L'ultimo Ninja Gaiden comincia in una Tokyo completamente abbandonata, inghiottita dal metallo e martoriata da una pioggia velenosa che l'ha trasformata in un eterno campo di battaglia tra umani e demoni. Un'immagine quantomai adatta a un action cupo e violento come questo, ma altrettanto facile da equiparare alle nubi oscure che aleggiano attorno al progetto da quando è stato annunciato, viste le ultime notizie sullo stato di salute di PlatinumGames.
È inutile descrivere ancora una volta nel dettaglio i fatti, quindi metteremo le cose nero su bianco in breve: Platinum ha perso molti talenti nel periodo recente e voci di cancellazioni importanti, unite alle inarrestabili trasformazioni interne, hanno preoccupato enormemente i fan storici della casa. In una situazione del genere, dopo anni di silenzio e progetti non particolarmente eccezionali, la paura di vedere crollare la qualità dei progetti del team era enorme, così come quella di veder sparire per sempre un marchio come Bayonetta, o promettenti nuove IP come Astral Chain. In quest'era buia, il recente annuncio di Ninja Gaiden 4 ha smorzato notevolmente i timori dei videogiocatori: il trailer di presentazione è parso spettacolare ed esaltante, al punto da far sembrare che il team nipponico non avesse perso un colpo nonostante gli smottamenti sopra descritti.
Eppure i dubbi non sono spariti... il nuovo progetto non è infatti sviluppato solo da PlatinumGames, ma anche da Team Ninja, senza contare che, trattandosi di un Ninja Gaiden, è fondamentalmente lontano da tutto ciò che PlatinumGames ha affrontato in passato, per via delle enormi differenze tra le filosofie di design dei giochi originali (quelli di Itagaki e compagnia) e gli action più noti della casa nata dalle ceneri di Clover Studio. Ci siamo quindi lanciati sulla sostanziosa prova gentilmente offerta da Microsoft per rispondere principalmente a due domande: Ninja Gaiden 4 è davvero un Ninja Gaiden? E, se così non fosse, la qualità degli action Platinum è rimasta abbastanza alta da farci ben sperare per il futuro?
Sono Ninja, mica sono studiato
Partiamo da una cosa in cui il nuovo Ninja Gaiden segue le orme dei predecessori in tutto e per tutto: la trama. Perché? Beh, perché è straordinariamente sciocco nella narrazione, a un livello non dissimile da quanto visto nei capitoli originali. Per capirci, il gioco vi mette fin da subito nei panni di Yakumo, un ninja del Raven Clan alla ricerca della misteriosa sacerdotessa che ha sigillato il drago oscuro a cui si deve lo stato di Tokyo. Stando a una antica profezia il suo compito è ucciderla, ma, senza farsi alcuna domanda, il nostro ferma la lama non appena la donna gli spiega che la profezia a cui il suo clan fa riferimento è una baggianata, e che l'unico modo di eliminare il drago è farlo rinascere e collaborare con lei per liberarsene definitivamente. Nessuna domanda, nessun dubbio: Yakumo decide semplicemente che una donna con una strana voglia di dimostrare pubblicamente la sua passione per lo shibari (googlatelo, ci rifiutiamo di spiegarvi cos'è qui) merita più fiducia di tutto ciò a cui il suo clan ha sempre creduto, e decide di liberarla. Perfettamente logico.
Insomma, noi per quanto riguarda la narrativa abbiamo smesso istantaneamente di farci domande, prendendola per ciò che è: la classica scusante per infilare nello stesso gioco sia il nuovo protagonista che Ryu (quest'ultimo sta nella fazione che aveva imprigionato la sacerdotessa, curiosamente) e per ammazzare un quantitativo gargantuesco di esseri viventi o "quasi". Bene così, ogni altro dettaglio è superfluo, e apprezziamo come il gioco abbracci immediatamente la sua assurdità senza vergognarsene particolarmente. Se non altro, il fulcro regge, perché dopo pochi istanti questo nuovo Ninja Gaiden mostra i muscoli infilandovi immediatamente in una serie di combattimenti, e questi non ci hanno affatto deluso.
