al crollo del castello, o gli scrittori di Round8 riusciranno a far quadrare il tutto in una trama degna di questo nome? Impossibile dirlo ora, ma se non altro le cose sembrano narrate con una certa chiarezza, ed è già una scelta all'opposto di quella dei padri del genere.

Armi smontabili

Il gameplay di Lies of P è più profondo e interessante di quanto ci aspettassimo. Le abilità del braccio meccanico di P e delle armi componibili sono particolarmente interessanti
Il gameplay di Lies of P è più profondo e interessante di quanto ci aspettassimo. Le abilità del braccio meccanico di P e delle armi componibili sono particolarmente interessanti

A una prima occhiata Lies of P sembra molto più vicino alla sua ispirazione quando si va ad analizzare il gameplay: il protagonista ha a disposizione una schivata che cambia caratteristiche durante l'inquadratura di un nemico, passando da una rotolata classica a un passo rapido. Questa manovra è piuttosto veloce e ha una buona finestra di invulnerabilità, ma non parte all'istante e richiede una discreta capacità di previsione dei pattern dei nemici per essere usata efficacemente; non bastasse, lascia scoperti per qualche istante e non può venir abusata con utilizzi a raffica.

Quando si smette di concentrarsi sulle similarità a Bloodborne, tuttavia, basta poco per accorgersi di alcune notevoli differenze, che rendono il gioco di Neowiz molto interessante. Qui Pinocchio può parare, ad esempio, seppur questo gesto porti a subire danni parziali. Se eseguita con tempismo perfetto, ad ogni modo, la parata non ha alcun malus, e permette anche di contrattaccare. Siate abbastanza aggressivi e la barra dei punti vita avversaria brillerà di bianco indicando la possibilità di stordire chi vi si para davanti; a quel punto potrete lanciarvi in una poderosa esecuzione molto utile per eliminare all'istante nemici minori o mettere in seria difficoltà i boss.

I boss di Lies of P non sono, prevedibilmente, una passeggiata. Il secondo, in particolare, ci ha fatto sudare non poco, richiedendo un uso già avanzato del movimento e delle manovre difensive per essere eliminato
I boss di Lies of P non sono, prevedibilmente, una passeggiata. Il secondo, in particolare, ci ha fatto sudare non poco, richiedendo un uso già avanzato del movimento e delle manovre difensive per essere eliminato

Molte meccaniche fondamentali sono mutuate da roba già vista, non lo neghiamo, in particolare la possibilità di recuperare i danni "temporanei" subiti continuando ad attaccare (altro elemento visto in Bloodborne). Lies of P sembra però voler mettere in campo una discreta varietà nella progressione del proprio alter ego, legata alla personalizzazione dell'equipaggiamento e dello stile di combattimento del protagonista. Le basi sopra descritte infatti portano i boss iniziali a richiedere non poca abilità per esser superati, specialmente un secondo boss da noi incontrato fin troppe volte di fila che utilizza l'elettricità; una volta eliminato quell'ostacolo Pinocchio viene però in possesso di un nucleo potenziabile, che se migliorato con dei quarzi trovati durante la campagna sblocca abilità importantissime, tra cui anche la possibilità di eseguire schivate multiple in serie. Non c'è stato modo di approfondire eccessivamente il tutto nella demo, ma sospettiamo che le scelte fatte avranno un impatto significativo sull'approccio del giocatore alla violenza.

Anche il sistema delle armi è davvero curioso: impugnature e lame possono venir fuse in varie combinazioni e ognuno dei due pezzi è dotato di "arti" specifiche mescolabili a piacere in base alle preferenze (richiedono energia "fatata" per venir usate, da ricaricare attaccando o con alcuni oggetti). Durante il nostro provato abbiamo visto solo cinque armi differenti, eppure sospettiamo che le opzioni possibili siano moltissime nella versione completa di Lies of P. Nulla di troppo originale invece per quanto riguarda lo sviluppo di tali strumenti, dato che anche questi scalano con statistiche specifiche, potenziabili raccogliendo una risorsa equiparabile a quelle viste in ogni altro soulslike di nome Ergo (e sì, anche qui c'è l'immancabile recupero dei resti nel caso si muoia esplorando).

