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Metro Exodus: la storia della serie

Metro Exodus viene da lontano: ripercorriamo la storia della serie, dal libro ai videogiochi, per chi non la conosce

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   14/06/2018

Metro Exodus è uno dei titoli tecnologicamente più impressionanti degli ultimi anni (probabilmente sarà il primo in cui vedremo applicato il ray tracing in tempo reale), nonché uno dei più attesi dagli appassionati di sparatutto in prima persona. Nonostante se ne stia parlando molto, in particolare in occasione dell'E3 2018, probabilmente molti nuovi giocatori non ne conoscono le origini. Per saperne di più del gioco in sé vi rimandiamo al Provato di Pierpaolo Greco, scritto in occasione della fiera di Los Angeles. Prima di parlare dei videogiochi vogliamo però fare un passo indietro e tornare a quando negli anni '80 un giovane Dmitry Glukhovsky prendeva tutti i giorni la monumentale metro di Mosca, orgoglio del regime sovietico, per andare a scuola.

Metro Exodus E32018 2

Sarà il ricordo di quei viaggi a ispirarlo per la prima stesura del romanzo Metro 2033, in cui la protagonista non è soltanto la metropolitana, ma anche la caduta del comunismo stesso. Il libro in sé è un lungo viaggio allegorico, formato da diversi racconti, tra le macerie di quell'utopia totalitaria, il cui crollo ha segnato inevitabilmente l'immaginario della Russia degli ultimi decenni. Comunque sia la prima bozza di Metro 2033 fu rifiutata dagli editori, che non vedevano un grande potenziale commerciale in quell'affresco post-apocalittico fin troppo tetro e pessimista. Glukhovsky non si diede per vinto e pubblicò l'intero libro in rete, rendendolo scaricabile gratuitamente. Moltissimi lo lessero, trasformandolo in un vero e proprio caso, e tanti diedero consigli allo scrittore su come migliorarlo.

La risonanza di Metro 2033 divenne tale che, finalmente, nel 2005 trovò un editore disposto a pubblicarlo in forma cartacea. Il libro ottenne un grandissimo successo, non solo in Russia, arrivando a essere tradotto in trentacinque lingue e figliando una ricca serie di seguiti (in Italia la serie Metro è pubblicata da Multiplayer Edizioni). Tra i suoi lettori, anche alcuni sviluppatori della software house ucraina 4A Games che decisero di farne un videogioco.

Attenzione

Raccontando la trama di Metro 2033 e Metro: Last Light daremo molti dettagli e ne racconteremo anche i finali. Se non avete giocato ai Metro e non volete anticipazioni, vi consigliamo di non continuare nella lettura.

Metro 2033

Il videogioco di Metro 2033 fu pubblicato nel 2010. Molti degli sviluppatori di 4A Games avevano già una certa familiarità nel rappresentare la Russia post-apocalittica, visto che provenivano dalla serie S.T.A.L.K.E.R. di GSC Game World, con cui la serie Metro condivide moltissimo in termini di atmosfere (e non solo). La trama, ripresa ovviamente dall'opera di Glukhovsky, racconta dei sopravvissuti a una guerra nucleare costretti a vivere in quel che resta della metro russa per sfuggire alle radiazioni e ai tetri, degli esseri che hanno sviluppato degli incredibili poteri psichici e che vogliono dominare il pianeta. Il giocatore veste i panni di Artyom, un abitante della stazione Expo, che riceve da un certo Hunter, amico del padre adottivo, la missione di consegnare una richiesta d'aiuto contro i tetri alla stazione Polis, occupata dalla fazione militare degli spartani. Raggiunta Polis, Artyom ha però una brutta sorpresa: gli spartani non aiuteranno Expo.

Metro Exodus: la storia della serie

Fortunatamente il giovane viene aiutato dal colonnelo Miller, che lo indirizza verso il bunker D6 legato a una base missilistica che può essere usata contro i tetri. Per trovare D6, Artyom deve prima scoprirne la posizione consultando dei documenti che si trovano nella vicina biblioteca Lenin, passando per la pericolosissima superficie. Mappe alla mano, Artyom, insieme a Miller e ad altri ranger, può recarsi al bunker D6 e da qui alla Torre di Ostankino, che serve per indirizzare i missili contro il complesso dei Giardini, la base dei tetri. Arrivato sulla sommità della torre, Artyom può attivare i due finali: il primo, quello raccontato nel libro, vede i Giardini distrutti dai missili; il secondo invece vede Artyom parlare con un tetro che lo convince delle buone intenzioni della sua razza e gli spiega che in realtà loro si erano sempre dovuti difendere dalle aggressioni umane. Il primo finale è considerato quello canonico, ossia la base di partenza per la storia di Metro: Last Light. Se vi interessa saperne di più su Metro 2033, leggete la nostra recensione.

Metro: Last Light

Metro: Last Light viene pubblicato nel 2013. È ambientato nel 2034, l'anno successivo ai fatti raccontati in Metro 2033, ed è portatore di una visione molto più politica rispetto al capitolo precedente. La trama racconta infatti della lotta per il potere tra le fazioni che popolano quel che resta della metropolitana di Mosca. Artyom si è ormai unito ai ranger e opera sotto il comando di Miller. Khan, uno dei mistici del gruppo, svela l'esistenza di un tetro sopravvissuto al massacro raccontato nel gioco precedente. Artyom vorrebbe mettersi in contatto con lui, ma Miller preferisce evitare rischi e lo spedisce a eliminarlo, affiancandogli Anna, sua figlia, come supporto. Sul campo, Artyom viene catturato dalle truppe del Quarto Reich e condotto nella loro base. Qui viene salvato da Pavel, un membro dell'Armata Rossa, un'altra delle fazioni in lotta, che lo porta fino alla sua base, dove si rivela essere un alto esponente della fazione e un traditore che vuole da lui informazioni sui ranger e sull'ultimo tetro. Artyom riesce a fuggire e inizia una corsa contro il tempo per raggiungere Anna e il tetro prima dell'Armata Rossa e, soprattutto, prima del traditore Lesnitsky, un ex-ranger ora alleato proprio del gruppo di Pavel. Artyom riesce a trovare Anna, ma i due finiscono esposti a un virus letale, rubato da Lesnitsky nel bunker D6, con cui l'armata rossa ha appena sterminato gli abitanti di una delle stazioni. Credendo che per loro sia arrivata la fine, Anna e Artyom fanno l'amore per poi scoprire di essere negativi al test del virus. Tornati da Khan, Artyom scopre il suo legame con i tetri e del suo ruolo di ponte tra le due specie. Artyom decide quindi di difendere l'ultimo tetro e si reca alla conferenza di pace tra le fazioni che si sta svolgendo a Polis, dove il tetro costringe il capo dell'Armata Rossa, Moskvin, a confessare il suo piano: la conferenza è una messa in scena che serve per dare tempo al generale Korbut di prendere il comando di D6.

I ranger si recheranno quindi al bunker dove si svolgerà il confronto finale, che darà vita a uno dei possibili finali: Artyom si suicida per distruggere D6, in modo da non farlo cadere nelle mani di Korbut; Artyom viene fermato dal tetro, che sveglia i suoi simili addormentati nel bunker per sconfiggere Korbut. In entrambi i finali i tetri si allontanano dalla scena giurando che torneranno per aiutare a ricostruire il mondo. Il secondo finale è quello che darà il là ai fatti raccontati in Metro Exodus. Se vi interessa saperne di più su Metro: Last Light, leggete la nostra recensione.

Metro Redux

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