Ora, partiamo da una piccola premessa: quando diciamo che i Ninja Gaiden sono action unici, il nostro commento è legato proprio alle peculiarità del gameplay di quest'ultimi. Le opere originali non sono costruite attorno a nemici pensati per favorire la creatività del giocatore nel rendere più colorito un massacro: sono titoli bilanciati in modo da essere brutali, con un'aggressività anormale dei nemici che richiede di sfruttare al meglio il sistema di combattimento per sopravvivere. Questo comporta l'uso (e abuso) di tutta una serie di manovre dotate di frame di invulnerabilità, posizionamento sapiente per sfruttare al massimo gli Ultimate Attack - in pratica i colpi caricati che possono consumare anche le sfere energetiche lasciate cadere dai nemici - e delle limitate ma efficienti manovre difensive a disposizione di Ryu; il tutto tenendo conto di una telecamera alle volte fin troppo ravvicinata e di una certa pesantezza nel movimento del protagonista.
Ninja Gaiden 4 non è questo tipo di esperienza, ve lo diciamo subito. Ci prova, anche con più forza di quanto mai ci saremmo aspettati, in verità, ma non ci riesce completamente. Quanto ottenuto da Platinum, però, ci è parso davvero degno di lodi e potrebbe per certi versi rappresentare una trasformazione della serie apprezzabile anche dai fan storici.
L’arte di tagliare l’arto
Torniamo per un attimo alle basi descritte prima: Ninja Gaiden 4 prova a renderle proprie con forza, ma fa subito una cosa molto diversa dai suoi predecessori, ovvero spiegare nel dettaglio le meccaniche: Il gioco, infatti, non solo svela le combo delle varie armi come facevano i capitoli precedenti, ma descrive anche le manovre avanzate più tecniche, precisando ad esempio come sia possibile eseguire più velocemente gli attacchi caricati se si inizia l'animazione subito dopo un atterraggio, o come certe manovre siano dotate di invulnerabilità parziale e particolarmente utili per superare determinate situazioni di pericolo. Nelle meccaniche base, insomma, Yakumo può non solo eseguire molte delle mosse del Ryu originale come l'Izuna Drop o la Flying Swallow (indipendentemente dal fatto di usare armi differenti da lui), ma è possibile approcciarsi al gioco con uno stile molto simile a quello dei predecessori, abusando delle cariche, sfruttando salti sul nemico e certi attacchi per sterminare in sicurezza grossi gruppi, e portando a termine violentissime esecuzioni sui nemici che sono stati parzialmente smembrati.
Alla base, però, il gioco di PlatinumGames è un action dai ritmi e dalla formula alquanto diversi da quelli dei capitoli di Itagaki: Yakumo è un personaggio mostruosamente veloce, privo di alcun'inerzia o pesantezza nei movimenti, e la sua rapidità è tale da aver per certi versi costretto gli sviluppatori ad allargare le arene di combattimento nei vari livelli, dato che se fossero state più restrittive ogni scontro sarebbe degenerato in un caos di super scatti e schivate. No, in Ninja Gaiden 4 non solo la telecamera è generalmente più distante (e quindi molto meno problematica), ma con Yakumo potrete muovervi come lampi e persino sfruttare un rampino per riposizionarvi od ottenere una posizione di vantaggio sopraelevata.
Già questo cambia molto l'approccio al combattimento, rendendo ogni cosa molto più frenetica; eppure le meccaniche difensive rimangono centrali, perché questo gioco è nettamente più orientato verso le parry perfette e le schivate perfette rispetto al passato. Anche nei Ninja Gaiden originali infatti varie armi avevano a disposizione dei counter istantanei molto utili, ma qui una schivata perfetta rallenta momentaneamente il tempo, ed eseguire parry con contrattacchi poderosi è molto più facile. Occhio, questo non significa che il gioco sia una passeggiata... la finestra per le manovre difensive rimane molto stretta in tutte le difficoltà (quasi istantanea, invero) e i boss in particolare hanno serie di colpi non facili da contrastare, quindi non è il caso di sottovalutarli.
Per controbilanciare le capacità di Yakumo, insomma, Platinum e il Team Ninja hanno deciso di mantenere alta l'aggressività dei nemici, preservando un certo focus sulla strategia in battaglia (è necessario ancora una volta concentrarsi su certi nemici particolarmente irritanti, per evitare troppi rischi); il nuovo Ninja Gaiden non è però difficile quanto i vecchi per un motivo molto semplice: vi copre letteralmente di oggetti curativi e utili buff, acquistabili peraltro senza troppi problemi ad ogni checkpoint raggiunto.