La mappa di Krat non ci è sembrata particolarmente elaborata, ma quanto esplorato era comunque ricco di segreti e buone scorciatoie. Probabile che le cose si faranno molto più complicate avanzando in Lies of P
La mappa di Krat non ci è sembrata particolarmente elaborata, ma quanto esplorato era comunque ricco di segreti e buone scorciatoie. Probabile che le cose si faranno molto più complicate avanzando in Lies of P

Estremamente più attraente invece il braccio meccanico di P, che ha molteplici varianti, ognuna dotata di un certo potere. Noi abbiamo usato per lo più un utile rampino capace di attirare i nemici e colpirli all'improvviso (anche se non di buttarli giù dai burroni), ma il secondo boss ci ha regalato un nucleo per attivarne uno elettrico caricabile, mentre quello base sferrava per lo più pugni lenti e potenti. È un bel minestrone di sistemi, che sembra ben calcolato e funzionale, e potrebbe crescere davvero molto. Indubbiamente chi ha lavorato al gameplay sa quel che fa.

Ma quali sono, quindi, le critiche? Beh, qualche aspetto che dimostra l'inesperienza del team lo abbiamo visto, a partire da alcune meccaniche non felicissime, e dalla gestione dell'intelligenza artificiale nemica. I burattini violenti che popolano Krat, per dire, non sono in alcun modo in grado di seguirvi su una scalinata, quindi lasciarseli alle spalle è incredibilmente facile se si vuole raggiungere rapidamente una zona dove si è morti poco prima; in più abbiamo trovato il picco di difficoltà del secondo boss un po' eccessivo se paragonato a quanto visto fino a quel momento, nonostante sia possibile facilitarsi la vita evocando uno spettro guidato dall'intelligenza artificiale in aiuto. Se si parla di meccaniche, poi, l'unica a non convincerci riguarda l'uso di una curiosa smerigliatrice per affilare le armi, praticamente obbligatoria durante gli scontri per via della loro resistenza limitata. Non potete difatti trascurarla durante una battaglia prolungata, perché se un'arma si rompe diviene inutilizzabile; allontanarsi periodicamente per recuperare solidità diventa insomma parte integrante della danza. Non rovina particolarmente l'esperienza, per carità, tuttavia spezza un po' il ritmo, e l'abbiamo trovata una meccanica un po' superflua se si considera la possibilità di equipaggiare più armi o la presenza di oggetti che ne recuperano rapidamente la resistenza. Tolte queste magagne minori, le poche ore affrontate ci hanno divertito non poco. Il potenziale per un soulslike ben più che rispettabile c'è, e a un livello visto poche altre volte tra gli inseguitori di FromSoftware.

Lies of P sembra volutamente ancorato al passato dei soulslike in molti aspetti, e andando a fondo qualche ingenuità dei suoi sviluppatori si nota, specialmente nell'intelligenza artificiale di certi nemici e nelle limitazioni del map design. Quanto provato, però, ci è sembrato di qualità davvero notevole, ben superiore a quanto visto nella stragrande maggioranza degli "emuli di From". L'ambientazione e la narrativa del gioco, poi, sono molto più affascinanti di quanto ci aspettassimo, e se il gameplay dovesse sviluppare il potenziale osservato durante le prime ore, potremmo seriamente avere tra le mani un titolo nettamente superiore a qualunque previsione. Speriamo sia effettivamente così.

CERTEZZE

  • Ambientazione dal fascino notevole, e narrativa ricca di potenziale
  • Gameplay solido, ricco di potenziale
  • Comparto tecnico notevole, e art direction di qualità

DUBBI

  • Non nasconde certo le sue ispirazioni, forse addirittura esagerando a tratti
  • Intelligenza artificiale dei nemici base piuttosto limitata
  • Progressione della difficoltà non calcolata benissimo nelle fasi iniziali