Non è tutto qui. Nel gioco c'è un'altra facilitazione correlata al nuovo gameplay, dato che Yakumo può usare uno speciale stile di combattimento chiamato Bloodraven, che usa il suo sangue per aumentare la potenza degli attacchi e favorire gli smembramenti. Non è utilizzabile a piacimento, ma la barra che controlla questo stile si ricarica rapidamente combattendo ed è possibile attivare le mosse speciali ad esso correlate con naturalezza durante le combo; padroneggiarlo facilita immensamente la vita contro i boss e i nemici più corazzati. Inoltre, il protagonista ha a disposizione anche una barra berserk che lo potenzia temporaneamente e permette di attivare delle esecuzioni ad area. Capite perché riteniamo la nuova esperienza molto meno ostica rispetto agli originali?
Eppure, pur apprezzando tantissimo la serie e rimanendo consapevoli di quanto la sua brutalità ne rappresenti in parte il fulcro di design, non siamo in disaccordo con quanto fatto da PlatinumGames, anche perché hanno comunque tenuto a mente in modo furbo i desideri dei giocatori veterani. Questo è un gioco che ha molti elementi presi dagli action Platinum: Yakumo può eseguire una "ninja run" non dissimile da quella di Metal Gear Rising, liberarsi di qualche nemico con uccisioni stealth e la danza tra due diversi stili è chiaramente pensata per enfatizzare la spettacolarità generale durante l'offensiva; Ninja Gaiden 4 tuttavia non ci è sembrato affatto bastardizzato e/o instupidito. Poggia su un sistema meccanicamente complesso e non facile da padroneggiare in toto, sa essere punitivo se si perde la concentrazione, e non esagera con gli indicatori (al di fuori della solita "pittura gialla ovunque" nei livelli). Sinceramente? I combattimenti e la profondità generale ci hanno esaltato non poco, senza contare che anche qui è possibile affrontare i livelli in difficoltà Master Ninja, persino eliminando del tutto gli oggetti curativi e di supporto. Farlo rende il tutto spaventosamente brutale e non dubitiamo che i puristi vorranno approfittare il più presto possibile di queste opzioni.
Le uniche critiche reali? Ryu ci ha un po' deluso. Sarà perché nel gioco poteva usare solo la Dragon Sword, mentre Yakumo aveva già entrambe le armi iniziali sbloccate (una lancia e delle doppie lame ultrarapide), ma lo abbiamo trovato esageratamente potente, al punto da trivializzare i primi capitoli anche alle difficoltà più alte. Certo, nella demo il suo sblocco era forzato e nella campagna sarà disponibile in sezioni molto più avanzate, quindi la preoccupazione è relativa; se vi state però chiedendo quanto simile sia utilizzarlo ai primi Ninja Gaiden 3D, cascate malino: seppur più "pesante" di Yakumo resta un Ryu enormemente più agile, potente e mobile di quello visto nel primo e secondo capitolo, a sua volta dotato di uno stile alternativo devastante. La seconda critica riguarda invece la struttura dei livelli: non ci sono dispiaciuti affatto nel complesso, ma nel secondo capitolo abbiamo notato un abuso di sezioni platform su binari, che a nostro parere rappresentano delle scorciatoie di level design un po' ripetitive. Speriamo di non vederne troppe, nonostante siano molto sceniche nel complesso.
Ninja Gaiden 4 forse non riesce a ricatturare lo spirito dei primi due capitoli. Si tratta senza dubbio di un gioco più veloce, frenetico, che dà un'importanza maggiore a meccaniche come la parry e le schivate perfette, e rielabora notevolmente il sistema dei giochi originali in chiave più simile agli action di Platinum. Eppure gli sviluppatori hanno seriamente provato a mescolare le due anime nel miglior modo possibile, e il risultato ottenuto ci ha davvero stupito. Questo è comunque un action di alta qualità, con un gameplay profondo, che recupera molti elementi storici della serie e li reinserisce in modo piuttosto brillante nella sua nuova formula. Lo abbiamo trovato esaltante, impegnativo e ricco di potenziale, e non vediamo l'ora di vedere se riuscirà a raggiungere la qualità sperata nella sua forma completa. Non manca molto, ormai.
CERTEZZE
- Gameplay esaltante e frenetico, piuttosto fedele ai capitoli originali
- Un'esperienza brutale e tecnica al punto giusto
- La trama non sembra prendersi sul serio ed è assurda fin da subito
DUBBI
- Le fasi platform su binari sono sceniche, ma banali
- Ryu ci è parso eccessivamente potente